Arcigay: Matrimonio, lettera aperta al Partito Democratico

  

Caro Partito Democratico,

per bocca di Rosy Bindi ci inviti a usare la fantasia per sposarci.

Ti assicuriamo che di fantasia ne abbiamo investita, e pure molta, per aggirare gli insidiosi ostacoli all’eguaglianza in questo paese. E tra questi c’è il tuo “no” a una legge che permetta finalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e che possa finalmente dare dignità agli affetti di migliaia di cittadini e garantire loro pari diritti e doveri.
Per sposarci ci siamo trasferiti all’estero, sempre all’estero abbiamo affittato appartamenti per avere residenze utili a coronare il nostro sogno di uguaglianza. Ci siamo commossi di fronte ai “sì” in festicciole simboliche con celebranti improvvisati e abbiamo scambiato promesse pubbliche di matrimonio.  Ci siamo umiliati cercato inutilmente di redigere contratti che regolamentassero i nostri amori. Ci siamo persino presentati nei Comuni, e nei tribunali italiani, a chiedere il matrimonio civile e continuiamo a iscriverci in registri simbolici delle coppie di fatto istituiti in un centinaio di Comuni italiani illuminati.

Ora basta.

Basta gare patologiche a inseguire i valori non negoziabili di altri. Basta chiacchiere, documenti, lavori di commissione, tavoli o ordini del giorno interpretabili a fisarmonica. Basta bugie come quella che ripeti ossessivamente e cioè che la Costituzione vieta il matrimonio, una affermazione falsa e smentita da sentenze della Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione. Basta rigurgiti di omofobia, basta convulsioni antidemocratiche e basta all’incubo di una propaganda inquinata tra accelerazioni e decelerazioni, aperture e chiusure.

Il tuo “no” al matrimonio per persone dello stesso sesso è così chiaro, diretto e limpido che non ci lascia nemmeno la fantasia di immaginarti come una forza sinceramente di sinistra, progressista ed europea al Governo del Paese.

Chiediamo più democrazia e più libertà e tu rispondi “no”. Noi ci misuriamo con la realtà dell’ingiustizia ogni giorno, e la fantasia te la lasciamo volentieri: vogliamo l’eguaglianza. Che cosa avresti detto nell’America dell’apartheid a fronte della rivendicazione di libertà ed eguaglianza delle persone di colore? Dedicatevi ai sogni? Fantasticate?

Linguaggio, concetti, azioni, diritti concreti: l’eguaglianza richiede chiarezza e coerenza. Attenzione, la nostra gente combatte da 40 anni e chiedendo pazienza e fantasia tu tiri la corda molto oltre il sopportabile. Vuoi tornare pazientemente al governo tra 40 anni?

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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