Ciro e Guido sposi A Milano come a Manhattan

  

di Giulia Bonezzi
MILANO HA VENT’ANNI più del suo sposo eppure sembra il più emozionato Guido Lanza, 62, che ieri, nel tempio valdese di via Francesco Sforza, ha detto sì a Ciro Scelsi, 42, il compagno con cui vive da sette anni. E la loro è la prima unione omosessuale benedetta a Milano. Completo grigio perla su camicia scura per Guido, analista programmatore, l’architetto Ciro in abito blu e cravatta fantasia, all’occhiello lo stesso fiore arancio, di quelli che decorano l’altare. Per arrivare a quell’altare ci hanno messo quattro anni, quasi uno intero passato in attesa della risposta del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste italiane, al quale il valdese Guido, e Ciro, di fede battista, avevano chiesto di potersi sposare col rito evangelico che li accomuna. Perché nel mondo protestante la scelta di benedire coppie dello stesso sesso è lasciata alle diverse Chiese. Anche se il matrimonio celebrato ieri non ha valore legale: servirebbe un passaggio legislativo, come quello appena avvenuto a New York. E il sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, pur esprimendo «rispetto per i valdesi», è tornato a dire no: «Sarebbe contro la Costituzione». «Si dirà che si sarebbe potuto attendere che la Repubblica italiana varasse una legge per cui una coppia solidale dello stesso sesso potesse siglare un patto suffragato giuridicamente da diritti e doveri – osserva il celebrante, il pastore Giuseppe Platone -. Il mondo valdese, che si esprime nel Sinodo, ha pensato che di fronte alla domanda concreta di fratelli e sorelle che si amano fosse giunta l’ora». Una funzione lunga, durante la quale si cita spesso il «comandamento nuovo» di Gesù – «Amatevi l’un l’altro come io vi ho amati» -, ma il momento cruciale è di poche parole: «Mi dono a te. Ti amo». La pastora Anne Zell, punto di riferimento della coppia, impone una mano sulla testa bianca di Guido, l’altra su quella stempiata di Ciro: «Dio è amore. Dio sostenga il vostro amore. Amen». Un casto bacio sulla soglia della Chiesa, Guido sorride, Ciro risponde: «Perchél’abbiamo voluto? Essendo credenti, ci sembrava naturale». E ricorda: «Sono trent’anni che gli omosessuali si battono per questo». «Un piccolo grande fatto storico – dice Franco Grillini, che anche a questa battaglia ha partecipato da storico presidente dell’Arcigay -, perché si dice con chiarezza che non c’è contraddizione tra cristianesimo e omosessualità», contro le interpretazioni «letteraliste» del «Vangelo spesso usato come proiettile». Festeggia anche Aurelio Mancuso, altra ex guida dell’Arcigay, e cattolico: «Purtroppo la Chiesa arriva sempre ultima, ma nei secoli è cambiata, e dovrà cambiare ancora. Non dispero».


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