La pagina bianca parla dei gay

  

Provocatoria iniziativa dei giovani redattori, dopo la censura di un articolo da parte dei vertici della scuola

di Michela Bono

Il giornalino dell´Itis non pubblica un pezzo sull´omosessualità, la redazione protesta col foglio bianco che contiene il link per leggerlo online

L´immagine che era stata scelta a corredo dell´articolo: come il servizio, non è stata pubblicataLa dodicesima pagina del «Castello» è bianca in segno di protesta. Lì, nel giornalino dell´Itis, ci sarebbe dovuto essere un articolo sull´amore omosessuale, bruciato nel rogo della censura. A denunciare l´accaduto è un ragazzo di 18 anni, Alessandro Pasini, studente del quinto anno al «Castelli» di Brescia, che non ci sta a rimanere zitto. Non vuole permettere che in una scuola moderna e civilizzata abbiano tagliato il suo pezzo solo perché parla di omosessualità. Ma tant´è.
TUTTO HA INIZIO il mese scorso quando, in qualità di membro della redazione scolastica, prepara un breve servizio su alcune iniziative di San Valentino organizzate da associazioni attive nel mondo Lgbt (acronimo che sta per Lesbian, gay, bisexual and transgender). Niente di scandaloso, solo la notizia di alcuni eventi come «Everything is Love», appuntamento proposto da Coin in collaborazione con Agedo, e il video «Ti sposerò» realizzato da Arcigay. «Consapevole della delicatezza del tema, ho deciso di evitare nel mio articolo qualsiasi giudizio personale o opinione politica, limitandomi solo a una trattazione di carattere informativo», spiega Alessandro.
Unico tocco provocatorio (ammesso che lo fosse), la scelta di affiancare al pezzo l´immagine di un frame del videoclip, in cui si vedono due ragazzi baciarsi. «Dopo aver avuto il benestare del caporedattore, ho sottoposto la bozza al preside, come sempre». A quel punto qualcosa si inceppa. Secondo lo studente, il dirigente Pierluigi Guizzetti alla sola vista dell´immagine nega l´autorizzazione alla stampa: «Senza nemmeno leggere il contenuto ha detto: “Questo non si pubblica” – spiega il ragazzo -. Ovviamente, a seguito di questo comportamento, ho cercato di capire i motivi».
Passano i giorni e Alessandro vuole andare a fondo: «In una prima fase mi sento dire che i temi del giornale devono riguardare solo eventi interni all´´istituto, cosa non vera perché “Il Castello” è pieno di fatti non inerenti alla scuola; poi, dopo varie insistenze e incontri negati, mi sento dire dal vicepreside Giovanni Favalli, professore di religione, che un tale articolo avrebbe recato un danno d´immagine, soprattutto perché l´Itis è frequentato prevalentemente da uomini”.
Per l´autore la giustificazione è inaccettabile: «Trovo oltraggioso che la visibilità data a queste tematiche possa essere considerata un danno all´immagine – afferma Alessandro -; credo anzi che sia importantissimo parlare di rispetto, in un istituto dove sentimenti come il maschilismo sono largamente diffusi e provocano spesso disagio a studentesse e studenti».
ALESSANDRO SI FA un´idea della motivazione della censura: «Credo che nonostante tutto ci sia ancora molto pregiudizio su questi argomenti: non abbiamo mai trattato questi temi a scuola, quasi non esistessero. La verità è che non se ne vuole parlare, eppure le tematiche trattate sono sentite da una percentuale, benché minima, della scuola, oltre che da me, che in prima persona ho partecipato alle iniziative di cui ho scritto».
Per protesta la redazione, là dove ci sarebbe dovuto essere il pezzo di Alessandro, ha lasciato una pagina bianca con il rimando a un link dove leggere il testo. «La soddisfazione è stata ricevere tantissime mail di indignazione per la censura», racconta Alessandro. Tra queste, segnala la lettera in cui due ragazzi esprimono l´urgenza di pari diritti per chi ama, indipendentemente dal sesso.


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