Bologna: sì alle case per le coppie di fatto

  
Carlo Monaco

Carlo Monaco

Le pressioni di Arcigay su Giunta, sindacati e forze politiche di Bologna non sono rimaste inascoltate. Ieri pomeriggio in Consiglio Comunale si discuteva del nuovo regolamento di assegnazione degli alloggi pubblici. A sorpresa l'Assessore all'urbanistica Carlo Monaco, vicino al sindaco Giorgio Guazzaloca, nell'illustrare la proposta di nuovo regolamento, ha approfittato di un momento di distrazione della maggioranza di destra del consiglio comunale per accogliere alcuni degli emendamenti proposti dai Consiglieri DS.

Uno di questi in particolare prevedeva l'eliminazione del riferimento al matrimonio dal regolamento di assegnazione degli alloggi: il punteggio viene così garantito a tutti i nuclei familiari di recente formazione. Per nucleo familiare si rimanda alla legge regionale in materia che parla di coppie sposate o conviventi da almeno due anni.

Il blitz è riuscito all'assessore Monaco, in seguito alle pressioni di Arcigay e della Cgil, oltre che dell'opposizione consiliare, anche per una temporanea assenza dei consiglieri della destra, che detengono la maggioranza. In particolare vale la pena ricordare che AN, in Regione, aveva messo in atto un duro ostruzionismo contro la legge che prevedeva una definizione allargata di nuclei familiari.

Durante la sua relazione, infatti, l'assessore Monaco, accortosi che la maggior parte dei consiglieri era fuori dell'aula, ha semplicemente osservato che "è ragionevole accettare gli emendamenti presentati, dato che la legge regionale già prevede un simile orientamento", senza entrare troppo nel merito e degli emendamenti e della legge regionale in materia di politiche abitative. Quando i consiglieri di maggioranza sono rientrati si sono limitati ad attenersi alle indicazioni di voto dell'assessore, votando così a favore dell'apertura alle coppie di fatto. Il giorno dopo l'imbarazzo a destra è palpabile, e come commenta qualche consigliere: "adesso che glielo spiega al cardinale Biffi?".

"Sarebbe stato più difficile spiegare un esito contrario – commenta il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice – agli abitanti di una città, quale il capoluogo dell'Emilia Romagna, dove il 25% dei nuclei familiari è composto da famiglie non sposate, e dove i bambini nati da queste famiglie rappresentano, nel primo semestre del 2001, il 26,3% del totale".


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