Venerdì Pisapia «testimonial» per le unioni civili

  

«Da Milano può ripartire un messaggio forte che dia nuovo impulso alla formazione di tutte le realtà familiari»: il suo pensiero in materia di unioni e diritti lo aveva manifestato venerdì dal palco di piazza del Duomo, il Papa a un metro di distanza. Detto, fatto: venerdì Giuliano Pisapia presenterà in sala Alessi, la location più nobile di Palazzo Marino, il progetto di iniziativa popolare per il riconoscimento delle unioni civili. L’iniziativa porta la firma dei tre partiti della «foto di Vasto» – Pd, Idv e Sel- ed è stata voluta dalle associazioni che si occupano di diritti civili, in testa quell’Alessandro Zan, assessore a Padova e noto per aver promosso ed ottenuto il primo registro anagrafico delle coppie di fatto. A Palazzo Marino ci saranno, con gli esponenti dei tre partiti del centrosinistra, il presidente onorario dell’Arcigay Franco Grillini, la deputata pd Paola Concia e l’ex parlamentare del Prc Vladimir Luxuria. Sarà il sindaco a introdurre i lavori. Una scelta affatto casuale. Tanto che gli stessi promotori della legge d’iniziativa popolare chiederanno a Pisapia di essere il primo firmatario della legge. Serviranno poi altre 50mila adesioni per (ri)portare la questione in Parlamento. Estendere diritti e tutele. E il registro delle coppie di fatto allo studio in Comune? «I due strumenti dovranno marciare insieme», spiega Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel e organizzatore dell’evento: «È chiaro che il registro è un passo, ma non basta. Ci vuole una normativa nazionale per intervenire sui diritti reali». Milano città aperta. «Siamo orgogliosi che si sia scelta la nostra città. Siamo finalmente una metropoli europea», dice ancora Gibillini. A cinque giorni di distanza dalla visita del Papa, la conferenza stampa rischia però di trasformarsi in un caso politico. Il pidiellino Riccardo De Corato è insorto con largo anticipo: «È la dimostrazione che sindaco e sinistra radicale sono in perfetta sintonia su quello che intendono per famiglia. Ma la loro idea è quella di Luxuria e Concia, non certo quella del Papa e dell’arcivescovo di Milano. Inutile ricordare poi il silenzio tombale dei cattolicissimi assessori e consiglieri del Pd, sempre muti di fronte a queste provocazioni». Gli organizzatori smentiscono ogni intento «provocatorio». È vero il contrario, semmai. «E cioè che l’iniziativa si sarebbe dovuta tenere a fine maggio e che proprio per evitare strumentalizzazioni si è deciso poi di rimandarla». Andrea Senesi