Documento sull’organizzazione

  

Analisi sul’insediamento organizzativo

‘Arcigay è u’organizzazione che offre ai suoi aderenti due tipi di proposte associative: una aggregativa e sociale, ‘altra ricreativa. In questi anni queste due organizzazioni hanno avuto enormi difficoltà a comunicare fra loro e, nel corpo del’associazione si sono sedimentate convinzioni, modalità di rapporti che non hanno favorito un reciproco scambio ne tanto meno un dispiegamento delle nostre potenzialità.

I Circoli politici, che hanno svolto un lavoro enorme di presidio a tutela dei diritti dei gay italiani, faticano a sviluppare u’azione efficace perché in molti casi piccoli e radicati in realtà periferiche del Paese, dal’altra i Circoli ricreativi, che negli ultimi anni sono notevolmente accresciuti in termini numerici, stentano a sentirsi parte dei meccanismi e dei luoghi di decisione del’associazione.

Su tutto ciò ha pesato ‘assenza di un centro politico e organizzativo forte, che potesse coordinare, indirizzare e promuovere un patrimonio politico e ricreativo che non ha pari.
Allo stesso tempo questa assenza non è sufficiente a spiegare perché u’organizzazione così riconoscibile, unica vera associazione nazionale gay, soffra di immobilismo e asfissia.

Eppure con i nostri sessanta circoli ricreativi e gli oltre trenta circoli politici, che complessivamente organizzano circa 80 mila soci che ogni anno rinnovano la tessera e altrettanti che in qualche modo, seppur in forme più sporadiche rimangono legati al nostro circuito, avremmo dovuto poter incidere sia al’interno e sia al’esterno del movimento omosessuale in modo certo più impetuoso di quello che finora siamo riusciti a fare. Naturalmente i cambiamenti avvenuti al’interno della comunità omosessuale, visibili negli ultimi due anni, non nascono, come qualcuno può aver interpretato da una sorta di spontaneismo entusiastico. Il lavoro che abbiamo saputo mettere in campo ha mutato con il tempo ‘atteggiamento dei gay italiani e li ha vigorosamente aiutati a liberarsi di tutta una serie di paure e reticenze che di fatto hanno ritardato la maturazione di una consapevolezza collettiva.

Oggi, siamo nelle condizioni di leggere con serenità le nostre manchevolezze, ma anche le nostre indubbie potenzialità e a mettere in campo strumenti nuovi, affinché ‘Arcigay da associazione indistinta e distante si trasformi in un vero e proprio sindacato dei gay italiani. ‘ quindi, venuto il tempo di pensare a noi stessi per poter essere davvero utili a quelle centinaia di migliaia di gay italiani che ancora non hanno ancora un punto di riferimento stabile, ovvero una struttura capace di renderli un comunità organizzata e influente.


Cosa va cambiato

‘identità Arcigay

In primo luogo ‘Arcigay non utilizza la propria immagine in modo efficiente. Tanti Circoli, ma scollegati fra loro, un simbolo e un nome che tutti conoscono, ma che pochi sentono proprio. Anche al’interno della nostra organizzazione continua una spinta alla differenziazione che, se è giusta e comprensibile per esaltare ‘azione territoriale o la propria proposta ricreativa, è assolutamente sbagliata se utilizzata per smarcarsi rispetto a un centro vissuto come debole e quindi a cui nei fatti non si riconosce un ruolo di sintesi ed elaborazione comune.

Un centro più organizzato, che riesca a esaltare la rete dei nostri Circoli politici e ricreativi, che non si contenta di decidere solo sulle grandi linee politiche, ma diventa strumento di servizio e sostegno organizzativo è assolutamente necessario affinché dal movimentismo si passi a una organizzazione efficace, strutturata per luoghi territoriali forti, attrezzati a rispondere la montante richiesta di servizi e consulenze, di gruppi per affinità, di luoghi che concretamente forniscano occasioni di aggregazione e svago in modo sicuro, rispettando parametri di qualità e la dignità dei gay.

‘ quindi necessario pensare a un periodo di almeno due anni per dare attuazione al progetto di riorganizzazione del’Arcigay, che ci consenta di riformare ‘intera struttura organizzata.
In questo senso vanno anche ridisegnate e puntualizzate meglio le regole che sovrintendono ‘accettazione del’affiliazione al’Arcigay sia dei Circoli ricreativi e sia di quelli politici.

Come associazione ‘ora in poi punteremo sul fatto che la qualità, ‘ascolto, la pulizia, la sicurezza, ‘uniformità di risposte ai soci siano gli elementi distintivi del nostro circuito ricreativo. Nel rispetto dello sforzo economico e del’autonomia gestionale dei Circoli ricreativi, promuoviamo cioè u’azione che trasformi il Circuito Uno in una rete coordinata e solidale, dove naturalmente sono presenti elementi di concorrenza interna, ma dove soprattutto sia possibile per i soci e per i gestori poter usufruire di servizi, risposte, attività in grado di rendere evidenti i vantaggi di avere in tasca la tessera e di essere affiliato al’Arcigay. La qualità di cui parliamo è necessaria per ridare un senso al nostro stare insieme, ovvero essere uno strumento utile e trasparente, che fa della sua proposta ricreativa e politica un unicum coerente e visibile


Cosa serve

Una nuova Arcigay

Un centro forte politicamente riconosciuto come luogo dove si elaborano le strategie essenziali del’organizzazione.

La promozione del nostro patrimonio aggregativo e politico attraverso azioni di ricollegamento e fideizzazione dei nostri soci e dei nostri Circoli.

Costruzione di strumenti nuovi, anche in collaborazione con altre organizzazioni sindacali e sociali, tra cui veri e propri
Gay center regionali, di cui la promozione è affidata ai Circoli politici
e che siano sedi di promozione, gestione, sviluppo del nostro radicamento organizzativo. Nel giro di pochi anni è necessario che in ogni regione ‘Italia sia funzionante una delegazione Arcigay, con un responsabile politico, con gruppi che agiscano direttamente nel rapporto con le Istituzioni per proporre e gestire progetti sociali e culturali (leggasi anche risorse finanziarie), di gruppi territoriali che siano dotati di supporti informatici, collegamenti sociali e cultura di accoglienza e aggregazione tali da diventare ‘ossatura della nuova Arcigay.

Una unanime convinzione da parte dei gruppi dirigenti nazionali e locali che solo attraverso una mutazione genetica del’Arcigay sarà possibile fuoriuscire dal’attuale empasse.

‘integrazione e coinvolgimento del Circuito Uno, attraverso politiche di riqualificazione e riposizionamento dello stesso al’interno della nuova organizzazione, Per essere ancora più chiari la riforma organizzativa del’associazione non può attuarsi senza il contributo decisivo dei Circoli ricreativi che, a torto sono stati vissuti come un corpo separato e che invece hanno altrettanto bisogno di sentirsi partecipi di un progetto comune.

I Circoli politici sono la garanzia, e lo saranno sempre di più, che i gay possono contare su una rete di protezione, di aiuto, di difesa e promozione dei loro diritti che fornisce anche una serie di servizi.

I Circoli ricreativi sono la garanzia che ai gay può essere offerta u’occasione di svago e di divertimento in piena sicurezza, efficienza e qualità.

I due ambiti, che sono certo distinti spetta ‘ora in poi alla Segreteria nazionale farli comunicare, farli lavorare insieme, renderli protagonisti della costruzione della concreta comunità gay italiana.


Alcune proposte concrete

La comunicazione

‘ necessario che al più presto, lavorando a tappe forzate e utilizzando tutte le possibili agevolazioni economiche, sia messa in piedi una struttura di comunicazione sempre aggiornata. Internet è lo strumento di cui tutti i Circoli devono essere dotati, oltre che di tutti gli altri minimi strumenti per poter comunicare al proprio interno, ma anche al’esterno. Il primo impegno dei nuovi organismi dirigenti nazionali sarà quello di organizzare un seminario di due giorni per dotare tutti i Circoli di quelle nozioni basilari necessarie a far funzionare la comunicazione, i rapporti con i giornali, la produzione di materiali informativi. Il nuovo sito www.arcigay.it può in questo senso essere uno strumento utile di comunicazione.

‘organizzazione

Il secondo impegno, che dopo il Congresso bisognerà onorare, è la costruzione di una cultura del’organizzazione al’interno dei nostri Circoli. Il percorso che si propone è il seguente: suddivisione in 5 zone del Paese per tenere alcuni corsi sul’organizzazione a cui garantiscano la presenza i componenti della Segreteria nazionale coinvolti nel progetto. Elaborazione quindi di un percorso di raccolta di esperienze e di messa in opera di alcuni nuovi strumenti e, successiva verifica con un seminario nazionale.

Nuovi servizi rivolti ai Circoli

‘esigenza di dotarsi di strumenti di consulenza e aiuto è fortemente avvertita sia dai Circoli politici e sia da quelli ricreativi. Le compatibilità di bilancio non hanno finora permesso la strutturazione di alcuni servizi ormai davvero necessari, tra cui consulenza nazionale fiscale, consulenze per la presentazione di progetti rivolti alla Ue e alle Istituzioni italiane (regioni, province, comuni); consulenza legale. Per attivare questi strumenti sono necessarie nuove risorse finanziarie di cui le modalità e le forme dovranno essere decise dal Congresso nazionale. ‘ comunque chiaro che messa in campo di questi servizi è strategico rispetto al progetto di riforma del’associazione e quindi dovranno avere la priorità su tutto il resto.

Analisi sul’insediamento organizzativo

‘Arcigay è u’organizzazione che offre ai suoi aderenti due tipi di proposte associative: una aggregativa e sociale, ‘altra ricreativa. In questi anni queste due organizzazioni hanno avuto enormi difficoltà a comunicare fra loro e, nel corpo del’associazione si sono sedimentate convinzioni, modalità di rapporti che non hanno favorito un reciproco scambio ne tanto meno un dispiegamento delle nostre potenzialità.

I Circoli politici, che hanno svolto un lavoro enorme di presidio a tutela dei diritti dei gay italiani, faticano a sviluppare u’azione efficace perché in molti casi piccoli e radicati in realtà periferiche del Paese, dal’altra i Circoli ricreativi, che negli ultimi anni sono notevolmente accresciuti in termini numerici, stentano a sentirsi parte dei meccanismi e dei luoghi di decisione del’associazione.

Su tutto ciò ha pesato ‘assenza di un centro politico e organizzativo forte, che potesse coordinare, indirizzare e promuovere un patrimonio politico e ricreativo che non ha pari.
Allo stesso tempo questa assenza non è sufficiente a spiegare perché u’organizzazione così riconoscibile, unica vera associazione nazionale gay, soffra di immobilismo e asfissia.

Eppure con i nostri sessanta circoli ricreativi e gli oltre trenta circoli politici, che complessivamente organizzano circa 80 mila soci che ogni anno rinnovano la tessera e altrettanti che in qualche modo, seppur in forme più sporadiche rimangono legati al nostro circuito, avremmo dovuto poter incidere sia al’interno e sia al’esterno del movimento omosessuale in modo certo più impetuoso di quello che finora siamo riusciti a fare. Naturalmente i cambiamenti avvenuti al’interno della comunità omosessuale, visibili negli ultimi due anni, non nascono, come qualcuno può aver interpretato da una sorta di spontaneismo entusiastico. Il lavoro che abbiamo saputo mettere in campo ha mutato con il tempo ‘atteggiamento dei gay italiani e li ha vigorosamente aiutati a liberarsi di tutta una serie di paure e reticenze che di fatto hanno ritardato la maturazione di una consapevolezza collettiva.

Oggi, siamo nelle condizioni di leggere con serenità le nostre manchevolezze, ma anche le nostre indubbie potenzialità e a mettere in campo strumenti nuovi, affinché ‘Arcigay da associazione indistinta e distante si trasformi in un vero e proprio sindacato dei gay italiani. ‘ quindi, venuto il tempo di pensare a noi stessi per poter essere davvero utili a quelle centinaia di migliaia di gay italiani che ancora non hanno ancora un punto di riferimento stabile, ovvero una struttura capace di renderli un comunità organizzata e influente.


Cosa va cambiato

‘identità Arcigay

In primo luogo ‘Arcigay non utilizza la propria immagine in modo efficiente. Tanti Circoli, ma scollegati fra loro, un simbolo e un nome che tutti conoscono, ma che pochi sentono proprio. Anche al’interno della nostra organizzazione continua una spinta alla differenziazione che, se è giusta e comprensibile per esaltare ‘azione territoriale o la propria proposta ricreativa, è assolutamente sbagliata se utilizzata per smarcarsi rispetto a un centro vissuto come debole e quindi a cui nei fatti non si riconosce un ruolo di sintesi ed elaborazione comune.

Un centro più organizzato, che riesca a esaltare la rete dei nostri Circoli politici e ricreativi, che non si contenta di decidere solo sulle grandi linee politiche, ma diventa strumento di servizio e sostegno organizzativo è assolutamente necessario affinché dal movimentismo si passi a una organizzazione efficace, strutturata per luoghi territoriali forti, attrezzati a rispondere la montante richiesta di servizi e consulenze, di gruppi per affinità, di luoghi che concretamente forniscano occasioni di aggregazione e svago in modo sicuro, rispettando parametri di qualità e la dignità dei gay.

‘ quindi necessario pensare a un periodo di almeno due anni per dare attuazione al progetto di riorganizzazione del’Arcigay, che ci consenta di riformare ‘intera struttura organizzata.
In questo senso vanno anche ridisegnate e puntualizzate meglio le regole che sovrintendono ‘accettazione del’affiliazione al’Arcigay sia dei Circoli ricreativi e sia di quelli politici.

Come associazione ‘ora in poi punteremo sul fatto che la qualità, ‘ascolto, la pulizia, la sicurezza, ‘uniformità di risposte ai soci siano gli elementi distintivi del nostro circuito ricreativo. Nel rispetto dello sforzo economico e del’autonomia gestionale dei Circoli ricreativi, promuoviamo cioè u’azione che trasformi il Circuito Uno in una rete coordinata e solidale, dove naturalmente sono presenti elementi di concorrenza interna, ma dove soprattutto sia possibile per i soci e per i gestori poter usufruire di servizi, risposte, attività in grado di rendere evidenti i vantaggi di avere in tasca la tessera e di essere affiliato al’Arcigay. La qualità di cui parliamo è necessaria per ridare un senso al nostro stare insieme, ovvero essere uno strumento utile e trasparente, che fa della sua proposta ricreativa e politica un unicum coerente e visibile


Cosa serve

Una nuova Arcigay

Un centro forte politicamente riconosciuto come luogo dove si elaborano le strategie essenziali del’organizzazione.

La promozione del nostro patrimonio aggregativo e politico attraverso azioni di ricollegamento e fideizzazione dei nostri soci e dei nostri Circoli.

Costruzione di strumenti nuovi, anche in collaborazione con altre organizzazioni sindacali e sociali, tra cui veri e propri
Gay center regionali, di cui la promozione è affidata ai Circoli politici
e che siano sedi di promozione, gestione, sviluppo del nostro radicamento organizzativo. Nel giro di pochi anni è necessario che in ogni regione ‘Italia sia funzionante una delegazione Arcigay, con un responsabile politico, con gruppi che agiscano direttamente nel rapporto con le Istituzioni per proporre e gestire progetti sociali e culturali (leggasi anche risorse finanziarie), di gruppi territoriali che siano dotati di supporti informatici, collegamenti sociali e cultura di accoglienza e aggregazione tali da diventare ‘ossatura della nuova Arcigay.

Una unanime convinzione da parte dei gruppi dirigenti nazionali e locali che solo attraverso una mutazione genetica del’Arcigay sarà possibile fuoriuscire dal’attuale empasse.

‘integrazione e coinvolgimento del Circuito Uno, attraverso politiche di riqualificazione e riposizionamento dello stesso al’interno della nuova organizzazione, Per essere ancora più chiari la riforma organizzativa del’associazione non può attuarsi senza il contributo decisivo dei Circoli ricreativi che, a torto sono stati vissuti come un corpo separato e che invece hanno altrettanto bisogno di sentirsi partecipi di un progetto comune.

I Circoli politici sono la garanzia, e lo saranno sempre di più, che i gay possono contare su una rete di protezione, di aiuto, di difesa e promozione dei loro diritti che fornisce anche una serie di servizi.

I Circoli ricreativi sono la garanzia che ai gay può essere offerta u’occasione di svago e di divertimento in piena sicurezza, efficienza e qualità.

I due ambiti, che sono certo distinti spetta ‘ora in poi alla Segreteria nazionale farli comunicare, farli lavorare insieme, renderli protagonisti della costruzione della concreta comunità gay italiana.


Alcune proposte concrete

La comunicazione

‘ necessario che al più presto, lavorando a tappe forzate e utilizzando tutte le possibili agevolazioni economiche, sia messa in piedi una struttura di comunicazione sempre aggiornata. Internet è lo strumento di cui tutti i Circoli devono essere dotati, oltre che di tutti gli altri minimi strumenti per poter comunicare al proprio interno, ma anche al’esterno. Il primo impegno dei nuovi organismi dirigenti nazionali sarà quello di organizzare un seminario di due giorni per dotare tutti i Circoli di quelle nozioni basilari necessarie a far funzionare la comunicazione, i rapporti con i giornali, la produzione di materiali informativi. Il nuovo sito www.arcigay.it può in questo senso essere uno strumento utile di comunicazione.

‘organizzazione

Il secondo impegno, che dopo il Congresso bisognerà onorare, è la costruzione di una cultura del’organizzazione al’interno dei nostri Circoli. Il percorso che si propone è il seguente: suddivisione in 5 zone del Paese per tenere alcuni corsi sul’organizzazione a cui garantiscano la presenza i componenti della Segreteria nazionale coinvolti nel progetto. Elaborazione quindi di un percorso di raccolta di esperienze e di messa in opera di alcuni nuovi strumenti e, successiva verifica con un seminario nazionale.

Nuovi servizi rivolti ai Circoli

‘esigenza di dotarsi di strumenti di consulenza e aiuto è fortemente avvertita sia dai Circoli politici e sia da quelli ricreativi. Le compatibilità di bilancio non hanno finora permesso la strutturazione di alcuni servizi ormai davvero necessari, tra cui consulenza nazionale fiscale, consulenze per la presentazione di progetti rivolti alla Ue e alle Istituzioni italiane (regioni, province, comuni); consulenza legale. Per attivare questi strumenti sono necessarie nuove risorse finanziarie di cui le modalità e le forme dovranno essere decise dal Congresso nazionale. ‘ comunque chiaro che messa in campo di questi servizi è strategico rispetto al progetto di riforma del’associazione e quindi dovranno avere la priorità su tutto il resto.


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