Lady Gaga lo ringrazia Alemanno fischiato

  

Lady Gaga ringrazia il sindaco Gianni Alemanno. E si becca i fischi della platea al Circo Massimo, un milione sotto il palco (secondo gli organizzatori, probabilmente erano la metà), indirizzati al primo cittadino di Roma. Una città «accogliente e tollerante» aveva detto Alemanno al passaggio dell’allegro e colorato carrozzone dell’Europride. È invece è stato contestato come la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che qualche ora prima aveva salutato gli organizzatori dell’Europride alla partenza del corteo a piazza dei Cinquecento: «È un dovere essere qui» aveva detto. E si è sentita rispondere: «Fuori i fascisti». Se questo è il buon giorno, la piazza gay potrebbe non rivelarsi una gallina da fare uova alle urne. È più facile invece che si perdano i vecchi consensi. Chissà che effetto avranno sortito sui cattolici le immagini dei cartelli usati come vessilli a inizio corteo con il fotomontaggio del Papa in mutande e reggicalze. E, sotto, la scritta: «Veste Prada ma è amica di Satana». O i cartelli con su scritto «Ratzinger ama il tuo prossimo ma non come Hitler» al cui confronto il Cupolone barrato con la croce, e sotto scritto «No Vatican», sembra un complimento. Anche questo si è visto ieri pomeriggio a Roma all’allegra sfilata dell’orgoglio gay, chiusa da Lady Gaga al Circo Massimo, per chiedere «uguali diritti subito» per l’amore gay. Contro nessun altro capo religioso avrebbero osato tanto. Invece Roma, città «tollerante e accogliente», come ha detto il sindaco Gianni Alemanno, deve accogliere e tollerare persino gli insulti. Come vessilli in testa al corteo della comunità rainbow che ha invaso le strade del centro con i costumi osè delle drag queen, i manifesti di Amnesty International, i genitori di figli gay, i figli di genitori dello stesso sesso, il composito mondo dei trans, gli attivisti omosessuali insieme a quegli etero venuti a sostenere una «giusta causa». Il tutto nello stile inconfondibile dei pride, reso più speciale quest’anno dalla partecipazione di un ospite d’eccezione: la pop star Lady Gaga. Ieri sera, in abito vintage di Versace e parrucca verde, ha infiammato la platea, un milione, secondo gli organizzatori, con un comizio di 10 minuti. Ma prima ha ringraziato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per l’ospitalità concessa alla manifestazione e alla sua esibizione. Un ringraziamento che ha scatenato i fischi, molti ma di breve durata, da parte della folla. Nel suo discorso Lady Gaga ha ricordato come «molti governi nel mondo non consentono ai cittadini di avere i loro diritti ma noi dobbiamo abbattere queste barriere che esistono in Lituania, Russia, Polonia, Ungheria, Libano e nei Paesi mediorientali». «Sono qui oggi perchè cittadina del mondo, e chiedo ai governi di facilitare questo nostro sogno di uguaglianza. Non ci dividete. Quando arriverà il giorno del nostro matrimonio?», ha poi aggiunto per concludere: «Facciamo nascere una nuova ideologia internazionale, facciamo la rivoluzione dell’amore». Al corteo, partito alle quattro da piazza dei Cinquecento, con la canzone della Carrà «A far l’amore comincia tu» in prima fila Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, Fabrizio Marrazzo, del Gay Center, e Ivan Scalfarotto e Anna Paola Concia del Pd. Al loro fianco anche il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero. Presenti al corteo anche Nichi Vendola, leader di Sel, e Marco Pannella. Nichi Vendola, leader di Sel è intervenuto sulle unioni civili auspicando che «al centro, a sinistra e a destra, tutti condividano la necessità di rendere alle coppie di fatto un riconoscimento giuridico». Al suo fianco, la deputata del Pd Paola Concia affonda: in tema di diritti Lgbt «veniamo considerati dall’estero un Paese bisognoso». «Il Parlamento saprà cogliere l’appello. Spiace per le provocazioni isolate ma non per questo meno grave e censurabile, con la quale si è mancato di rispetto alla Chiesa ed alla religione. Questi atteggiamenti non aiutano certo il dialogo» ha commentato la manifestazione Mara Carfagna, Ministro per le Pari Opportunità. «Sono altrettanto convinta, però, che queste provocazioni di poche persone – ha precisato il ministro – non faranno passare in secondo piano la richiesta di attenzione che migliaia di manifestanti scesi in piazza a Roma e provenienti da tutta Europa, hanno rivolto al mondo della politica e alle istituzioni italiane».


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