Lady Gaga infiamma l’Europride

  

ROMA – “Chiediamo uguaglianza piena. Sono arrabbiata come voi. Dobbiamo dare prova della nostra rabbia e della nostra pena e difendere l’amore. Facciamo la rivoluzione dell’amore”. Il ciclone Lady Gaga investe il Circo Massimo, facendo raddoppiare il numero dei partecipanti che, dai cinquecentomila della Big Parade, passano al milione dichiarato dagli organizzatori. E cercando di dare una sferzata ai governi che non sono ancora pronti a concedere parità di diritti alle persone omosessuali e transessuali. Incluso quello italiano. Poco più di trenta minuti di esibizione, durante i quali ha dapprima preso posizione sulla questione dell’uguaglianza Glbt , e poi ha interpretato al pianoforte Born this way e The Edge of Glory, tra gli applausi e le urla di un pubblico che sembrava pendere dalle sue labbra. Lungo abito nero a quadri di Gianni Versace (l’ultima collezione, come ha spiegato ringraziando Donatella), e una parrucca turchese, oltre agli immancabili occhiali da sole scuri. Alla fine, la star ha affidato a Twitter il commento della serata: “Un’esperienza magica. Sono così commossa”.

La cantautrice ha iniziato la sua esibizione alle 21.20, non senza aver rischiato di inciampare nel suo abito, all’ottavo e ultimo gradino della scaletta che la conduceva sul palco. E’ stata salvata dalla prontezza di riflessi di uno dei suoi dieci collaboratori, che la seguono in questo tour promozionale europeo. Dopo aver intonato a cappella una strofa di “Born this way”, Lady Gaga ha voluto ricordare le sue origini italiane, e il perché del suo impegno per la causa omosessuale: “La prima volta che mi sono avviata in questo viaggio artistico e musicale ero una semplice italo americana, Stefani Joanne Angelina Germanotta. Man mano che mi sono avvicinata a voi con la musica e l’arte e la moda, ho iniziato a celebrare la nostra individualità, e mi è apparso chiaro che la mia missione era diventare parte di questa comunità Lgbt”. Una comunità che l’ha ormai eletta a icona, e la segue, comprando i suoi cd e ballando la musica che fa da colonna sonora a molte serate gay, in tutto il mondo.

Lady Gaga sa qual è la condizione della comunità Glbt italiana: Paolo Patané e Rossana Praitano, del comitato Europride, le avevano fatto recapitare, tramite l’ambasciata Usa, una relazione che evidenziava l’assenza di una legge contro l’omofobia e di leggi sulle unioni civili. Assenza che la cantante conosce bene, anche in altre realtà internazionali: “La diseguaglianza ancora si sente in molti governi. Russia. Lituania, Polonia. Libano. I Paesi del Medio Oriente. Non c’è un solo esempio di cattive leggi. Ci sono tante, troppe leggi che hanno effetto su queste persone che non riescono a integrarsi e che arrivano anche al suicidio. Io sono una cittadina del mondo e chiedo ai governi, lo chiedo qui di fronte al mondo, aiutateci. Quando potremo sposarci? Quando potremo non essere più oppressi”. Parla in prima persona, e racconta anche di “usare internet per cercare una giustizia sociale. Io come voi, voglio essere parte della democrazia e avere una voce in capitolo in questa lotta. Noi vogliamo essere attori di questo cambiamento”. Ricorda il momento in cui i gay hanno iniziato a lottare per i loro diritti, e cita quel 26 giugno del 1969, quando, nel West village di Manhattan è nato il movimento gay, con i cosiddetti moti di Stonewall. Ieri, come oggi, “siamo qui con le bandiere della pace per stare insieme e riunirci. Dobbiamo andare avanti nella difesa dell’amore. Siamo qui per difendere i diritti umani, per porre fine alla discriminazione. Ho parlato di queste cose in tutto il mondo, sempre ricordando le storie che ho ascoltato e visto”.

Sottolineando un leit motiv caro agli organizzatori – “questa non è solo una festa, ma noi siamo qui per difendere l’amore” – ha quindi ringraziato il pubblico per la sua presenza nell’arena del Circo Massimo e per aver utilizzato le sue canzoni durante la sfilata: “Ciao Roma. Mi sono svegliata nel mio albergo in questa città bellissima e subito ho iniziato a sentire l’eccitazione, grazie, grazie tantissimo per aver permesso alla mia musica di poter entrare tra di voi. Sono orgogliosa di essere qui. Grazie a tutti quelli che combattono per la comunità. Grazie per aver permesso alla mia musica di essere parte della vostra sfilata, sono fiera di essere qui”. L’unica volta in cui il suo pubblico non è d’accordo con lei è quando ha ringraziato il sindaco, Gianni Alemanno, “per averci permesso di essere qui”, salutato dai fischi. Infine ha anche scherzato sulla sua sessualità: “Spesso mi hanno chiesto se sono gay. E io rispondo ‘sono figlia della diversità, ho un obbligo morale e voglio fare del mondo un posto migliore. E su una scala da uno a dieci gay, io sono come Judy Garland”. Dopo aver cantato “Born this way” e “The Edge of Glory”, tra le urla del pubblico, si è congedata dicendo: “Ricordate, non siete soli”.

Nel backstage non sono mancati i momenti di apprensione. Come quando, intorno alle 19, il pubblico del Circo Massimo aveva scaraventato in terra le transenne che delimitavano un’area, di fronte al palco, riservata ai circa duemila ospiti invitati – oltre ai giornalisti. Tra la security è scattata l’allerta. Poco prima dell’arrivo della regina della trasgressione, l’accesso al backstage è stato sbarrato, anche agli accreditati. Quando la Range Rover dai vetri oscurati con a bordo Lady Germanotta è entrata, alle 20, per piazzarsi a un metro dal camper-camerino di venti metri per tre, la polizia ha dovuto faticare non poco per contenere i fan. Lunghe unghie rosse, kimono arancione, era affiancata dalla sua coreografa e amica, Laurieann Gibson. E’ stata lei, per tutta la serata, a fare da tramite con gli organizzatori. Sempre lei ha chiesto di vedere, prima dell’esibizione, che tipo di asta per microfono era stata preparata sul palco. La scaletta dell’evento ha subito continue modifiche e aggiustamenti. A cominciare dalla richiesta, fatta tramite la Gibson, di essere presentata non solo da Claudia Gerini (madrina della serata), ma da Patané e Praitano. Preoccupata che il suo fosse presentato come un momento di “svago” e non come un accorato appello ai governi per i diritti dei gay.

Venti in tutto gli uomini della security che hanno creato un corridoio tra il camerino e il palco, e che non hanno però impedito all’istrionica artista di scambiare alcune parole con i fan. In particolare, con una Drag Queen bionda, del gruppo dei Karma B: “You look beautiful”, le ha detto. Alle 22.20, Lady Gaga ha abbandonato il camerino. Cambio d’abito, quello usato per l’esibizione è stato caricato sulla stessa auto con i bagagli prelevati in hotel. Destinazione Parigi. Dopo la sua partenza, sul palco si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti di Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit (movimento di identità transessuale), ma il deflusso è già iniziato. La Praitano è soddisfatta: “E’ stato un successo straordinario e questo evento cambierà l’Italia: è stata la manifestazione più grande degli ultimi anni. Nella vita, per realizzare le cose, bisogna volerlo. Siamo riusciti in questa impresa, e credo che anche questo Paese potrà farcela”.


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