di Stefania Noce Pinella Leocata
Oggi Stefania Noce, la studentessa catanese uccisa dal fidanzato che voleva lasciare, sarà ricordata a Catania e in decine di altre città con fiaccolate promosse dalle donne di «Se non ora quando» per dire basta alla violenza contro le donne, basta al femminicidio perpetrato soprattutto per mano di mariti, padri e partner. A Catania, la città dove Stefania Noce studiava e dove viveva il proprio impegno politico nel movimento delle donne e in quello studentesco, l’appuntamento – promosso dal comitato catanese di “Se non ora quando” e dal gruppo “Le Voltapagina” – è alle 16,30, nell’aula 2 della facoltà di Lettere, al Monastero dei Benedettini. Stefania sarà ricordata da amici e colleghi nel corso di un’assemblea aperta nella quale ci si interrogherà sul modo di contrastare questo fenomeno che ha radici nella cultura diffusa, nella riduzione della donna ad oggetto, nella sua svalutazione, nella paura di fronte alla sua crescente autonomia e capacità di realizzarsi.
Al termine del confronto – cui parteciperà il padre di Stefania, Ninni Noce – si svolgerà una fiaccolata silenziosa che da piazza Dante, attraverso via Vittorio Emanuele e piazza Duomo, raggiungerà piazza Università dove verranno letti i nomi delle donne uccise in Italia nel 2012, già 12 in meno di un mese, quasi una ogni due giorni. E nel 2011 ne sono state massacrate 197. Un numero enorme, una «strage silenziosa» passata colpevolmente sotto silenzio e sulla quale le donne di «Se non ora quando» vogliono richiamare l’attenzione per denunciarne l’entità e le ragioni. In Italia il femminicidio è la principale causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni. In Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ha subito forme di violenza da parte di un uomo e le più colpite sono le giovani tra i 16 e i 24 anni. Eppure nel 96% dei casi la violenza non viene denunciata e neppure raccontata ad altri, anche perché gli artefici, i carnefici, sono quasi sempre in famiglia. Eppure, come denuncia «Giulia», la rete delle «Giornaliste unite libere autonome», i mass media presentano questi crimini banalizzando le responsabilità di chi uccide o abusa di una donna presentandoli come raputs di follia spinti dalla passione. Stereotipi a loro volta mortiferi. Di qui, come dicono le promotrici della manifestazione catanese, l’importanza di far capire e «riconoscere che la violenza sulle donne e il sessismo sono una questione sociale e politica e come tale deve essere affrontata e discussa».
Per questo oggi, a partire dalle 18, tante fiaccolate uniranno l’Italia da Catania a Roma passando per Ancona, Cosenza, Firenze, Genova, Locri, Massa, Milano, Modena, Napoli, Pulsano, Rimini e Torino, le città che hanno accolto l’appello lanciato da «Se non ora quando»: «Accendiamo migliaia di fiaccole per Stefania e tutte le altre donne».
Alla manifestazione catanese hanno aderito: Città Felice, Arcigay Catania, Udi, Città futura, Movimento studentesco catanese, Gar, Centro Anti Violenza Thamaia, Udu, Librino attivo, Cgil, Gruppo Emergency Catania, Giovani Comunisti Catania, Giovani Democratici Catania, Pd Catania.
Fiaccolata per Stefania Noce per dire no al femminicidio
Questo articolo è stato scritto il 26 gennaio 2012.
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