La voce di: Rete Liberazione per tutt e Rete Trans Roma

  

La risposta alla nostra lettera aperta sull’assemblea del 29 Marzo al Mario Mieli di Roma

Aderiamo alla vostra lettera aperta accogliendo la proposta di prendere parola.

Come Rete Liberazione per tutt e rete Trans Roma abbiamo inviato una mail a tutte le associazioni della lista chiedendo che l’assemblea del 29 marzo venisse posticipata a dopo il 31 marzo, per permetterci quanto meno di esprimere le nostre criticità, visto che sul territorio erano previste per tutto il weekend diverse iniziative transfemministe legate al TDOV.

Abbiamo sempre evidenziato anche che la nostra chiamata agli eventi del TDOV era precedente alla decisione della data del 29 fatta da “La strada dei diritti”. L’evento da noi organizzato per il TDOV era infatti già annunciato da tempo ed è stato il seguito di un percorso lungo più di un anno che ha visto scendere in piazza un corteo di migliaia di persone proprio il 18 maggio scorso. Nello stesso fine settimana c’erano a Roma la manifestazione per la Palestina, la tre giorni eco transfemminista della Rete Reset e altre iniziative legate alla giornata della visibilità trans* organizzate da diverse collettive fino al lunedì 31.

Anche già solo per questo ricco calendario ci era suonata stonata una chiamata a un’assemblea transfemminista nei giorni in cui avrebbe avuto senso attraversare le diverse opportunità di fare rete. Da più di un anno stiamo costruendo dal basso una rete locale e nazionale di lotta trans, intersex, non binaria

IG: Rete Trans Roma

IG: Liberazione per tutt

un percorso che non era e non è sconosciuto (semmai disconosciuto), da moltissime delle associazioni che hanno convocato quell’assemblea, che erano informate anche della voglia, della necessità e dell’organizzazione già in fieri sia dell’iniziativa cittadina per il TDOV (risultata partecipatissima, per chi ama i numeri e i budget) che di una manifestazione trans, non binaria, intersex in cui le nostre necessità, i nostri desideri, ciò che vogliamo, quello che pensiamo siano al centro e in cui sia il resto della rete di alleanze a dire come si mette a disposizione per realizzare questo piano.

Si fa un gran parlare di Putin, Trump, Orban, Meloni, Milei, Roccella, Valditara, Piantedosi, ora della decisione della Corte Suprema UK che di fatto riporta a una categorizzazione biologista dei corpi, come un arretramento rispetto ai “nostri” cosiddetti “diritti”, come di qualcosa di inaspettato. Anche su questa lettura storico politica, su questo stupore sui venti di fascismo che si ri-affacciano, sui tempi bui che ri-tornano non siamo d’accordo. Quanto sta accadendo, inclusa l’ultima decisione della Corte Suprema in UK lo abbiamo preannunciato non solo nelle nostre assemblee ma anche in tutte le occasioni in cui abbiamo potuto rappresentarlo. Abbiamo vissuto e visto dunque in anticipo quello che ora sta inesorabilmente accadendo, prendendo la china che avevamo predetto, inascoltatə.

La nostra comunità trans, intersex, non binaria di tempi migliori in questo paese e in generale nel mondo non ne ha mai visti! È da sempre patologizzata, psichiatrizzata, marginalizzata, additata come mostruosa e pericolosa, costretta in percorsi che passano da ospedali a tribunali solo per essere chi siamo! Per noi non ci sono mai stati tempi migliori, né governi migliori, né patrie, né Europa, né guerre, né genocidi, né razzismi che ci abbiano risparmiato!

Per questo non vogliamo nè celebrazioni prive di posizionamento politico come si sono ridotti ad essere i pride sponsorizzati dalle multinazionali responsabili dei disastri che stiamo vivendo, nè partiti e bandiere che sono state responsabili di un completo non ascolto della nostra comunità e si svegliano adesso per sostenere la loro battaglia contro i governi di turno, nè rappresentanze in divisa della forze di polizia a lavarsi la coscienza delle cicatrici lasciate sui corpi di tant3 persone della nostra comunità.

È da noi, dai nostri corpi, dalle nostre euforie, dai nostri colori che vogliamo partire per la costruzione del corteo del 18 maggio a Roma e non dalle cordate di sigle e di pratiche burocratiche corrotte dai balbettamenti di relazioni istituzionali con chi vuole cancellarci elemosinando briciole di “diritti” mentre si nega, si cancella, si deride, si abusa, si violenta, si uccide la nostra quotidiana esistenza.

Alcune persone che adesso attraversano la nostra rete hanno partecipato all’esperienza di Stati Genderali, animato tavoli, elaborato una legge non più rinviabile fondata su autodeterminazione e consenso informato per persone trans, fatto un piano per il lavoro, la formazione, il diritto alla salute, il riconoscimento delle nostre relazioni e l’importanza di decidere sulle nostre vite, di crescere nella libertà di essere quello che siamo. Un’esperienza, quella, che chiamava a un dialogo tra associazionismo e movimenti radicali dal basso ma che è stata volutamente e strategicamente boicottata.

In un contesto nazionale e internazionale che ci dà ordine esecutivo di sparire dalla circolazione abbiamo portato nelle città per il TDOV la nostra euforia di genere, spudoratamente e orgogliosamente contro ogni fascismo e contro il pietismo, per riaffermare i nostri generi e le nostre vite. Come detto all’inizio di questa lunga ma necessaria lettera, a Roma ce ne sono stati ben 3 con un fine settimana ricco, articolato e partecipato.

Siamo convintə che la “paura” tutta patriarcale e violenta verso le persone trans, intersex e non binarie nasca dal fatto che le nostre pluriverse espressioni mettono in discussione il sistema su cui la nostra società si fonda imponendo il controllo/patologizzazione/psichiatrizzazione del “diverso”, il binarismo, il genere assegnato fin dalla nascita di ogni persona, i ruoli che da questo scaturiscono, il potere gerarchico sui corpi tutti che è la base di un sistema capitalista. Un sistema fondato su sfruttamento, schiavizzazione, manipolazione mediatica, competizione, violenza, guerra.

L’alleanza tra governi e movimenti fascisti definisce il libero arbitrio pericoloso, l’empatia pericolosa, una scala pericolosa, una persona trans* che parla a delle scolaresche pericolosa… ma per chi? La nostra autodeterminazione è un pericolo per il sistema di controllo dei corpi e delle gerarchie sociali che si sgretolerebbe e già si sta sgretolando, e per questo, ferito, il patriarcato colpisce ancora più forte.

Siamo un pericolo per un sistema che ci considera collaterali anche nel nostro diritto a manifestare e che dunque di nuovo prova a brandizzare anche l’antagonismo prendendone simboli in disuso come fulmini e fumogeni che sempre meno sono visibili nelle comunicazioni e nelle pratiche di un mondo che finché viene considerato collaterale può essere imitato malamente e solo commercialmente in un periodo in cui gli sponsor scarseggiano, o dovrebbero scarseggiare e si cerca di richiamare alla piazza sempre con arcobaleni e unicorni, ma facendo un restyling che appare mero esercizio di stile, appunto, da parte di chi anche nelle ultimissime settimane ha dimostrato di avere un’attitudine di superiorità e prepotenza nei confronti delle soggettività che sfuggono al controllo cis sessista etero normato, che invece dialoga con Roccella e psichiatri, che noi rifiutiamo in toto nel percorso di affermazione di genere, ma soprattutto rifiutiamo di dare voce a quelli che la nostra comunità ha denunciato e allontanato dall’assemblea di Stati Genderali come Manlio Converti che, senza scuotere nessuna delle coscienze organizzatrici, ha potuto ribadire che alle persone trans serve la psichiatria.

Così, come persone trans, intersex e non binarie vogliamo soffiare su questi costrutti della società che non sono nient’altro che castelli di sabbia e come tali vogliamo che siano spazzati via per costruire così una nuova società finalmente libera dalle oppressioni fisiche e mentali che ancora si esercitano. Noi vogliamo riaffermare le nostre esistenze rivendicando una liberazione totale sui nostri corpi e sulle nostre menti, liberə di scegliere chi siamo fin dalla nostra prima infanzia.

per questo per altro per tutto saremo in corteo il 18 Maggio a Roma

#tuttatranslacittà #orgoglioantifascista #stopgenocidio #liberazionepertutt

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Articolo tratto da https://cassero.it/

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