Arcigay incontra un Ministro del governo ugandese

  

Dopo la dura nota dei giorni scorsi (https://www.arcigay.it/comunicati/arcigay-alla-provincia-di-trento-uganda-no-ad-accoglienza-ufficiale-a-paesi-omofobi/) con la quale Arcigay criticava la visita alle istituzioni trentine del ministro ugandese James Baba, rappresentante di un paese sotto osservazione per la proposta di legge che prevede la pena di morte per gli omosessuali, è pervenuto all’associazione l’invito per un incontro chiarificatore.
Arcigay, nel corso dell’incontro, che si è tenuto oggi nella sede della Provincia autonoma di Trento, ha chiesto al ministro maggiori notizie sulla legge, sui suoi contenuti e sulla sua eventuale calendarizzazione, esprimendo la profonda preoccupazione di tutta l’associazione per una legge che inasprisce in modo così grave le pene già previste dal codice ugandese per le persone omosessuali.
Il Ministro James Baba ci ha tenuto spiegare che non si tratta di una proposta governativa ma che è opera di un singolo membro del parlamento ugandese. La legge che potrebbe andare in discussione contiene pene che comprendono ergastolo e pena di morte.
La proposta di legge inoltre prevederebbe altre fattispecie di reato come la “propaganda dell’omosessualità” per chi diffonde e veicola informazioni sulle tematiche omosessuali e obbligherebbe alla denuncia chi è a conoscenza dell’omosessualità di altri.
Il Ministro ci ha tenuto a ribadire che questa proposta di legge non è condivisa e sostenuta dal Governo uganese ma che si tratterebbe dell’iniziativa di un singolo. Il Governo ugandese ha più volte incontrato il parlamentare per convincerlo della non priorità di una legge come questa e ha messo in campo iniziative utili per rallentarne l’iter. In questo momento il progetto di legge non sarebbe calendarizzato per la discussione parlamentare.
“Da questo punto di vista – spiega il presidente Flavio Romani – continueremo a sollecitare le istituzioni locali e nazionali, il Parlamento e il futuro Governo, perchè si adoperino con tutti i mezzi possibili affinché questa legge non passi mai. L’Uganda rimane tristemente un paese sotto osservazione”. Secondo Giorgio Dell’Amico, responsabile immigrazione e asilo per Arcigay, “alla luce delle leggi esistenti e delle dichiarazioni del Ministro, che ha rappresentato un tessuto sociale profondamente omofobo, è necessario che l’Europa e l’Italia garantiscano piena protezione a chi fugge dall’Uganda per il proprio orientamento sessuale.


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