Saluti della presidente Ana Maria Vasile

  

Pubblichiamo a seguire il discorso di fine mandato di Ana Maria Vasile, fatto al congresso di Arcigay Palermo del 6 settembre:

Sono entrata in Arcigay Palermo in punta di piedi circa undici anni fa. Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo mai fatto parte di un’associazione ma sentivo il bisogno di trovare una comunità che mi potesse dare un senso di appartenenza. All’inizio è stato complicato, non riuscivo ad entrare in sintonia con nessun*: un po’ per il mio carattere, un po’ di timidezza, la mia paura di sbagliare a parlare (per il mio italiano), per i rifiuti avuti per il fatto di essere straniera, mi mettevo in disparte e quasi non socializzavo con nessun*.  Ma piano piano ho imparato a superare la timidezza e a farmi spazio dentro questa associazione che nel giro di qualche anno è diventata casa, famiglia per me. Essendo lontana dai familiari e dagli affetti questo vuoto è stato riempito in Arcigay. Qui dentro ho scoperto me stessa, la mia sessualità e ho trovato la libertà di esprimerla senza i tabù e le vergogne che mi portavo dietro avendo vissuto per 22 anni in un paese chiuso che aveva ancora forte l’impronta di un dittatore che per tanti anni ci ha tolto la libertà.

Quello che ho amato e amo in Arcigay Palermo è stato il senso di inclusione e di accoglienza che negli anni ho sentito sulla mia pelle. All’inizio non erano preparati e l’impatto è stato duro per me ma abbiamo imparato insieme e siamo cresciuti insieme. Daniela Tomasino per me è stata e lo è tutt’ora un pilastro e una guida, che ha saputo accogliermi e tendermi una mano, pur impacciata com’è. Se non ci fosse stata lei probabilmente oggi io non sarei qui.

Prima del mio mandato c’è stato quello di Mirko Pace: la responsabilità non era poca, ne avevo timore, e non mi sentivo all’altezza. Mirko ha fatto crescere molto Arcigay Palermo, abbiamo iniziato a partecipare a bandi e progetti e ha intensificato i rapporti con le istituzioni e con le associazioni sul territorio. Mi ha fatto capire cosa vuol dire fare parte di una grande associazione e l’importanza del Pride a livello politico. Ha contribuito molto alla mia crescita dentro l’associazione.

Qualcuno ha detto che il mio mandato sarebbe stato solo di passaggio, da un grande presidente a un prossimo grande presidente, probabilmente è stato così non so, ma guardando indietro a tre anni e mezzo fa sono orgogliosa di quello che abbiamo creato.

La cosa più importante è stata la sede che oggi porta il nome di una grande compagna che ci ha lasciati troppo presto, Giuseppina Cacciatore. Abbiamo passato insieme settimane per poter rendere decente lo spazio che adesso è alla disposizione della comunità: abbiamo pulito, tinteggiato e arredato insieme con tanto amore, come se fosse la nostra casa, perché per noi è veramente come una seconda casa. Questo spazio ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti, di aumentare le nostre attività e servizi e dare accoglienza a tante persone nuove.

Grazie a questo nuovo spazio, al lavoro del direttivo uscente e alle nuove persone che si sono avvicinate in Arcigay siamo riusciti a creare il Gruppo Giovani, che oggi sono il nostro orgoglio. Io personalmente ho imparato tanto da loro, ho aperto il mio orizzonte e schiacciato qualche pregiudizio. Per me sono il futuro di questa associazione e sarei doppiamente orgogliosa se in futuro prendessero le redini di Arcigay Palermo.

Un altro grande orgoglio per l’associazione è la creazione del gruppo T*: C’era la richiesta da parte della comunità ma nessuno riusciva a prendersi la responsabilità e a noi sembrava giusto che a dirigerlo fossero delle persone T*.

I due gruppi sono in continua crescita, anche se con la quarantena purtroppo molte delle attività sono state sospese e molt* ragazz* hanno vissuto un disagio maggiore dentro le mura domestiche, senza possibilità di sfogo, dovendo convivere con dei famigliari omo/lesbo/bi/transfobici.

Un altro servizio a cui tengo particolarmente è La Migration (che sento un po’ come se fosse figlio/figlia mia) lo sportello rivolto ai migranti LGBTI. Il servizio, sin dal 2015, è sostenuto dalla Chiesa Valdese con i fondi dell’otto per mille. In questi tre anni è cresciuto molto grazie all’ampliamento dell’equipe di operatori, mediatori e psicologi che si sono aggiunti alla nostra squadra portando un valore aggiunto con la loro professionalità e impegno. Si sono intensificate anche le collaborazioni con le associazioni sul territorio ed è stata creata una rete di sportelli per migranti lgbti a livello nazionale, grazie al progetto Migranet di Arcigay Nazionale, di cui siamo parte attiva: abbiamo condotto una formazione ai comitati Arcigay siciliani e calabresi e alle associazioni lgbti+ siciliane che si occupano o vorrebbero occuparsi dei migranti lgbti. In questi anni, infatti, abbiamo gestito e continuiamo a gestire diversi casi da tutta l’isola con le difficoltà di spostamento per la lontananza con altri territori: la formazione ha cercato di offrire strumenti di base da disseminare su tutto il territorio.

Per quanto riguarda la progettazione abbiamo preso in eredità dalla vecchia dirigenza PrevenGo, approvato con i fondi della Fondazioni con il Sud, progetto in cui ho creduto fortemente e per cui ho dato il mio contributo sia nell’ideazione che nella progettazione, per poi coordinarlo per due anni. Un progetto molto impegnativo che ci tolto tante energie ma ci ha dato anche tante soddisfazioni: abbiamo formato tanti volontari/e che adesso fanno parte della nostra associazione e acquistato un ambulatorio mobile che ci ha permesso e ci permette ancora di andare in giro per la Sicilia, nelle piazze, Università, scuole, centri di accoglienza, zone di prostituzione e battuage per fare i test rapidi, gratuiti e anonimi per l’Hiv, Sifilide e HCV e fare prevenzione sulle IST. Dall’anno scorso la Chiesa Valdese ha approvato il finanziamento della prosecuzione del progetto con i fondi dell’otto per mille.

Un altro progetto che ci siamo portati dal precedente mandato è Palermo Non Conventional Tour, progetto finanziato dal bando Occupiamoci, ed. 2015: sviluppo di itinerari e servizi turistici rivolti ad un target LGBT. Il progetto, finanziato da Fondazione Mission Bambini, Fondazione Canali Onlus, Fondazione San Zeno, UniCredit Foundation e Manageritalia Milano – Gruppo Volontariato Professionale, ha permesso l’assunzione di 3 giovani (under 30) per 18 mesi. Il progetto non è andato come avevamo previsto, purtroppo, ma ci ha permesso di acquisire esperienza sul turismo LGBTI.

In questi anni abbiamo partecipato a diversi Erasmus+ come partner e nel 2017 siamo stati l’ente promotore del progetto 2016-3-IT03-KA105-009632 “United Colours – Creating an European support netowrk for LGBTI Migrants, con la partecipazione di 5 partner internazionali provenienti da Ungheria, Bulgaria, Turchia, Estonia, Grecia.

Arcigay Palermo come sappiamo tutti è una associazione che offre dei servizi alla comunità:

consulenza psicologica: sin dal 2010 l’associazione, grazie al lavoro volontario di psicologhe/psicoterapeute fornisce un servizio di counseling psicologico, uno spazio di ascolto e supporto rivolto a persone e coppie LGBT che si trovano ad affrontare problematiche inerenti l’orientamento sessuale e/o l’identità di genere. Dal 2016 il servizio si rivolge anche alle persone trans, per accompagnarle nel percorso di transizione

consulenza legale: dal 2010 lo sportello legale di Arcigay Palermo offre un servizio di consulenza e assistenza legale a tutte le persone LGBT, sia per problematiche inerenti il diritto civile (unioni civili, adozioni, etc.) che per quelle penali (diffamazione, minacce, etc.)

centro di documentazione: il primo centro di documentazione LGBT+ in Sicilia, realizzato presso le Officine Arcobaleno e non ancora fruibile al pubblico.

All’associazione l’11 maggio 2017 è stato conferito il riconoscimento di Tessera preziosa del mosaico Palermo dal Comune di Palermo “per la promozione e la difesa dei diritti umani e civili, per la lotta all’omofobia, all’eterosessismo, al pregiudizio e alla discriminazione, per l’impegno nella realizzazione della pari dignità e delle pari opportunità tra individui a prescindere dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere e di ogni altra condizione”.

Nel 2017 ci è stato assegnato un bene confiscato alla mafia che da progetto doveva diventare una casa rifugio per le persone che si trovano senza una fissa dimora perché buttati fuori di casa. Questo progetto è stato una vera sconfitta per me come presidente di quest’associazione: non siamo riusciti a trovare i fondi e finanziamenti per poter ristrutturare l’appartamento. Stavamo lavorando contemporaneamente su più progetti e per questo non abbiamo impiegato abbastanza energie per poterlo portare a buon fine: abbiamo deciso di ridare alla comunità il bene perché non ci sembrava giusto tenerlo occupato senza poterne usufruire. Una progettazione del genere ha bisogno di più sostegno sia dalle associazioni sul territorio che dalle istituzioni: non basta avere il patrocinio ma servirebbe un aiuto più concreto, per permettere la realizzazione di quello che è un servizio sociale vero e proprio, che dovrebbe essere già fornito dal Comune.

Oggi è una giornata importate per me, non solo perché finisce il mio mandato (il più lungo della storia recente di Arcigay Palermo: ho anche scatenato una pandemia – come dice qualcuno – per rimanere ancora in carica!) ma perché si candida una persona molto importante per me: Marco Ghezzi, un grande compagno, un ottimo amico. La prima volta in cui l’ho sentito parlare in pubblico è stato in una scuola in cui ha fatto coming out raccontando la sua storia: mi ha fatto emozionare e da lì è stato un continuo crescendo. Sin dai suoi primi passi in associazione ho visto molto potenziale in lui e ho sempre provato a sostenerlo e spronarlo. Ha una spiccata intelligenza, è brillante e riesce a dare tutto se stesso per una causa in cui crede (anche con il rischio di crollare). Si è anche fratturato un gomito per andare ad un incontro nelle scuole! Piano piano Arcigay Palermo è diventata casa anche per lui e anche se l’associazionismo lo sfinisce e gli toglie tutte le energie tenendolo spesso lontano dagli affetti, dalla famiglia e dal fidanzato lui continua ad esserci e a lottare per i diritti di tutt* perché ci crede. Sono sicura che la sua sarà un’ottima presidenza che passerà alla storia perché ha tutte le caratteristiche che servono per riuscire. In bocca al lupo e io continuerò ad essere la tua spalla: se ne avrai bisogno, sarò sempre lì!

Articolo tratto da https://arcigaypalermo.wordpress.com/

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