Matrimoni gay, ora tocca all’Italia.

  

Arcigay, Gaynet e Gay Center esprimono attraverso presidenti e portavoce la grande soddisfazione per il “sì” definitivo dell’Assemblea francese ai matrimoni omosessuali. E la grande speranza di vedere completata anche in Italia quella “rivoluzione liberale e libertaria”, che consegna a “ogni individuo le chiavi del proprio destino”.

ROMA – Dopo il sì definitivo della Francia, quattordicesimo Paese ad aver reso possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso, secondo le associazioni degli omosessuali ora toccherà all’Italia. Perché la Francia è troppo vicina culturalmente ed eticamente all’Italia per poter ignorare quanto accaduto Oltralpe. Nel segno di una nuova “rivoluzione francese, rivoluzione liberale e libertaria”, che consegna a “ogni individuo le chiavi del proprio destino”.

Flavio Romani (Arcigay): “Una società migliore è possibile”. “Il sì francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona profondamente l’istituto del matrimonio – afferma il presidente di Arcigay -. E’ la vittoria di chi crede che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza e nell’uguaglianza”.

“Ora tocca all’Italia – prosegue Romani – offrire alle persone gay e lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici e familiari, quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente negati. La classe politica italiana, ha il dovere civile e morale, ammesso che un barlume di morale ce l’abbia, di dare delle risposte a tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti, e la cui libertà è stata ferocemente repressa”.

Franco Grillini (Gaynet): “E’ la seconda rivoluzione francese”. La Francia “è il secondo grande Paese a maggioranza cattolica a votare una legge che modifica in modo radicale e definitivo il concetto stesso di famiglia, che ormai va declinata al plurale e definita come ‘coniugi’ indipendentemente dal sesso anagrafico dei partner”.

“Si tratta quindi nei fatti – sottolinea Grillini – della seconda rivoluzione francese, destinata a influenzare il continente come ai tempi di Napoleone anche perché in questo modo arriva a compimento quella rivoluzione liberale e libertaria che consegna ad ogni individuo le chiavi del suo destino senza la mediazione nè della religione nè dello Stato”.

“La nostra soddisfazione è grandissima – conferma il presidente di Gaynet – perché Francia vuol dire Italia, sia per vicinanza etico politica, sia perché i vari clericali da strapazzo della politica italiana non avranno più argomenti visto anche il consenso popolare a queste leggi ormai maggioritario”.

Fabrizio Marrazzo (Gay Center): “Italia prenda atto e agisca”. “Il sì della Francia alle nozze gay è un voto storico. In tutta Europa vincono i diritti civili e la democrazia. L’Italia deve prenderne atto e agire subito – afferma Marrazzo, portavoce del Gay Center -. Il prossimo governo ha il dovere di mettere in agenda una legge che non è più rinviabile, e il Parlamento può iniziare a discutere le proposte di legge già depositate da parlamentari di vari gruppi. Serve una pacifica e democratica rivoluzione francese dei diritti”.


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