Night-night, America – Columbus – Quarta puntata

  

Ecco un’altra puntata della nostra rubrica Night-night, America del nostro tesserato Alessandro Casiraghi.

 

Columbus

Nel 1992 andavo alle elementari. Ho scarsa memoria di quello che a quel tempo mi insegnarono su Colombo. Ma ricordo perfettamente che quell’anno la Esso regalava un piatto per celebrare il 500esimo anniversario della scoperta dell’America. Quando nel weekend i miei genitori ordinavano la pizza, usavo quel piatto per mangiarla. Mentre divoravo le fette, a poco a poco il faccione del navigatore compariva solenne, anche se macchiato di pomodoro. Non potevo avere ricordo più piacevole di Colombo, il mio compagno di pizze.

È per questo che rimasi stupefatto quando nel 2018, pochi giorni dopo il mio arrivo in America, mi dissero che volevano rimuovere la sua statua a Manhattan.

“Come? – domandai – Per quale motivo?”

“Perché ha ucciso un sacco di indigeni!”

Non capivo. E lasciai perdere, senza commentare oltre. Colombo non poteva essere stato un assassino. Si trattava sicuramente di un errore, basato su qualche fake news di cui non avevo ancora sentito parlare. Oppure – mi dicevo – Colombo era diventato il capro espiatorio per tutti quegli esploratori che, dopo di lui, colonizzarono il Nuovo Mondo con motivazioni meno valorose delle sue.

Ho lasciato perdere, fino a quando le statue non hanno cominciato a buttarle giù per davvero, a Londra, in America e nel mondo. Dopo la morta di George Floyd, le proteste anti razziste esplose in diverse città chiedevano l’abbattimento delle statue di personaggi della storia americana – antica e recente – accusati di razzismo, schiavismo, abusi contro gli afro-americani e le minoranze. Il 26 giugno 2020 Trump emanò un ordine esecutivo che, tra le altre cose, riduceva i trasferimenti finanziari ai distretti di polizia che non avessero protetto i monumenti. A Columbus Circle, la rotonda all’ingresso di Central Park, dove si trova un’alta colonna sormontata dalla statua di Colombo, il presidio della polizia era raddoppiato. Persino in un piccolo parco di qualche decina di metri in Arthur’s Avenue, la Little Italy del Bronx, il busto di Colombo era presidiato da una macchina della polizia. Da agosto, questo busto è stato oggetto di una petizione e una manifestazione per la sua rimozione.

È per questo che decisi di mettere in discussione le mie memorie di bambino andando a leggere la biografia di Cristoforo Colombo su Wikipedia. Ed è stato così che ho scoperto le sue due facce.

Da una parte il sognatore con l’ossessione di trovare una via alternativa per raggiungere le Indie. Il navigatore che ha bussato alle porte dei reali di mezza Europa per farsi finanziare la sua impresa (per poi finalmente convincere gli Spagnoli). Il comandante che ha sedato un tentativo di ammutinamento del suo equipaggio soltanto due giorni prima di scoprire la nuova “Terra!”. Il commerciante che ha dato il nome al “columbian exchange”, il più ampio scambio di piante, animali, culture, popolazioni umane, tecnologie, malattie e idee avvenuto tra le Americhe, l’Africa e l’Europa tra il XV e il XVI secolo. L’eroe al quale sono state dedicate strade, piazze, città e nazioni. Nonché il Colombus Day, festa nazionale americana dal 1934, celebrata il secondo lunedì di ottobre e diventata col tempo la festa della comunità italo-americana.

Dall’altra parte, l’uomo che ha portato nel Nuovo Mondo malattie e violenza. Il conquistatore che stabilì la sua colonia Hispaniola, per poi spartirla con i suoi fratelli. Il mercante che ridusse in schiavitù gli indigeni, risparmiando di mutilarli soltanto se avessero portato oro. Il portavoce della religione cattolica che costrinse i nativi a convertirsi attraverso la pratica del requerimiento. Il castigatore che usava metodi così sanguinari al punto da costringere i reali spagnoli a privarlo del titolo di Viceré e Governatore delle Indie.

Il prete cattolico Bartolomeo de Las Casas, che documentò quello che accadeva nei territori governati da Colombo, scrisse nelle sue memorie che gli Spagnoli “uccidevano, terrorizzavano e torturavano le popolazioni indigene” con “metodi nuovi, strani e più vari di crudeltà” e che questa violenza sistematica era finalizzata ad evitare che gli indigeni considerassero se stessi come esseri umani. David E. Stannard, storico americano e professore all’Università delle Hawaii, nonché autore di “Olocausto Americano“, stima che nel corso dei trent’anni successivi allo sbarco di Colombo, a causa dell’effetto combinato tra malattie e violenze, la popolazione di Hispaniola si ridusse da 8 milioni fino all’estinzione. Stannard descrive Colombo così: “Provava anche un’intolleranza e un disprezzo tale per tutto ciò che non appariva e non si comportava come lui, per chi non credeva in ciò che lui credeva, che pensò che fosse accettabile imprigionare, rendere schiavi e uccidere le persone che non erano come lui. Fu la personificazione secolare di ciò che più di mille anni di cultura cristiana avevano creato”.

Quando finii di leggere, rimasi confuso. Ero frastornato dalla storia di un personaggio così complesso. La storia dell’uomo che aveva voluto con tutto se stesso scoprire un mondo nuovo, e che aveva poi scelto come prima soluzione la forza e la violenza per gestirlo. Ero confuso perché sin dall’infanzia mi era stato rappresentato un personaggio eroico, e ora mi trovavo a fare i conti anche con un assassino. Ero incazzato perché realizzavo più concretamente di aver vissuto dalla parte privilegiata della storia, dalla parte degli europei, dei colonialisti, dei bianchi.

Se dopo più di cinquecento anni si discute ancora del senso di quello sbarco, è perché abbiamo fatto violenza alla nostra memoria collettiva. Abbiamo preferito tramandare la storia di un eroe anziché affrontare le atrocità che aveva commesso.

Nel 1990 lo Stato del Dakota ha sostituito il Columbus Day con il Native Americans’ Day per onorare le diverse popolazioni indigene. Ad oggi sono 14 gli stati americani che celebrano l’Indigenous Peoples’ Day in sostituzione o in aggiunta al Columbus Day.

(Foto presa dal seguente link: https://www.ny1.com/nyc/all-boroughs/news/2020/08/27/bronx-resident-wants-columbus-statue-removed )

Alessandro Casiraghi