Baci per affermare il diritto all’amore

  

di DAVIDE ZOTTI*

Il 22 agosto ragazzi e ragazze “etero” hanno testimoniato solidarietà agli omosessuali che lottano per la libertà di vivere apertamente le loro scelte
Le cose possono cambiare se ci mettiamo il coraggio e la faccia, se la rivendicazione dei diritti per chi ne è privo diventa una battaglia di tutti

Care ragazze, cari ragazzi, vi scrivo questa lettera per ringraziarvi per quanto avete fatto lunedì 22 agosto 2011 a Trieste; un gesto in apparenza semplice, come un bacio, scambiato però tra uomini o tra donne, alla luce del sole, davanti a quegli uomini e donne che condannano dai pulpiti o dall’alto delle loro cattedre, il bisogno di amore, un amore che nella nostra società dovrebbe essere tenuto nascosto, invisibile agli occhi dei benpensanti, l’amore omosessuale. Ma la cosa più bella è che buona parte di voi non è omosessuale ma ha voluto partecipare: ha trovato un amico o un’amica da baciare e poi semplicemente l’ha fatto, ha guardato con gli occhi dell’altro, del gay e della lesbica, che nel nostro civile paese temono, e purtroppo a ragione, di baciare ma più semplicemente di tenere per mano il proprio compagno o la propria compagna per strada. E con questo bacio si è aperta la solidarietà, parola oggi logora o ignorata, ma che tra di voi, tra di noi, ha ripreso vigore: ci siamo sentiti legati, uniti per dar forza alle nostre idee di uguaglianza e di dignità della persona. E in questa unità è stato più facile sopportare e reagire alle ingiurie: quando ci hanno detto che siamo frustrati e che facciamo schifo. Essere insieme ha difeso la nostra dignità, ci ha fatto sentire cittadini, parte di una comunità che condivide i valori della democrazia, quasi del tutto smarriti nel disastro morale del nostro paese. Vi ringrazio, ragazze e ragazzi, perché a testa alta, in una città sempre più provinciale e bigotta, avete dato una bella lezione ad una classe politica sempre pronta a genuflettersi e a prestare ossequio, incapace a dare al Paese una legge che riconosca le famiglie omosessuali, che riconosca l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti allo Stato, come vuole l’articolo 3 della nostra Costituzione. Avete affermato a gran voce la laicità dello Stato, che dovrebbe aver cura della salute e del benessere di tutti i suoi cittadini, senza discriminarli perché il loro orientamento sessuale è minoritario, non rientra nei canoni imposti da una cultura che si rifiuta di guardare la complessità dell’essere umano e la molteplicità degli stili di vita. Avrei ancora tanti motivi per ringraziarvi, ma un ultimo pensiero lo dedico a quelle giovani ma decise coppie gay e lesbiche che si sono baciate e che vogliono continuare a farlo alla luce del sole, a Trieste come nel resto d’Italia, senza il timore di essere insultate, sbeffeggiate, emarginate. Tutti eravamo lì per loro, per noi, perché crediamo ancora che le cose possano cambiare se ci mettiamo il coraggio e la nostra faccia, se l’affermazione dei diritti per coloro che ne sono privi diventa una battaglia di tutti. *presidente del Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica Trieste


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