Campagna anti-omofoba, si accende la polemica

  

TRENTO Poco più di un anno fa, gli scatti di Oliviero Toscani hanno fatto il giro del mondo. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e denunciare ogni forma di violenza, il noto fotografo ha giocato con le immagini. Il risultato è noto: Benedetto XVI che bacia l’imam del Cairo, Barack Obama che fa lo stesso con il premier cinese Hu Jintao, Angela Merkel e Nikolas Sarkozy davanti a piazza Affari che si sfiorano le labbra. Lo stesso espediente, per certi versi, verrà usato in Trentino dall’associazione Arcigay e dall’associazione Arcilesbica, in occasione della settimana di eventi pensati per la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia. Risultato: per i manifesti sarebbero già pronte due immagini. Da una parte il bacio tra due uomini con abiti tipici di montagna, dall’altra, allo stesso modo, il bacio tra due donne. «Liberi di essere», recita il messaggio della campagna. Quanto all’abbigliamento tirolese scelto per i personaggi, Arcigay spiega che non c’è nessun intento polemico. Al contrario: si tratterebbe della «rappresentazione di un territorio di montagna». Il Trentino, appunto. Eppure, per l’onorevole Franco Panizza, segretario del Patt, «l’immagine rischia d’essere provocatoria». Scatti alla mano, Provincia, Comune e presidenza del consiglio provinciale (tutti e tre partner della settimana di eventi), lunedì si confronteranno con Arcigay e Arcilesbica. Le immagini non sono ancora state svelate al pubblico ma l’intento è trovare una soluzione diversa, una sorta di compromesso. «Si potrebbe fare un percorso più largo, individuando una serie di figure della società» spiega Bruno Dorigatti. Non soltanto i «montanari» vestiti con pantaloni di cuoio e cappelli piumati, tipici della tradizione tirolese. «Sarebbe riduttivo aggiunge Ci si potrebbe rivolgere a un contesto più ampio». Eppure, la scelta ha la sua ratio. Le immagini, a detta di Arcigay, innanzitutto non immortalano due Schützen; rappresenterebbero invece «la tradizione trentina, di montagna». Quell’essenza del territorio a cui la settimana di eventi si rivolge, senza vis polemica. Al di là dell’abbigliamento tirolese, Franco Panizza s’interroga però sull’idea stessa della campagna. «Al di là che indossino costumi di montagna, rischia d’essere una provocazione inutile spiega La sensibilizzazione e l’educazione si fanno scegliendo un linguaggio che non provoca una reazione violenta». Piuttosto, il segretario del Patt consiglia «un messaggio positivo, che parli la lingua del cittadino e lo coinvolga senza esasperazioni, altrimenti si ottiene la reazione opposta, alimentando i pregiudizi». Troppo «intimo» quel doppio bacio. «Non è questo il caso per utilizzare immagini che attirano l’attenzione conclude Panizza serve cautela e delicatezza, se vogliamo far passare un messaggio sono altri i metodi e non comprendono l’irritazione». Marika Damaggio


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