Arcigay Pisa. Lottare efficacemente per i diritti

  

L’assemblea del circolo Arcigay “Pride!” di Pisa ha votato un’integrazione al documento congressuale. Eccone il testo.

Pur lasciando invariato il nostro giudizio su chi ci sostiene e chi si oppone alle nostre rivendicazioni, le nostre azioni non possono però essere guidate da quelle che consideriamo le nostre affinità ideali. Il movimento omosessuale, ed Arcigay in particolare, ha come fine ultimo cambiare la società ed in questo è profondamente progressista, ma ciò non significa dover scegliere di fare maggioranza o di fare opposizione.

I diritti che rivendichiamo sono diritti universali che riguardano in maniera più diretta le persone omosessuali, ma che sono poi diritti di tutti. Questo, se da un lato porta alla necessità e all’obbligo di continuare a relazionarsi sempre di più con le altre realtà che si occupano di diritti umani e diritti civili, dall’altro implica anche che in nessun caso possiamo abdicare al nostro ruolo di tutela e di ampliamento dei diritti delle persone omosessuali, nemmeno quando chi è al governo del paese e delle realtà locali è meno ben disposto nei nostri confronti. Non possiamo arrogarci il diritto di legare a filo doppio le sorti delle persone omosessuali al successo di questa o quella parte politica.

La necessità di progredire fin da oggi nella costruzione di una società più inclusiva per le persone omosessuali, senza aspettare un cambiamento di maggioranza di governo, che peraltro allo stato attuale delle cose non appare molto probabile, ci pone di fronte al’urgenza di elaborare una strategia che ci permetta di ottenere comunque dei risultati. Del resto, anche negli scorsi anni, pur con una differente maggioranza al governo, maggioranza con cui i rapporti erano migliori, le richieste del movimento omosessuale non hanno ricevuto alcuna risposta soddisfacente. Se da un lato questo sottolinea le carenze di una classe politica, dal’altro è un richiamo al’associazione che deve mettersi nelle condizioni di poter incidere realmente ed in maniera significativa sulla vita politica del paese. ‘ necessario crescere, migliorare, innovare.

Arcigay deve diventare un interlocutore di alto livello, da cui non si può prescindere perché è il maggiore “sindacato” delle persone omosessuali, e che non si può ignorare perché è portatore di valori, competenze, professionalità. Arcigay deve cioè sviluppare le competenze ed i servizi della CGIL e al contempo la levatura morale di Amnesty International ed Emergency, con una struttura che può ispirarsi a Legambiente.

Per ottenere un obiettivo così ambizioso è necessaria quel’evoluzione di cui da anni si sente sempre più la necessità. Bisogna cercare di mettere al passo con i tempi e con la realtà internazionale la struttura del’associazione: il volontariato deve diventare sempre di più un volontariato professionalizzato ed accanto ai volontari deve esservi lo spazio per ‘assunzione di personale qualificato. Devono svilupparsi aree tematiche che siano strumenti di elaborazione e di lavoro realmente efficaci ed operative; sempre maggiore cura deve venire posta nella formazione dei dirigenti locali a cui si richiede un impegno grande, ma a cui vanno dati gli strumenti ed i mezzi per poterlo assolvere; devono essere trovate le risorse per assumere, almeno a livello nazionale, dei dipendenti, il lavoro su base strettamente volontaria nella realtà odierna è infatti drammaticamente inadeguato.

Non è più realistico pensare di fare affidamento principalmente sulle risorse economiche offerte dalla struttura ricreativa di Arcigay. Deve essere una priorità dei prossimi anni ‘attività di fund raising presso enti governativi e privati, in Italia e al’estero. Un tale attività, che è necessaria, non è proponibile se non presentandosi a tutta la società come un interlocutore di alto livello, serio ed affidabile.

Il sistema di tesseramento alle strutture politiche del’associazione, così come si presenta oggi, non ha senso né in termini di autofinanziamento né come significato di adesione ideale. Una nuova immagine del’associazione può dare un valore ed un significato vero alla tessera politica di Arcigay.

Deve migliorare ‘efficacia comunicativa: verso ‘esterno, per far crescere ‘immagine del’associazione, e verso ‘interno, per renderla realmente una struttura solida. ‘informatizzazione di tutte le realtà territoriali di Arcigay è una priorità che non è più rimandabile.

Ad una nuova immagine da costruire deve fare da controparte u’associazione che realmente sia migliore. ‘è la necessità che cresca, attraverso la formazione ed il lavoro di squadra, ‘abilità progettuale e di realizzazione se vogliamo essere in grado di raccogliere fondi e di utilizzarli al meglio, se vogliamo continuare a partecipare a progetti di portata europea e diventarne protagonisti.

Per crescere Arcigay dovrà chiedere molto agli attuali ed ai nuovi dirigenti, ma non potrà farlo se non anche offrendo molto, in termini sia di crescita e realizzazione personale sia di motivazione e crescita professionale; bisogna infatti evitare, come successo finora, che il ricambio, tipico delle realtà associative omosessuali, vanifichi g’investimenti fatti nel capitale umano del’associazione.

Pur lasciando invariato il nostro giudizio su chi ci sostiene e chi si oppone alle nostre rivendicazioni, le nostre azioni non possono però essere guidate da quelle che consideriamo le nostre affinità ideali. Il movimento omosessuale, ed Arcigay in particolare, ha come fine ultimo cambiare la società ed in questo è profondamente progressista, ma ciò non significa dover scegliere di fare maggioranza o di fare opposizione.

I diritti che rivendichiamo sono diritti universali che riguardano in maniera più diretta le persone omosessuali, ma che sono poi diritti di tutti. Questo, se da un lato porta alla necessità e all’obbligo di continuare a relazionarsi sempre di più con le altre realtà che si occupano di diritti umani e diritti civili, dall’altro implica anche che in nessun caso possiamo abdicare al nostro ruolo di tutela e di ampliamento dei diritti delle persone omosessuali, nemmeno quando chi è al governo del paese e delle realtà locali è meno ben disposto nei nostri confronti. Non possiamo arrogarci il diritto di legare a filo doppio le sorti delle persone omosessuali al successo di questa o quella parte politica.

La necessità di progredire fin da oggi nella costruzione di una società più inclusiva per le persone omosessuali, senza aspettare un cambiamento di maggioranza di governo, che peraltro allo stato attuale delle cose non appare molto probabile, ci pone di fronte al’urgenza di elaborare una strategia che ci permetta di ottenere comunque dei risultati. Del resto, anche negli scorsi anni, pur con una differente maggioranza al governo, maggioranza con cui i rapporti erano migliori, le richieste del movimento omosessuale non hanno ricevuto alcuna risposta soddisfacente. Se da un lato questo sottolinea le carenze di una classe politica, dal’altro è un richiamo al’associazione che deve mettersi nelle condizioni di poter incidere realmente ed in maniera significativa sulla vita politica del paese. ‘ necessario crescere, migliorare, innovare.

Arcigay deve diventare un interlocutore di alto livello, da cui non si può prescindere perché è il maggiore “sindacato” delle persone omosessuali, e che non si può ignorare perché è portatore di valori, competenze, professionalità. Arcigay deve cioè sviluppare le competenze ed i servizi della CGIL e al contempo la levatura morale di Amnesty International ed Emergency, con una struttura che può ispirarsi a Legambiente.

Per ottenere un obiettivo così ambizioso è necessaria quel’evoluzione di cui da anni si sente sempre più la necessità. Bisogna cercare di mettere al passo con i tempi e con la realtà internazionale la struttura del’associazione: il volontariato deve diventare sempre di più un volontariato professionalizzato ed accanto ai volontari deve esservi lo spazio per ‘assunzione di personale qualificato. Devono svilupparsi aree tematiche che siano strumenti di elaborazione e di lavoro realmente efficaci ed operative; sempre maggiore cura deve venire posta nella formazione dei dirigenti locali a cui si richiede un impegno grande, ma a cui vanno dati gli strumenti ed i mezzi per poterlo assolvere; devono essere trovate le risorse per assumere, almeno a livello nazionale, dei dipendenti, il lavoro su base strettamente volontaria nella realtà odierna è infatti drammaticamente inadeguato.

Non è più realistico pensare di fare affidamento principalmente sulle risorse economiche offerte dalla struttura ricreativa di Arcigay. Deve essere una priorità dei prossimi anni ‘attività di fund raising presso enti governativi e privati, in Italia e al’estero. Un tale attività, che è necessaria, non è proponibile se non presentandosi a tutta la società come un interlocutore di alto livello, serio ed affidabile.

Il sistema di tesseramento alle strutture politiche del’associazione, così come si presenta oggi, non ha senso né in termini di autofinanziamento né come significato di adesione ideale. Una nuova immagine del’associazione può dare un valore ed un significato vero alla tessera politica di Arcigay.

Deve migliorare ‘efficacia comunicativa: verso ‘esterno, per far crescere ‘immagine del’associazione, e verso ‘interno, per renderla realmente una struttura solida. ‘informatizzazione di tutte le realtà territoriali di Arcigay è una priorità che non è più rimandabile.

Ad una nuova immagine da costruire deve fare da controparte u’associazione che realmente sia migliore. ‘è la necessità che cresca, attraverso la formazione ed il lavoro di squadra, ‘abilità progettuale e di realizzazione se vogliamo essere in grado di raccogliere fondi e di utilizzarli al meglio, se vogliamo continuare a partecipare a progetti di portata europea e diventarne protagonisti.

Per crescere Arcigay dovrà chiedere molto agli attuali ed ai nuovi dirigenti, ma non potrà farlo se non anche offrendo molto, in termini sia di crescita e realizzazione personale sia di motivazione e crescita professionale; bisogna infatti evitare, come successo finora, che il ricambio, tipico delle realtà associative omosessuali, vanifichi g’investimenti fatti nel capitale umano del’associazione.


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