Ma non si parla che di gay

  

Ha fatto discutere la lista dei dieci nomi di politici presunti gay, ma omofobi, pubblicata ieri mattina sull’anonimo blog listaouting. Alcuni dei politici chiamati in causa si sono arrabbiati, altri hanno usato l’arma dell’ironia, altri ancora hanno taciuto, mentre nel mondo politico si accantonava ogni altro argomento e incredibilmente non si parlava d’altro. «Questa iniziativa», si legge sul sito pirata, «nasce per riportare un po’ di giustizia in un Paese dove ci sono persone non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva». «Fantasie malate di personaggi inqualificabili, non perdete tempo a seguire queste sciocchezze estreme», ha liquidato la questione il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, evidentemente irritato per essere stato coinvolto. «Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante», ha scelto la strada dell’ironia il vice presidente vicario del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, «per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così». E ci hanno scherzato su anche l’ex ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini: «Sono seriamente preoccupato perché ho già ricevuto un centinaio di telefonate di donne in apprensione, a cominciare da mia moglie Diana» e il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: «Devo ammettere di essere un banale e convinto eterossessuale». Ma la questione si è fatta seria in riferimento al fatto che i promotori dell’elenco hanno garantito che è solo l’inizio di una operazione che coinvolgerà anche ecclesiastici e personaggi del mondo del’informazione. Già alcuni giorni fa Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell’assemblea Pd si era dissociato dall’iniziativa e si era dimesso dal comitato d’onore di Equality Italia, il cui presidente Aurelio Mancuso veniva indicato da alcuni tra i promotori dell’outing, anche se l’interessato smentisce. «Io ed Equality non c’entriamo nulla», ha affermato, «ma non condanno l’iniziativa di questo sito corsaro». «La prima reazione che dovrebbero avere i dieci politici», per Mancuso, «è di non sentirsi offesi, semmai possono smentire, ma non certo offendersi». Altri leader della comunità lesbo, gay, bisex e trans, invece, come la deputata Paola Concia (l’iniziativa sarebeb nata per contestare chi ha votato contro la sua pdl) e Franco Grillini, si sono dichiarati nettamente contrari alla lista. Per l’Arcigay, infine, è solo «un rigagnolo di pettegolezzi senza fondamento».


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