Mai più notti decadence

  

di EMANUELA ASTOLFI NIENTE più serate Decadence’. Al New Millennium di via Riva di Reno, come negli altri circoli Arci bolognesi, non ci sarà più spazio per serate con esibizioni, corsi e feste all’insegna delle legature erotiche. Spesso anche estreme. «Questione di opportunità», precisa Stefano Brugnara presidente dell’Arci di Bologna. Che tiene a sottolineare: «Non si tratta di un diktat, i circoli sono associazioni autonome, ma in questa fase preferiamo che l’attenzione sia rivolta ad altro anziché a quello». E se negli ultimi anni il New Millennium si è confermato come base delle serate Decadence’ sotto le Due Torri, che raccoglie gli amanti della musica dark e del fetish style, ora lo scenario sarà diverso. Un cambiamento che arriva in concomitanza con i vent’anni del circolo di via Riva di Reno, nato il 4 ottobre 1991. «L’ULTIMA serata l’abbiamo fatta a maggio aggiunge Brugnara e rimarrà tale. Abbiamo valutato che è più opportuno sospendere. Ci sono altre priorità per l’Arci al momento, come ad esempio la musica dal vivo, l’arte contemporane a e la poesia. Le serate Decadence’ sono un fenomeno rilevante che ha successo a Bologna, ma si tratta di una tra le proposte sviluppate dal circolo come accade nei 110 circoli in tutta la provincia». LE SERATE Decadence’ prevedono anche performace di bondage. La traduzione dall’inglese (schiavitù, soggezione) chiarisce meglio in cosa consiste la pratica: il partner viene immobilizzato con qualsiasi tipo di legatura, compresi lacci e manette. «Abbiamo scelto di premiare quelle attività aggiunge Brugnara in cui si crea una dimensione più ampia intorno al circolo. Un percorso che l’associazione nel suo complesso sta cercando di compiere partendo dalle esperienze negative che abbiamo vuto. E i circoli condividono questo progetto». Anche al Cassero, il bondage non è nuovo. «C’è stato un party precisa Emiliano Zaino, presidente dell’Arcigay il Cassero con una performance bondage, ma non parliamo di serata, non è così. Nella sereta bondage c’è la gente che pratica questa azione artistica, mentre da noi la performance artistica si guarda e basta. Sono soprattutto curiosi. Poi c’è chi ama il bondage come pratica sessuale. Ma questo è un altro discorso».


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