Unioni civili, Arcigay a Renzi: “L’approvazione è il traguardo ma tempo e mediazioni non devono compromettere il risultato”

  

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Bologna, 29 dicembre 2015 – “Abbiamo ascoltato con attenzione gli impegni presi da  Matteo Renzi in tema di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso e apprezziamo la determinazione con cui il premier ha definito il traguardo dell’approvazione della legge sulle unioni civili nei primi mesi dell’anno, oltre allo sblocco della legge contro l’omotransfobia”: Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, commenta le parole del Presidente del consiglio alla conferenza stampa di fine anno. “Tuttavia – prosegue Piazzoni – non possiamo lasciare questo traguardo avvolto nell’indeterminatezza dei tempi e del merito delle questioni, perché da sempre quell’ambiguità è stata la sua peggior nemica. Pochi giorni fa, quando la Grecia ha esteso l’istituto delle unioni civili alle coppie di gay e lesbiche, il primo ministro Alexis Tsipras non ha potuto fare a meno di sottolineare il ritardo con cui giungeva  quella riforma, ritardo che ha chiamato “stagione di vergogna” e che ha avuto un contraccolpo concreto nella vita delle persone. Occorre perciò interrompere anche in Italia un’attesa che crea una diseguaglianza reale nella vita di tanti cittadini e cittadine. Dobbiamo fare presto, dice il premier, è un fatto di giustizia, di equità e di dignità.  E su questo non possiamo che essere d’accordo. Ma oltre a questo, anzi proprio per questo,  è necessario definire con chiarezza l’obiettivo che si intende centrare: la proposta di legge in discussione al Senato non riesce a puntare all’uguaglianza piena ma  all’interno del dibattito parlamentare ha già trovato un equilibrio su alcuni punti di uguaglianza sostanziale, fra cui la stepchild adoption. L’obiettivo è raggiunto in quei punti  e nell’equilibrio che tutti assieme rappresentano nel testo di legge, non al di sotto. Il dibattito fa sempre bene, nessuno vuole imbrigliarlo: ma al dibattito bisogna arrivare con le idee chiare e con un meta fissata. Perché come esistono, dentro e fuori dal Partito Democratico, parlamentari che vorrebbero ridimensionare quella legge, esistono anche eletti e elette, oltre a tutto l’associazionismo lgbt compatto e a gran parte del paese, che vorrebbero l’estensione del matrimonio egualitario, che resta un obiettivo ma che soprattutto deve avere un peso e una considerazione nell’attuale dibattito sulle unioni civili. L’auspicio, allora, è che si faccia presto e si faccia bene: quella legge parla di persone che chiedono di essere uguali alle altre, non semplicemente un po’ meno diseguali di prima”, conclude Piazzoni.