Gay, convegno omofobo a Verona. Romani (Arcigay) a Tosi: “La sua è schizofrenia liberal”

  
Flavio Tosi
Flavio Tosi

Bologna, 13 settembre 2013 – “Ci impressiona che il Sindaco Tosi non tenga minimamente conto dei contenuti degli eventi che va a patrocinare, mettendo sullo stesso piano uno spettacolo sulla diversità con un convegno omofobo”: così Flavio Romani, presidente di Arcigay, replica al sindaco di Verona Flavio Tosi che ha dato il suo patrocinio al convegno “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo?”, in programma nella città scaligera il prossimo 21 settembre. “Mettere sullo stesso piano – prosegue Romani – un evento che nulla toglie agli altri cittadini, ma anzi parla di convivenza tra diversità, come fu Divercity nel 2011, e uno che invece censura di fatto la abusiva e innaturale esistenza di altri cittadini, come il convegno sul gender e questa buffa parola inventata che è “l’omosessualismo”, è una cosa molto diversa. Il sindaco evidentemente è preda di una sorta di schizofrenia liberal in cui la libertà di opinione diventa un feticcio senza assunzioni di responsabilità politica e culturale su nulla: deve solo sperare che nessuno gli chieda il patrocinio per un congresso revisionista sull’olocausto o per un’assise pseudo-scientifica sulla superiorità della razza bianca. O patrocinerà anche quelli?”. “Citando il patrocinio allo spettacolo Divercity del 2011 – argomenta il presidente di Arcigay –  che Arcigay allora salutò come “primo segnale di discontinuità rispetto agli errori del passato”, Tosi dimentica poi di dire che non a caso non fu lui nell’allora maggioranza a presenziare all’apertura dello spettacolo, ma soprattutto che da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: la sua maggioranza di oggi (non quella di allora) ha infatti bocciato senza troppi dubbi una mozione contro l’omofobia e di superamento delle mozioni omofobe del ’95. Tosi – conclude Romani – ha scelto di riprendere tranquillamente la strada della continuità con il passato omofobo che purtroppo ha caratterizzato per lunghi anni la città di Verona: se ne assuma almeno la responsabilità sia politica che culturale”.