Stupisce che tra i politici gay non ci sia anche Berlusconi

  

Stupisce che tra i politici gay (o non gay, purché «de centrodestra», visto che essere nemici del progresso, ragazzi, è già una mezza sodomia) messi in lista dai burloni di Internet non sia stato rubricato anche il Cavaliere. Accusato ormai di tutto, dall’evasione fiscale alla strage mafiosa, dalla corruzione di magistrati alla corruzione di minorenni, una delle poche accuse che ancora non gli è stata mossa dalla stampa chic e dalle procure d’avanguardia è di praticare abitualmente la sodomia (come gli «uomini sessuali» di Checco Zalone, e peggio di qualsivoglia governatore laziale). Eppure non c’è insinuazione che potrebbe offendere di più il presidente del consiglio, e già questa sarebbe una buona ragione per dargli del culattacchione, o almeno per convocarlo in procura e interrogarlo senza avvocati (vedi mai che un gruppo di viados non lo stia ricattando). Ma si potrebbe fare di più. Forse non è impossibile, con le nostre leggi buone per tutti gli usi, fargli fare la fine degli omosessuali a Cuba e di Oscar Wilde nell’Inghilterra d’inizio secolo. Ma anche senza arrivare a tanto, basterebbe passare qualche indiscrezione ai giornali, ed ecco che subito tutti (compreso Nichi Vendola, anche l’Arcigay, persino il fan club di Pier Paolo Pasolini) sbiancherebbero in volto e alzerebbero gli occhi al cielo chiamando i Santi, i Troni, le Potenze, i Serafini, i Cherubini e le Zie Suore a testimoni dell’abominio. Quindi i giornali e i talk show e i rompiballe in ufficio o al bar sotto casa potrebbero dare tutta la colpa delle tasse, dello spread, del debito, della gran macelleria sociale per metà al fattore P (da patonza) e per metà al fattore C (da… be’ lo sapete).


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