Bufera “Venerdì credici”, la solidarietà delle associazioni lgbt al Cassero di Bologna

  

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Bologna, 19 marzo 2015 – Con profonda amarezza osserviamo il fuoco incrociato sollevato in questi giorni nei confronti di uno degli storici avamposti del movimento lgbt italiano, il Cassero di Bologna. Alle amiche e gli amici del Cassero innanzitutto trasmettiamo la nostra piena solidarietà, tanto per i rigurgiti fascisti di cui sono bersaglio dalla feccia che circola nel web, quanto per i pelosi rimproveri, politicamente corretti nella forma e assolutamente ipocriti nel contenuto, di buona parte del mondo politico. E soprattutto, trasmettiamo la piena solidarietà alle compagne e ai compagni del Cassero per l’accostamento indegno al fenomeno dell’Isis che giunge dalle bellicose stanze curiali, dove evidentemente soggiorna chi gode a maneggiare la materia del terrore. Neppure il clamoroso errore di quelle fotografie  – a cui rimproveriamo soltanto una miopia in  termini di opportunità –  può giustificare il reiterarsi, a destra e a sinistra, di una retorica che  mente spudoratamente  sui rapporti di forza tra comunità lgbt e lobby clericale, nel tentativo di travestire i lupi da agnelli. Questa vicenda, in altri termini, non  modifica minimamente la marginalizzazione a cui da sempre, non da oggi, la lobby cattolica, abile ricattatrice, condanna le persone gay, lesbiche e trans.  Il veto dei clericali – cioè della parte reazionaria dei cattolici –  si è tradotto nel tempo non solo nell’assenza di leggi, ma perfino nello stralcio di quelle poche che avrebbero potuto aprire minimamente uno spiraglio. Ma non basta: la Chiesa “inquina” metodicamente i servizi pubblici con la propria ortodossia, arrivando a determinare la negazione dei diritti e l’imposizione di modelli sociali e culturali. Succede ad esempio e nei consultori per l’interruzione di gravidanza, attraverso un’obiezione di coscienza organizzata col silenzio complice  degli enti pubblici. E proprio a Bologna si ricorderà l’umiliazione di quei fedeli in preghiera davanti al policlinico Sant’Orsola, a infierire su donne in difficoltà. Succede nelle scuole per l’infanzia, che proprio a Bologna sono state oggetto di un referendum popolare, con il quale i bolognesi hanno manifestato inequivocabilmente il rifiuto del modello che finanzia con soldi pubblici le scuole paritarie private. Eppure a Bologna come in tutta Italia ai bambini e alle bambine viene negato il diritto costituzionale a una scuola pubblica, e vengono obbligati, credenti e non, a frequentare altre strutture, molto spesso cattoliche, dove l’omotransfobia è facile che sia addirittura insegnata. Succede negli ospedali, dove i soldi pubblici vengono spesi per pagare lo stipendio a preti cattolici, a caccia di anime da indottrinare. Succede nelle piazze delle Sentinelle in Piedi (persone che manifestano contro i diritti degli altri) o nei luoghi pubblici e ecclesiastici (cioè detassati) in cui si tengono i convegni contro la cosiddetta “Ideologia del gender”, l’ultima balla messa in campo dagli integralisti cattolici  per realizzare il proprio terrorismo culturale. E proprio Bologna, questa sera, ospiterà uno di questi incontri. Lungi da noi l’intenzione di generalizzare il mondo cattolico in questi fatti: siamo ben consapevoli dell’esistenza di parti dialoganti in quel mondo, che in più occasioni abbiamo trovato al nostro fianco nelle nostre battaglie. Tuttavia è sotto gli occhi di tutte e tutti la metodica interferenza della parte reazionaria nei luoghi e negli ambiti che la nostra Costituzione vorrebbe sotto tutela.

Le fotografie irriverenti di una notte goliardica non vanno nemmeno lette come una claudicante reazione a tutto questo, perché rispetto a tutto questo sono niente. E di questo devono avere coscienza le persone che a parole si professano dalla parte dei diritti, perché per essere onestamente in campo in questa battaglia bisogna avere occhi spalancati e distinguere bene il lupo dall’agnello. Ma soprattutto bisogna denunciare sempre, a voce alta, non solo quando conviene. Altrimenti,  al di là delle belle parole,  si sta evidentemente lavorando per il lupo.

 

 

Flavio Romani – Arcigay
Paola Brandolini – Arcilesbica
Fiorenzo Gimelli – Agedo
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno
Cathy La Torre – MIT
Yuri Guaiana – Associazione Radicale Certi Diritti
Aurelio Mancuso – Equality Italia