Expo, Sala consegna a Bie carta contro le discriminazioni

  

Arcigay: “Contributo importante dell’Italia alla grande esposizione”
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Bologna, 30 ottobre 2015  – “Non è affatto secondario che una manifestazione come Expo, proiettata su tutto il mondo, si ponga il problema di accogliere e includere tutte le differenze che abitano questo mondo”: lo dichiara Flavio Romani, presidente di Arcigay. che prosegue: “La carta “Expos that welcome everyone” che oggi Giuseppe Sala ha consegnato alla Presidente dello Steering Commitee del Bie, Albina Assis Africano,  è in primo luogo testimonianza del lavoro messo in campo dall’Expo italiano durante tutta la sua durata per essere un luogo accogliente per tutte e tutti. Ma non solo: quel documento  è soprattutto uno stimolo importantissimo perché pone un tema ineludibile per valorizzare la più grande vetrina internazionale e per proiettarla realmente nel futuro. Porsi l’obiettivo non solo di non discriminare ma di essere accoglienti nei confronti di tutte e tutti, a prescindere dall’identità di genere, dall’orientamento sessuale, dall’ etnia, dalla provenienza geografica, dall’età, dalle condizioni fisiche o economiche, dalle convinzioni politiche o religiose, significa  sentire a pieno la responsabilità di parlare a tutto il mondo. Ora tocca al BIE raccogliere e rendere strutturale lo stimolo dell’Italia: così l’Expo diventerebbe davvero un grande veicolo di civiltà, capace di incidere anche nei contesti in cui la discriminazione esiste per legge. Non dobbiamo aver paura, nel comporre il ritratto di un “mondo migliore”, di includere in primo piano l’uguaglianza di tutte e tutti e il riconoscimento dei diritti umani, civili e sociali.  Va infine sottolineato – conclude Romani – che l’Expo italiano si chiude mettendo in campo la migliore risposta, concreta e strutturata, a chi in apertura dell’evento aveva impropriamente usato il logo di Expo per trasferire visibilità riflessa su iniziative che nulla avevano a che fare con lo spirito della grande esposizione mondiale, ma che anzi fomentavano conflitti e discriminazioni. L’Expo non deve servire a erigere muri: la cerimonia di oggi mette la giusta chiosa anche a quelle scorribande”.