Gay, Arcigay ad Alfano: “Nessun paletto sulle unioni, il dibattito sui diritti non può essere come il mercato delle vacche”

  

Il presidente dell’associazione lgbt replica al leader dell’NCD: “Niente reversibilità? Verremo a Roma a prendercela”

 

Bologna, 21 ottobre 2014 – “Inaccettabile iniziare una discussione con questi presupposti. Alfano la smetta di fare il mercato delle vacche, ci risparmi i suoi arroganti aut aut e lasci al Parlamento la discussione”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, replica alle dichiarazioni del segretario di NCD Angelino Alfano che pone  tre paletti al dibattito sulla legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso. “Tre questioni – dice Romani – che sono sbagliate nel metodo e nel merito e che ancora una volta sottolineano la faziosità del vicepremier. Alfano – dice Romani – confonde il matrimonio con una proprietà in suo possesso, che può concedere o meno; invece il matrimonio è un diritto, al quale tutte e tutti devono poter accedere. E pone il suo “niet” anche sulle adozioni Alfano, negando l’evidenza del definitivo sgretolamento del modello familiare che lui sostiene come unico possibile, e condannando migliaia di nuove famiglie, minori inclusi, a una vita ad ostacoli, che trova ragione solo nel piglio autoritario del leader di una forza politica che cammina sui crinali del quorum. Il legislatore non potrà mai negare a gay e lesbiche la possibilità di essere genitori: Alfano questo se lo deve mettere in testa. Il suo paletto serve solo a complicare questo percorso, a renderlo pieno di ostacoli, ad infierire su famiglie che già sentono il peso della crisi da cui una classe politica inadeguata non riesce a farle uscire. E infine parla di reversibilità il vicepremier, imponendo che venga esclusa dalla legge. Questo è surreale – attacca Romani – un vero e proprio furto di Stato, che tenta di nascondersi dietro al dito dei conti da far quadrare. Ma i conti in Italia non tornano da un pezzo e non di certo per la reversibilità della pensione all’interno delle coppie gay o lesbiche, semmai per l’inadeguatezza e in alcuni casi perfino la disonestà di una classe politica. Gay e lesbiche – dice Romani – pagano le tasse e versano contributi previdenziali da sempre: la reversibilità è dovuta, la discussione non si apre nemmeno. Se non sarà inclusa la reversibilità  – conclude Romani –  verremo a Roma a prendercela”.