![](https://i0.wp.com/centaurus.org/wp-content/uploads/2020/02/Bullismo_omofobo_il_racconto.jpg?ssl=1)
Il sovrintendente Vincenzo Gullotta interviene, dopo la segnalazione di Arcigay Centaurus, sulle pagine del quotidiano Alto Adige dicendo che nei prossimi giorni la dirigente incontrerà la famiglia e il ragazzo di cui l’associazione ha raccolto il racconto. “Non è però corretto sostenere che il ragazzo sia stato lasciato solo. La scuola si era confrontata nelle settimane precedenti con lo studente, proponendo attività e percorsi. Adesso occorre capire quanto il ragazzo voglia partecipare al percorso proposto.”
![](https://www.arcigay.it/wp-content/uploads/2020/02/Bullismo_omofobo_Vincenzo_Gullotta.jpg)
Siamo lieti di leggere le dichiarazioni del sovrintendente ma sono necessarie alcune precisazioni.
Arcigay Centaurus nel dire “Non si può lasciare da soli questi e queste ragazz*” si riferiva alla capacità della scuola di prevedere la presenza di questi studenti e di attivare formazione adeguata nel personale scolastico al fine di prevenire queste situazioni e di migliorare gli interventi a protezione delle vittime di bullismo.
Dalla situazione denunciata dal ragazzo è emersa una scarsa conoscenza delle dinamiche specifiche del bullismo omofobico da parte della dirigenza. Quindi una solitudine che ha a che fare con il non esser visti e riconosciuti e di proposte d’intervento che non hanno fatto sentire sicura la persona vittima di bullismo, piuttosto che un disinteressamento tout-court della scuola.
Siamo infatti lieti di apprendere che c’è un buon servizio di sostegno psicologico nelle scuole, perché un sostegno va sicuramente offerto a chi è vittima di bullismo, ma mai imposto. Però se questa è l’unica misura messa in atto si può generare un effetto perverso. Quello di comunicare alla vittima di bullismo e agli altri (bulli compresi) che il problema è in lui. Quindi di fatto colludere con il clima omofobico che ha come primo obiettivo evidenziare una presunta inadeguatezza sociale e personale della persona vittima di bullismo.
Sentiamo la necessità di sottolineare come il bullismo omofobico affonda le sue radici nella disuguaglianza di genere, e opera per una formazione di genere specifica – in qualche modo autoeducativa – nei giovani. Questa forma di bullismo opera per affermare una maschilità egemonica, che coincide con il substrato culturale che legittima la violenza maschile di genere, contro le donne, i minori e le soggettività in qualche modo percepite come inadeguate per le norme di genere.
La letteratura scientifica sul bullismo ci dice che quello a matrice omobitransfobica è tra i più difficili da denunciare perché se i contesti sono poco preparati possono – anche quando animati dalle le migliori intenzioni – operare vittimizzazione secondaria e spostare il focus dal problema sociale a una problematizzazione personale.
Pertanto chiediamo come esperti professionisti anche dei processi educativi e dei contesti scolastici un incontro con il sovrintendente, non certo per entrare in merito a questa peculiare situazione, ma per offrire spunti di analisi per le peculiarità di queste situazioni più in linea con la letteratura scientifica e che guardi non solo all’intervento “riparativo” (come in questo caso) ma anche al fondamentale intervento preventivo.
L’articolo Bullismo omofobo a scuola, Arcigay Centaurus risponde al sovrintendente Vincenzo Gullotta proviene da Centaurus Arcigay Südtirol Alto Adige.
Articolo tratto da https://www.lgbt.bz.it/
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