Arcigay. Matrimonio gay, bene Cameron e il “Times”, ora tocca a Monti, PdL e PD.

  

Quella che viene da Londra quest’oggi è una lezione di impeccabile conservatorismo che dovrebbe dare da pensare tanto alle destre, quanto a quotidiani e media e alle sinistre italiane.

Tra i conservatori infatti, il primo ministro britannico David Cameron si è già ampiamente dichiarato favorevole al matrimonio gay nell’ottobre scorso “ci credo – spiegava – perché l’impegno di una persona per l’altra nel matrimonio è un valore dei conservatori”. Ancora, il governo inglese ha aperto, da qualche giorno, una consultazione sulla fattibilità del matrimonio gay e, oggi, un portavoce di Downing Street ha aggiunto: “Il governo ha messo in chiaro il suo impegno per l’eguaglianza. Pensiamo che la gente debba avere il diritto al matrimonio civile a prescindere dall’orientamento sessuale”.

Per i media, oggi, il “Times” si è schierato per il matrimonio tra persone dello stesso sesso perché “riformare la legge per consentire alle coppie dello stesso sesso di sposarsi arricchirebbe una istituzione storica e espanderebbe la somma della felicità umana”.

Ora per un europeista come Mario Monti, per il riformista Corriere, per la progressista Repubblica e per tutti gli altri questi passaggi dovrebbero rappresentare un punto di non ritorno. Da oggi infatti essere favorevoli al matrimonio gay non può dirsi di estrema sinistra, o di sinistra estrema, ma tanto di destra, quanto sinistra. Ci risulta difficile da questo punto di vista, trovare una collocazione per Pdl e Pd, che, rispetto ai parametri europei, dovrebbero darsi una bella mossa.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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