Onda Pride: a Perugia, Catania, Milano, Napoli Latina le parate dell’orgoglio lgbti

  

ARCIGAY: “LA NOSTRA ENERGIA È L’ANTIDOTO ALL’OMOFOBIA DELLE ISTITUZIONI”

Bologna, 23 giugno 2017 – Cinque parate dell’orgoglio sono in programma per il quinto weekend dell’Onda Pride, la grande manifestazione organizzata da Arcigay e dalla rete di associazioni del movimento lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali) che dallo scorso 27 maggio fino al prossimo 19 agosto mette in campo ben ventiquattro Pride in altrettante città italiane. Domani, sabato 24 giugno, è tempo di Pride a Catania: appuntamento alle 17:30 in piazza Cavour, da dove il corteo partirà e percorrerà tutta la via Etnea fino a piazza del Teatro Massimo. Lì interverranno il sindaco di Catania, Enzo Bianco, i rappresentanti politici e sindacali, e i portavoce delle associazioni. Giornata dell’orgoglio domani anche per Napoli: Mediterranean Pride of Naples 2017 dà appuntamento domani alle 16 in piazza del Municipio, per poi attraversare la città e raggiungere via Partenope, all’altezza di Castel dell’ Ovo, dove sarà allestito il palco per gli interventi delle associazioni e delle istituzioni. Inoltre, dopo l’esordio dello scorso anno, è confermato anche quest’anno l’appuntamento a Latina con il Lazio Pride: la manifestazione si svolgerà  a partire dalle 17 in Viale Italia, con testimonianze, eventi e tanta musica di qualità. Interverrà con una diretta video anche Tiziano Ferro, tra i promotori dell’iniziativa. Si tinge di arcobaleno anche Milano, che dà appuntamento domani alle 14.30 in piazza Duca d’Aosta, da dove il corteo  partirà  per attraversare la città e terminare in Porta Venezia: lì sarà allestito il palco per i discorsi politici e un concerto. Infine è partita già oggi la tre giorni del  Perugia Pride Village,  che stasera entrerà nel vivo con il corteo in programma alle 22,30 in Borgo XX Giugno e  che proseguirà fino a domenica con dibattiti e musica ai Giardini del Frontone. “L’Onda Pride è nel pieno della sua vitalità – commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – e le cinque manifestazioni in programma per questo fine settimana sono la bella fotografia di un Paese attraversanto capillarmente, da nord a sud, dalla mobilitazione delle persone lgbti e dalla loro richiesta di diritti. Non possiamo però non soffermarci sulle ombre che alcuni di questi appuntamenti portano con sé: tanto a Milano quanto a Perugia, abbiamo assistito nei giorni scorsi a una dialettica a dir poco sconfortante tra mondo lgbti e istituzioni. Faccio riferimento in particolare al patrocinio negato dalla Regione Lombardia al Milano Pride e ancora di più al patrocinio concesso e poi revocato dalla Giunta comunale al Perugia Pride Village. Attraverso questi episodi passa un fatto incontrovertibile: le forze politiche di centrodestra, per quanto vogliano rappresentarsi come moderate o addirittura liberali, sono in realtà attraversate dai peggiori rigurgiti di una destra radicale, razzista e omotransfobica, che non ha nulla a che fare con le destre europee, che in altri Paesi hanno addirittura promosso il matrimonio egualitario. Il caso di Perugia è in questo senso emblematico: mentre il Comune concedeva il patrocinio alla manifestazione dell’orgoglio lgbti, lo stesso Comune, guidato dal berlusconiano Andrea Romizi. dava il suo diniego alla richiesta di due mamme italiane di vedere trascritto l’atto di nascita spagnolo del figlio di pochi mesi. Un atto schizofrenico e irresponsabile, che sottolinea la cialtroneria di questi politici, la loro totale superficialità, l’assoluta incoerenza e la distanza incolmabile tra ciò che dicono e ciò che fanno. Romizi è la rappresentazione drammatica (perciò fedelissima) del centrodestra italiano: fanatico, radicale e inadeguato. A cicli alterni questi politici tentano di travestirsi da agnelli ma abbiamo imparato a riconoscere da lontano ormai il loro stile da lupi . Contro questi opportunisti della politica il Pride è il miglior antidoto: domani cinque piazze italiane saranno attraversate dal nostro grido, che parla di diritti e di libertà, a dispetto di chi in politica non conosce la cultura dei diritti o addirittura lavora smaccatamente per sottrarci le nostre libertà”, conclude Piazzoni.