Al via Intercity Winter 2019 al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino! Biglietti in promo Arcigay! – Arcigay
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Al via Intercity Winter 2019 al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino! Biglietti in promo Arcigay!

 Dal 25 January 2019
  Ore: 21:00

 Al 3 March 2019
  Ore: 21:00
  • Questo evento è passato.

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Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

Via Gramsci, 426 Sesto Fiorentino, bus 2,  tel. 055 440852 cell. 346 0384884

Sesto Fiorentino (FI)

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

25, 26, 27 gennaio ore 21

PSICOSI 4:48

di Sarah Kane

diretto da Dimitri Milopulos

musiche originali Marco Baraldi

sartoria Silvana Castaldi

con Valentina Banci, Teresa Fallai, Sonia Remorini

traduzione Barbara Nativi rivista da Dimitri Milopulos

aiuto regia Fabio Magnani

soprano Francesca Maionchi

assistente alle musiche Federico Ciompi

effetti sonori Vanni Cassori

sartoria Silvana Castaldi

 

 

Lo spettacolo ha visto il suo debutto, con un grande successo di pubblico e di critica, nella passata edizione del Festival Intercity 2018 e l’associazione culturale Teatro della Limonaia lo ripropone per l’apertura della stagione invernale  Intercity Winter 2019.

 

Dopo aver conosciuto Sarah sia personalmente sia artisticamente durante Intercity London nella metà degli anni 90, e dopo aver subìto la terribile notizia della sua scomparsa qualche anno dopo, ho avuto la fortuna di poter assistere alla prima versione di 4:48 Psychosis al Royal Court di Londra. Una volta uscito dissi a Barbara Nativi (eravamo lì insieme) che non volevo più né leggerlo né tanto meno vederlo, mai più in vita mia. Tanto bello era il lavoro che James McDonald aveva fatto per omaggiare l’artista e amica, che avevo deciso di tenerlo così nella mia mente per sempre. Un ricordo prezioso, come il ricordo di Sarah stessa.

Ma come si sa, “per sempre non esiste”. Ed eccomi qui oggi, ad anni e anni di distanza – una vita direi – da quegli avvenimenti lontani e sperduti nella memoria, che, per ricordare Sarah e questi 20 anni che ci separano dalla sua perdita, ho scelto proprio Psicosi, il suo testamento. E ho scoperto che è bellissimo innamorarsi di nuovo di qualcosa che amavi già.  Ma questa volta questo innamoramento si porta addosso 20 anni di esperienze umane e artistiche e di maturità in più. Quindi un punto di vista nuovo su un testo giovane di 20 anni.

Parlando del testo e del lavoro ci sono una serie di cose fondamentali da tenere presenti.

Psicosi è un testo frainteso. Non è un monologo al femminile ma un’opera monologante, “una sinfonia per uno strumento solo”: sono tante le voci che lo compongono e sono migliaia le possibilità che implica.

Psicosi è noto come “note per un suicidio” ed è vero che racconta di questo, ma è anche un omaggio alla vita, e al vivere sani di mente. Un modo di affrontare il teatro che solo Sarah riusciva a dominare alla perfezione. In un’intervista durante Intercity London II nel 1997 e parlando di Blasted disse: “Per me la funzione del teatro è quella di farci sperimentare una cosa attraverso l’arte in modo che non abbiamo la necessità di sperimentarla effettivamente nella vita reale. Se sperimentiamo in teatro quello che significa commettere un atto di violenza estremo, magari ne possiamo provare una repulsione tale da impedirci di andare poi a commettere un atto di violenza estremo fuori nelle strade. Io credo che la gente possa cambiare, e credo che  sia possibile, per noi come specie, cambiare il nostro futuro, ed è per questo che scrivo quello che scrivo.” Stessa cosa con Psicosi. Mostrare la tragicità della vita così come la viviamo oggi attraverso la nostra follia e questa grande voglia (Crave) di connettere anima e corpo – unica possibilità di salvezza. Ė la nostra difficoltà nel farlo che ci spinge al suicidio. E magari se riusciamo a provare repulsione per tale scelta vedendo il lavoro di Sarah, se  arriviamo a capire Lei,  forse riusciremo a vedere la nostra vita e la nostra esistenza sotto occhi diversi.  “Cercando di lasciare un segno più duraturo del mio”. Un testo sulla speranza, quindi.

Psicosi è un vortice. Ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo è un concentrato di significati e di rimandi. Un susseguirsi di orgasmi di linguaggi e di sensi. Tutto è estremamente e minuziosamente collegato. Niente è lasciato al caso. Sarah ha impiegato un anno a scriverlo. E poi se ne andata. Per citare il suo illustre collega greco Dimitri Dimitriadis “quando il corpo non riusciva più a sopportare il peso dell’altro corpo, quello dalle mille teste, insaziabile, singolare, anarchico, immortale che si dibatte in ogni corpo che ha pulsioni stravaganti e crudeli”.

Psicosi è il risultato di uno studio dell’animo umano, di una ricerca che ha portato Sarah oltre Crave (lavoro molto collegato a quest’ultimo). La ricerca di un linguaggio poetico teatrale senza precedenti, che conferma ancora una volta il grande talento della sua creatrice. Spero solo di riuscire –  grazie ad un team artistico di enorme valore, grazie a Marco, a Teresa,  a Valentina e a Sonia – a renderle giustizia sul palco.

“per favore aprite le tende”

D.M.

 

 

Sarah Kane (1971 – 1999). Ha debuttato nel 1994 con la trilogia di monologhi Sick; nel 1995 il suo Blasted, (regia di James Macdonald) al Royal Court di Londra, fu accolto da reazioni estreme e contrastanti. In seguito ha scritto Phaedra’s love (Londra, Gate Theatre, 1996), Cleansed (regia di Peter Zadek, Amburgo, Schauspielhaus, 1998) e Crave (regia di Vicky Featherstone, Londra, Chelsea Theatre), e la sceneggiatura di Skin, cortometraggio diretto da Vincent O’Connell e prodotto da Channel 4. Kane ha firmato due regie al Gate Theatre: Phaedra’s love e Woyzeck di Georg Büchner. A seguito della sua tragica scomparsa nel febbraio 1999, il suo ultimo lavoro 4:48 Psychosis è stato rappresentato postumo al Royal Court Theatre nel giugno 2000 (regia di James Macdonald). In Italia la sua opera è stata introdotta per la prima volta al Festival Intercity di Sesto Fiorentino nel 1997 con Blasted, per la regia di Barbara Nativi.

 

Dimitri Milopulos regista, scenografo, costumista, autore, attore, grafico. Nel 1988 fonda insieme a Barbara Nativi e altri collaboratori il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity di cui è direttore artistico dal 2005.

Dirige  – oltre ai propri – testi di Barbara Nativi, David Ireland, Gaspare Baglio, Dimitri Dimitriadis, Letizia Russo e firma le scene di più di 50 produzioni su testi di autori come Sarah Kane, Jon Fosse, Jean-Luc Lagarce, Sergi Belbel, Barbara Nativi, Michel Tremblay, Martin Crimp, Michel Marc Bouchard, collaborando con registi come: Barbara Nativi, Irene Aho, Jon Tombre, Rickard Günther, Roxana Silbert, Dominic Dromgoole, David Ferry, Runar Hodne.

 

Marco Baraldi pianista e docente per quarant’anni all’Istituto Superiore di studi musicali di Livorno, si è sempre dedicato anche alla composizione firmando le musiche di scena per molti  spettacoli diretti da Barbara Nativi, Angelo Savelli, Andrea Bendini e altri registi italiani e stranieri. Ha collaborato con Ugo Chiti realizzando la colonna sonora per il film Albergo Roma, composto le musiche per un balletto commissionato dalla Biennale di Venezia e pubblicato per la Harpers & Collins di Londra una serie di audio su testi di Magdalen Nabb.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

9 febbraio ore 21

Jazz Cafè 4tet in concerto

 

“IL JAZZ E LA NOTTE”

 

voce Teresa Fallai

pianoforte Giovanni Vannoni

batteria Massimiliano Balli

contrabbasso Federico Paoli

 

 

 

“Che cos’e’ il jazz ..?Amico, se devi chiederlo, non lo saprai mai ”..scriveva Louis Armstrong a proposito di uno dei generi più amati e inesprimibili di tutti i tempi. Il jazz, nato dal sangue e dal sudore dell’Africa, dal blues, si è incontrato con le tradizioni melodiche europee e si è incarnato nel mistero dello swing.

Il jazz non è un repertorio..ma un modo di sentire , di essere, di stare nel tempo. E’ ebbrezza di suoni..gioia animale di movimenti elastici..melanconia di passioni. Il jazz è la notte..il suo muoversi incantato e imprevedibile.

 

Con questo spirito il quartetto “Jazz Cafè ”si immerge nell’atmosfera musicale vintage dell’America anni ’20, ’30 e ’40, onorandone lo stile senza trascurarne l’interpretazione contemporanea.

Saranno riproposti i meravigliosi standard composti da D. Ellington; G. Gershwin; R. Rodgers etc…e portati al successo internazionale da interpreti quali B. Holiday; S. Vaughan; E. Fitzgerald; Nat King Cole..con alcune chicche italiane e straniere, extra repertorio, riviste in stile jazz.

 

Il pianoforte elegante di Giovanni Vannoni; la batteria vellutata di Massimiliano Balli; il contrabbasso dinamico di Federico Paoli e la voce intensa di Teresa Fallai, attrice e cantante, si uniscono in una formazione classica ma personale, attenta alla varietà delle atmosfere. Musicisti del territorio che da sempre si esibiscono alternando blues, jazz e bossanova ci faranno compiere un viaggio attraverso il jazz e la notte…silenziosa musa, sempre presente.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

16*, 17 febbraio ore 21

*selezionato PassTeatri

DAL PROFONDO DEL MIO CUORE

da DE PROFUNDIS

di Oscar Wilde

adattamento, scene e regia Dimitri Milopulos

con Daniele Favilli

musiche originali Marco Baraldi

pianoforte Marco Baraldi

violino Sofia Astarita

mixaggio Federico Ciompi

si ringrazia per la collaborazione Davide Morelli

In collaborazione con il Florence Queer Festival.

 

Si dice “l’amore è cieco”. Nulla di più vero. Così Oscar Wilde, uomo forte ma anche fragile, grande letterato e grande frequentatore e animatore dei salotti borghesi di Londra – ma anche di altri salotti dove troneggia il piacere e la lussuria – si innamora di Lord Alfred Douglas, detto Bosie.

L’incontro sarà fatale. Porterà Oscar alla condanna a due anni di lavori forzati per sodomia e all’incarcerazione. I suoi libri furono ritirati dalle librerie, si abbassò il sipario sui suoi spettacoli,  i suoi beni furono venduti all’asta, i figli gli furono sottratti. Il poeta fu umiliato pubblicamente, distrutto psicologicamente e socialmente, allontanato dalla società, abbandonato, completamente rovinato. Tutto questo per l’amore verso un altro uomo, deplorevolmente chiamato “sodomia”.

Si può castigare la carne ma non lo spirito.

In carcere la mente del poeta e dell’uomo non si spegne. Passarono quasi due anni di carcere duro tra salute precaria e condizioni disumane finche negli ultimi mesi gli fu finalmente permesso di leggere e di scrivere. Oscar ricevette dei fogli di carta, uno alla volta, che una volta riempiti gli venivano ritirati.

Lì, nella sua cella, solo, isolato, allontanato da tutto quello che aveva amato, distrutto, rovinato ma allo stesso tempo lucido e tagliente come la lama di un coltello scrive Epistola: In Carcere et Vinculis successivamente chiamato De Profundis.

La lettera forse più lunga della storia, indirizzata a Bosie, nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, se stesso, tira le somme, consiglia, rimpiange, si strazia, si libera;  un’apologia dell’amore che tutto innalza e tutto distrugge.

A queste pagine di letteratura e di umanità (che sono state rese pubbliche integralmente solo nel 1962) è ispirato Dal profondo del mio cuore. L’idea è quella di entrare a spiare in punta di piedi l’intimità di un uomo, nel momento della più grande delle sue sofferenze, quella dell’ amore “che non riesce a pronunciare il suo nome”, e della sconfitta nell’assordante isolamento della sua cella.

 

Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama….

Alcuni lo fanno con uno sguardo amaro….

Alcuni uccidono il loro amore da giovani, e altri da vecchi….

Alcuni amano troppo poco, altri troppo a lungo…

(da Ballata del Carcere di Reading)

 

Sono passati 120 anni da quell’infausto periodo ma oggi come allora viviamo in una società che etichetta, giudica, si professa “moderna” e libera ma ancora oggi libera non è. Siamo tutti imprigionati all’interno di gabbie mentali di diversità, di paura, di pregiudizio. Siamo vittime di amori “sbagliati” che ci risucchiano l’anima, ci annullano, ci portano all’autodistruzione.

Le emozioni di Oscar Wilde durante la prigionia in cella e durante la prigionia in libertà – quando era fuori dal carcere ma comunque ingabbiato nel giudizio della società – sono le stesse emozioni che tante persone vivono oggi, perché etichettate e rifiutate dal mondo che le circonda.

  1. M.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

22, 23, 24 febbraio ore 21

INSONNIA

dalle opere di Marina Cvetaeva

di e con Valentina Banci

 

 

 

Entrare dentro l’anima e l’opera di Marina Cvetaeva è come viaggiare in un continente senza confini. Terrorizzata dalla sua vastità ho capito presto che potevo tentare di parlare di lei solo servendomi dell’impossibilità di farlo, abbandonandomi alle sue suggestioni senza cercare di seguire un discorso intellettuale. In tutti i lunghi quindici mesi di lavoro alla drammaturgia è stato come viaggiare sempre sulle montagne russe, seguendo lo scartare improvviso del suo sentire; sempre contro, sempre libero, imprevedibile e totale, come la sua vita.

 

C’è una donna in un luogo semi-buio e misterioso, il pubblico è così vicino a lei da poterla toccare con una mano, da sentirne il battito del cuore, il respiro. No, il pubblico non esiste, la donna e chi ascolta sono una cosa unica, un solo essere. La donna non dorme, non vuole dormire. E per combattere contro il sonno si aggrapperà  alle parole delle sue poesie, come ad una zattera in un mare in tempesta, come all’ultima possibilità. Ribaltando ogni linearità drammaturgica si inizia così proprio dall’epilogo per finire con un prologo in prosa che rimetterà insieme tutti i frammenti della prima parte per parlarci di una vita, la vita della donna.

 

La donna è Marina Cvetaeva, una delle voci più potenti della poesia del ‘900,  morta suicida dopo una vita durissima che non le ha risparmiato niente: dagli anni bui della Rivoluzione Russa quando la fame e la miseria portano via la sua secondogenita di soli due anni e mezzo,  agli anni in cui ha vagato da intellettuale, dissidente per mezza Europa ancora nella miseria più nera, fino al suo ritorno nella  Russia stalinista,  quando la figlia ed il marito furono arrestati e lei rimase sola e senza aiuto con il figlio minore senza poterli rivedere mai più, così che arrendersi non le parve l’unica possibilità e si tolse la vita impiccandosi.

Questa donna forte malgrado tutto e geniale e libera ci viene a raccontare la solitudine dell’artista in un mondo che non può, che non vuole comprenderlo.  Un essere trasparente  nell’atto disperato di non cedere al buio, ci sussurrerà dell’impossibilità di vivere dentro la propria “ moltitudine insaziabile “carichi di un talento che l’esistenza non può contenere e della violenza di una società che non vuole e non può riconoscere il vivere di poesia e il pensiero libero.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

24 febbraio ore 15

ANNI IN MOVIMENTO

a cura di Giacomo Aloigi, Bruno Casini e Carlo Gardenti.

“Incontri,documenti visivi, immagini, suoni, vinili, teatro, libri, culture giovanili.1970-1990 a Firenze”

 

 

Un pomeriggio domenicale  in cui raccontiamo  due decenni a Firenze attraverso la voce di alcuni protagonisti che raccontano le loro avventure culturali attraverso  vinili, libri, fotocopie, documenti, video, esperienze.

Si ringrazia il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino.

Sarà allestito un piccolo bookshop con libri e memorabilia.

 

 

I 10 vinili della vostra vita:

 

GardentiVision  presentano Simone Siliani (ex Assessore alla Cultura Comune Firenze)

Bruno Casini presentano Antonio Aiazzi (Litfiba,Beau Geste)

Giacomo Aloigi presentano Nicola Vannini (ex Diaframma,Soul Hunters,Audioglobe)

 

ed inoltre Nicola Vannini parla con Giacomo Aloigi su:

“Dalla Rokkoteca Brighton al Marquee. La nascita della new wave fiorentina tra Settignano e Londra”.

 

 

Incontro Anni 70  curato da Bruno Casini :

“ 1969- 2019: Lo Space Electronic e dintorni a Firenze”  con Vincenzo Ponticiello (Spettri) and Others.

 

 

Saranno presentati  video originali dall’archivio della GardentiVision, presentati da Carlo Gardenti con ospiti:

 

Overload – Steps. ( 2.50 min)

Gli Overload erano un quartetto composto da un fiorentino e tre sestesi di musica Rock con riferimenti alla musica Inglese. Una strana formazione Voce, basso, batteria e minimoog. Fecero un EP con 6 brani nel 1986. Poi scritturati da un’agenzia ebbero un po’ di promozione anche estera. Fecero un concerto all’Hammersmith Odeon di Londra che fu ripreso dalle telecamere di Italia 1 (Mediaset) e trasmesso tempo dopo su quella stazione tv.

 

Litfiba al Tenax. (6.15 min).

Sono delle parti del concerto che furono girate per un servizio giornalistico mai realizzato, per questo non ci sono brani interi. Si vedono anche alcuni locali del Tenax come erano in quegli anni.

 

Mon Bijou – Just a Lover (7 min)

I Mon Bijoux erano un gruppo Fiorentino formato da Massimo Tilli, chitarrista degli Sniff (gruppo di rock demenziale che aveva avuto un po’ di visibilità alla fine degli anni ’70). Francesco Calamai ex batterista (e membro fondatore dei Litfiba). Antonio Torrini, ex bassista degli Alcool, gruppo rock Fiorentino che aveva realizzato un EP nel 1981. Il video fu realizzato per la promozione del singolo della canzone Just a Lover prodotto dalla Materiali Sonori.

 

Sfilata dei Milanesi al Manila (20 min).

Oltre alla sfilata ci sono anche le interviste fatte da Cascone  (all’epoca di Controradio).

Erano riprese e interviste effettuate per una video rivista di moda. A sfilare ci sono anche personaggi conosciuti della movida Fiorentina.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

1, 2,3 marzo dalle ore 21

SESTO JAZZ FESTIVAL

a cura della Scuola di  Musica di Sesto Fiorentino

in collaborazione con Music Pool- Network Sonoro e Teatro della Limonaia

 

Sulla scia di una tendenza già presente nelle ultime edizioni, il Sesto Jazz Festival conferma nel 2019 la volontà di offrire uno sguardo sempre più ampio al  panorama internazionale, con l’intento di offrire agli appassionati proposte autenticamente cosmopolite e “contemporanee”, con una serie di artisti di grande spessore capaci di spingere il Jazz verso sempre nuove soluzioni comunicative.

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venerdì  1 marzo ore 21.00

 

RAINBOW JAZZ ORCHESTRA

Duccio Bertini direttore

Special guest  – BEN VAN GELDER – Sax

Nata da un’idea di Duccio Bertini, che ne è direttore e arrangiatore, la Rainbow Jazz Orchestra riproduce il suono autentico delle orchestre jazz americane degli anni Trenta e Cinquanta eseguendo un repertorio decisamente eterogeneo e misurandosi con le partiture orchestrali più disparate, dallo swing-era fino al jazz contemporanea.

 

 

sabato 2 marzo, ore 21.00

 

Duo

SIMONE GRAZIANO – Piano

DAVID BINNEY – Sax alto

 

Nato nel 1961 a Miami e trasferitosi a New York all’età di 19 anni, David Binney è un sassofonista e compositore molto attivo ed influente. Sapiente miscela di ricerca e autocontrollo, la sua musica presenta echi della lezione di maestri del passato come John Coltrane o Ornette Coleman.

Simone Graziano, fiorentino, classe 1979,  si sta affermando principalmente per le sue doti di pianista e compositore, grazie ad un tipo di musica che sta influenzando la nuova generazione di musicisti italiani. Diplomato al Conservatorio Cherubini di Firenze ha approfondito lo studio del linguaggio jazz frequentando la Berklee School of Music di Boston.

 

 

La programmazione del 3 marzo al momento è in via di definizione.

 

 

 

Intercity Winter 2019

Teatro della Limonaia

17 febbraio 2019 ore 16.30

Pupi di Stac

PREZZEMOLINA (da 4 a 10 anni)

di Laura Poli

regia Laura Poli

scenografie Massimo Mattioli

musiche Enrico Spinelli

burattini  Pupi di Stac

costumi Pupi di Stac

Da anni ormai lo spettacolo è divenuto il cavallo di battaglia della Compagnia fiorentina dei Pupi di Stac. Scritto da Laura Poli rielaborando antichi racconti popolari, il testo contiene numerose tematiche, tipiche della letteratura infantile, che si intrecciano come in un gioco collettivo del quale i piccoli spettatori sono una componente fondamentale: l’onestà e la tenacia della famiglia di poveri boscaioli, il tema del bambino/bambina rapito dalla strega per farle da servo, la lotta di potere fra i malvagi, il motivo dell’amicizia e della solidarietà tra i deboli e gli oppressi. I bambini sono sempre presenti al momento di aiutare, o salvare dal pericolo, i personaggi dalle teste di legno, che si muovono nell’avvincente storia, fino all’immancabile lieto fine.

 

BIGLIETTI IN PROMO ARCIGAY – 12€ per gli spettacoli Intercity Winter e 10€ per gli eventi Sesto Jazz

info e prenotazioni

dal lunedì al venerdì 11-18, il sabato 16-19

(è possibile prenotare online e via e-mail)

www.teatrodellalimonaia.it  [email protected]