La famiglia tradizionale al Pride di Torre del Lago

  

TORRE DEL LAGO — Anche la famiglia tipo può trovarsi a suo agio al Gay Pride, in mezzo a tante persone’divers’ ma gentili e intelligenti. Lo sostiene, in merito alle polemiche di questi giorni, Elena Pacinotti di Brescia.

«Sono una professoressa di italiano, madre di tre figli — scrive — e sposa di un dirigente ‘azienda. Vengo a Viareggio da quindici anni con tutta la mia famiglia, nonni e animali al seguito. Sono cattolica praticante. Appartengo quindi allo stereotipo del’turismo familiar’ che deve passare ‘estate tra Passeggiata, bagni e ristoranti. Mercoledì sera mi trovavo per caso con mia figlia a Torre del Lago e alla fine di una pizza ci siamo chiesti perchè non fare un salto al Gay pride sulla Marina. Ci siamo così trovati in una coloratissima e gustosissima festa, travolti da una folla gioiosamente gaia, al’insegna dello stare insieme tra persone di diversa cultura, età, sesso, etnia e – soprattutto – orientamento sessuale. Ne sono uscita sconvolta da tanta commistione di persone, piacevolmente sconvolta, con molte delle mie inquietudini e paure su un mondo – quello gay, lesbico e transessuale – travolte da qualche ora di festa. Giovedì sera sono così tornata con mia madre, ottantenne, incuriosita dalle sinuosità di Platinette. Ci siamo divertiti e mia madre è rimasta così commossa dalla gentilezza degli organizzatori – uno di questi, vista ‘età, ha insistito a sistemarla sotto il palco, su una sedia – che ha preteso che acquistassi qualcosa allo stand della Arcigay, in segno di solidarietà». Sabato sera, prosegue la signora Pacinotti, lo «scoglio più grande»: ilmarito e i figli maschi. Ma anche loro alla fine si sono divertiti. Conclusione: la signora ringrazia gli organizzatori e «quel portento» di Fabio Canino.

Sulla festa omosex interviene anche la Sinistra giovanile di Lucca, definendo il Gay Pride di ques’anno «oltre che un enorme trionfo turistico, anche una grande conquista per tutta la cittadinanza della Provincia, da cui è possibile imparare molto. Il nome della nostra città, infatti, anche sui mezzi ‘informazione nazionale, è stata sinonimo, per tutta ‘estate, di tolleranza, e di un possibile, proficuo e positivo incontro, fra tante posizioni tra loro diverse. Il fatto che ‘organizzazione politica di Forza Nuova si sia distinta, anche in questa occasione, con gratuiti slogan di bieca intolleranza, nulla toglie alla perfetta simbiosi istauratasi fra i cittadini residenti nella provincia, e i turisti che partecipavano alle manifestazioni».


  •