Lo Giudice risponde alle accuse di Reibman

  

Bologna, 23 giugno 2002

Al Direttore di Libero
dott. Vittorio Feltri

Gentile direttore,
Libero di domenica ha dato ampio spazio all’aggressione subita dal radicale Yasha Reibman durante il Gay Pride di Milano.
Si è trattato di un gesto violento e, per ciò stesso, contrario allo spirito del Pride, una grande festa della pluralità, della libertà, del rispetto.
Gli organizzatori hanno duramente condannato dal palco questo grave episodio. Io stesso subito dopo, sono stato spintonato per difendere Reibman da una seconda aggressione: Anche la mia bandiera dell’Arcigay è finita in terra, il manico spezzato dai tre o quattro assalitori che, ci tengo a dirlo, non appartenevano al movimento gay, lesbico e transgender. Anche per questo mi ha colpito il livore con cui l’esponente radicale si è scagliato contro le organizzazioni omosessuali, accusate di non fare nulla per combattere le discriminazioni sessuali nel mondo.
Per una corretta informazione dei suoi lettori, mi permetta di smentire quelle affermazioni gratuite e male informate.
Reibman dimentica, ad esempio, l’impegno di Arcigay nella recente campagna di pressione sulle autorità egiziane contro l’arresto di 52 omosessuali, egiziani culminata in una manifestazione sotto l’ambasciata egiziana a Roma a cui ha partecipato anche una delegazione dei Radicali italiani guidata dal segretario nazionale Daniele Capezzone. Qualche mese prima una nostra delegazione aveva partecipato al Gay Pride di Belgrado, assalito da sostenitori di Milosevic.
Lo scorso 7 giugno eravamo al Pride di Gerusalemme, a sfilare insieme ad omosessuali israeliani e palestinesi, per portare un messaggio di pace in quella terra martoriata. In quella occasione, un gruppetto di ebrei ortodossi ha aggredito i nostri militanti, strappando loro di mano la bandiera italiana e quella dell’associazione, a dimostrazione che gli integralismi non hanno colore politico né nazionalità.
Due settimane fa, a Padova, l’Arcigay ha organizzato una conferenza sui diritti delle persone omosessuali nell’Est d’Europa e nell’area del Mediterraneo, con l’interessante partecipazione, fra gli altri, di Adnan Ali, presidente di Al Fatihia, organizzazione internazionale di gay musulmani assai attiva nel denunciare le oppressioni anti gay nei paesi islamici. La si può risentire sul sito di Radio Radicale. Questo per ristabilire la verità dei fatti ed evitare che la nostra battaglia di libertà e di pace venga strumentalizzata ad altri fini.

Cordiali saluti
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay


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