“Permessi di soggiorno per i migranti, l’escamotage dell’orientamento sessuale”: la precisazione di Arcigay

  
Alla c.a di Francesca Ronchin
e della redazione CorriereTv
In merito all'articolo "Permessi di soggiorno per i migranti, l’escamotage dell’orientamento sessuale" di Francesca Ronchin vorremmo precisare quanto segue:

– Arcigay è un'associazione di oltre 50mila soci e socie. La tessera Arcigay non certifica orientamento sessuale o identità di genere di chi la possiede, fatto ben noto ai giudici e agli operatori che si occupano di asilo e accoglienza.
– In molti degli oltre 50 circoli territoriali di Arcigay sono presenti sportelli che si occupano dell'accoglienza dei migranti lgbti. A questo proposito, va ricordato che il tema delle persone lgbti che scappano da Paesi in cui il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere è motivo di discriminazioni, violenze, persecuzioni, fino ad arrivare al carcere o alla pena di morte, è reale e gravissimo. Nel 13esimo rapporto sull'omofobia pubblicato da Ilga a inizio anno, si parla di 68 Paesi in cui l'omosessualità è reato più altri due, Egitto e Iraq, in cui le persone omosessuali vengono perseguitate pur in assenza di una normativa specifica. A questi vanno sommati i Paesi in cui l'omosessualità è stigmatizzata socialmente, con l'indifferenza complice dello Stato. Dalla XV legislatura, cioè da più di un decennio, l'Italia riconosce a queste persone il diritto d'asilo. Queste persone solitamente scappano non solo dai Paesi d'origine ma anche dalle proprie comunità di riferimento, perché l'omotransfobia non resta nel Paese di origine ma li accompagna per tutta la fuga. Sono persone che, giunte nel nostro Paese, subiscono il fuoco incrociato del razzismo del Paese che accoglie e dell'omotransfobia di amici e familiari: una condizione grave alla quale solo il mondo associativo, coi propri scarsi mezzi, tenta di dare sostegno.
– Se esistono avvocati che consigliano alle persone migranti non lgbti di utilizzare l'escamotage dell'orientamento sessuale per ottenere l'asilo, una volta per tutte vogliamo chiedere loro di smetterla, perché questo "escamotage" mette in pericolo i più deboli, cioè le persone lgbti, che rischiano, nel sospetto incremento dei casi, di non essere creduti e di vedere la loro richiesta d'asilo respinta. E' un fatto di coscienza e alla coscienza di questi avvocati ci appelliamo affinché si smetta questa cinica guerra tra poveri.
– Arcigay non fa da sponda a questi avvocati, ma il servizio da voi pubblicato lascerebbe intendere questo. Da parte nostra c'è la convinzione di operare in tutt'altra maniera, consapevoli della fragilità del sistema dell'accoglienza e dei pericoli enormi a cui questi "escamotage" lo espongono, con costi umani tutti a carico delle persone migranti. L'intervista fatta ad uno degli operatori è stata riportata solo parzialmente confondendo le diverse attività svolte, tesseramento, formazione, socializzazione e accompagnamento nelle richieste di asilo. Siamo sempre disponibili a spiegare nel dettaglio ciò che facciamo, a tutela dei tanti volontari che, con serietà, ogni giorno, lavorano in questo ambito.  

Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay

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