Fate coming out e proverete una grande gioia

  

Presidente di Arcigay Sicilia, rifondatrice della rete nazionale politiche di genere in Associazione, testimonial della campagna 2010 per la Giornata Mondiale contro l’omofobia del 17 maggio, animatrice della vita lgbt siracusana, compagna di Angela da 27 anni, testarda e verace, ma soprattutto una grande donna che da tempo combatte per i diritti delle persone. Le abbiamo rivolto 10 domande per conoscerla meglio.

1) Agata, Angela e Romeo (il vostro cagnolino)… com’è la tua vita familiare nel profondo Sud di Siracusa? Raccontaci la vostra giornata-tipo.

Come potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo. Noi ci alziamo insieme tutti e tre, se ci sono clienti al B&B Casa Gaya, ahime!, presto, e prepariamo le colazioni; se non ci sono clienti, tardissimo perché siamo dei dormiglioni. Pranzo veloce che spesso coincide con la colazione e poi email, siti, facebook, la nostra vita on-line, mentre sistemiamo casa. A seguire incontri di Arcigay o buddisti. Se non ci sono riunioni, cosa rara, ci sono incontri, preparazione di iniziative; squilla il campanello e c’è un compagno in crisi o il telefono che impazza. La sera amiamo stare sia a casa che uscire. Andiamo a letto tardi, leggiamo o guardiamo la TV di notte e Romeo segue i nostri ritmi.

2) Assieme alla tua compagna Angela, presidente di Arcigay Siracusa, con cui stai insieme da 27 anni, hai prestato il tuo volto per la campagna Arcigay contro l’omofobia del 17 maggio 2010 (e di cui non anticipiamo altro!). Come possiamo combattere questa malattia sociale?

È veramente un problema molto grave. Io credo che dovremmo partire da subito con campagne di sensibilizzazione nelle scuole e presso le famiglie. Un adolescente omofobo è già un grave problema e onde evitare che domani sia una testa di cazzo bisogna immediatamente intervenire per correggere questa ”patologia”. E ancora insistere per una legge contro l’omofobia, così come negli anni passati  hanno fatto le donne per ottenere la legge contro la violenza sessuale.

3) Parlaci della vita lgbt della tua città, che ha visto negli anni tanti giovani costruire percorsi ed iniziative sotto la tua ala protettiva.

Direi che ha visto crescere la coscienza di alcuni che hanno fatto coming-out, specialmente i giovani. Siracusa è una città dove prevale il concetto “vivi e lascia vivere”. Arcigay ha avuto un grande ruolo innovativo negli anni passati. Oggi continua il suo percorso culturale e politico. Ma sono nati altri gruppi e si moltiplicano i locali gay friendly.

4) Sei stata appena eletta presidente del coordinamento regionale Arcigay Sicilia. Cosa intendi fare per la tua regione?

L’ho detto al primo direttivo regionale: costruire una lobby, avvicinare all’associazione persone di diverso orientamento sessuale che vivono nell’ombra, ma sono socialmente potenti; dialogare con le istituzioni, con i gruppi imprenditoriali, promuovere i territori e far nascere altri due circoli Caltanisseta/Enna e Trapani. Aumentare la popolazione visibile lgbt. Dare spazio ai giovani che sono la futura classe dirigente.

5) E in consiglio nazionale Arcigay sei stata eletta come rappresentante di un pacchetto di persone che hanno dato un contributo importante al movimento. Cosa è cambiato nel 2010 rispetto a quando hai iniziato ad essere attivista tu?

Tutto. Quando ero appena ventenne cercavo le persone come me e un giorno mi capitò per le mani, scovato in una libreria alternativa, il magico FUORI: fu l’inizio. Capii che non ero sola. E comunicai ai miei genitori, che non si stupivano di nulla, che amavo le donne. Oggi invece c’è un bombardamento di film, libri, fiction, reality, locali, gruppi.

6) Da poco, con energia, hai promosso la rinascita della Rete Politiche di Genere (ex Rete Donne) in Associazione. Perché la visibilità lesbica è sempre più indietro rispetto a quella gay?

La nostra Associazione è stata per anni una Associazione dove è prevalso il maschile, oggi le donne si avvicinano, entrano più numerose nei circoli, ma sempre in minoranza. Il mio percorso femminista mi ha fatto capire le ragioni del mio stare in Arcigay. Oggi più che mai sono convinta che le Politiche di Genere sono la nuova frontiera delle nostre lotte.

7) Perché militi in Arcigay e non in ArciLesbica?

Amo profondamente Arcigay, ho interiorizzato la mia appartenenza a questa Associazione, la ritengo completa per condurre le lotte che oggi conduce. Quando scelsi di restare in Arcigay avevo maturato che i tempi del separatismo erano finiti.

8) Cosa vuoi dire a Maura Chiulli, Daniela Tomasino e Rebecca Zini, tre donne più giovani di te che fanno parte della segreteria nazionale Arcigay?

Di essere come sono, di non perdere la loro identità, di mantenere la loro integrità, di fare la voce grossa quando serve. Anche se so che con un presidente come Paolo Patanè hanno tutte le garanzie.

9) E invece che messaggio daresti ad una giovanissima lesbica che ha paura di fare coming out?

Che è meglio che lo dica lei, così non sarà ricattabile da nessuno e nel momento che lo dirà proverà una grande gioia e una grande liberazione.

10) Credi che il nostro Paese potrà finalmente agire quel cambiamento che è avvenuto in tutto il resto d’Europa?

No, almeno negli anni della mia vita. Il nostro è un Paese arretrato e bigotto, perbenista e amorale. Sa fare bene solo spettacoli.

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Scarica qui sotto il manifesto con Agata e Angela, che fa parte della nuova campagna contro l’omofobia, proposta da Arcigay assieme ad altre 10 associazioni, in occasione del 17 maggio, Giornata Mondiale contro l’omofobia 2010


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