Padova rifletta sulla scelta di Bari

  

L'anno prossimo il Gay Pride nazionale si terrà nella città di Bari. Dopo Padova è stata scelta una tra le più grandi città del Sud per ospitare la manifestazione del'orgoglio omosessuale, che oltre alle proteste dei soliti benpensanti, riesce ogni anno a portare in piazza decine di migliaia di persone. La notizia sorprendente, e comunque positiva, è che 'amministrazione comunale di Bari, tramite 'annuncio del sindaco Simeone di Cagno Abbrescia, ha concesso il patrocinio alla manifestazione e a tutti gli eventi collegati. Non solo. Si è unito anche il presidente della giunta regionale della Puglia, Raffaele Fitto, che ha firmato un decreto dove si concede il patrocinio al Gay Pride 2003 e a tutta la serie di iniziative precedenti la sfilata di giugno. Dico sorprendente, perché al contrario di ciò che si poteva prevedere, una città del Sud, considerata generalmente zona più ostile rispetto alla questione omosessuale, governata da u'amministrazione di centrodestra, ha concesso, ad un anno di distanza, il patrocinio alla manifestazione, contrariamente a ciò che è successo a Padova, dove il patrocinio è stato negato senza appello.
Nei mesi che hanno preceduto la parata del'8 giugno, ci sono stati alcuni episodi molto spiacevoli: pesanti atti vandalici perpetrati ai danni delle sedi delle associazioni gay e lesbiche della città con scassinamenti delle serrature, scritte ingiuriose e minacce telefoniche. Un clima 'odio alimentato dai continui attacchi alla manifestazione e, dulcis in fundo, anche un disegno di legge smaccatamente incostituzionale, proposto da An, volto a «regolamentare le manifestazioni degli omosessuali». Accadimenti, questi, che indurrebbero a pensare Padova come una città bigotta e intollerante: la manifestazione del'8 giugno ha dimostrato 'esatto contrario. 'è stata u'eccezionale mobilitazione di cittadini. Circa trentamila persone hanno partecipato al corteo in modo festoso e pacifico, con la voglia di essere visibili, e uniti per rivendicare quei diritti individuali e di civiltà che in Italia, al contrario degli altri paesi europei, non sono ancora stati riconosciuti. Mi riferisco non solo ad una tutela giuridica per le migliaia di coppie conviventi omosessuali, che sono da tempo una realtà ben presente nella nostra società, ma anche di quelle coppie di fatto eterosessuali o delle tante famiglie monoparentali che per il nostro Stato sembrano avere soltanto doveri e nessun diritto. Molti padovani, ai lati del corteo (le stime parlavano di altre trentamila persone), hanno espresso la loro solidarietà ai manifestanti con applausi e segni 'apprezzamento, dimostrando che la manifestazione del Gay Pride rappresenta ormai da tempo una delle poche occasioni – forse 'unica – in Italia, per affermare i valori della laicità e del'autodeterminazione del'individuo, co'è accaduto in occasione delle battaglie per il divorzio e 'aborto, che hanno visto il sostegno di larga parte del'opinione pubblica.
Ciò che è mancato a Padova non è stato 'appoggio della gente. ' mancata 'attenzione del'amministrazione comunale, che non ha colto minimamente il significato che una manifestazione del Gay Pride sottende: u'occasione importante per molti cittadini, che chiedono il diritto di essere felici come gli altri, senza vergognarsi di ciò che sono. Forse al sindaco Giustina Destro è mancato il coraggio di andare contro la parte più ostile della maggioranza che ha dimostrato in molte occasioni di fare del peggior moralismo e tradizionalismo familista una delle sue principali ragioni identitarie. Dovere di un sindaco è quello di adoperarsi per il bene di tutti i cittadini e in occasione del Gay Pride ci si sarebbe aspettati almeno un gesto di maggiore attenzione con lo scopo di aiutare, anziché ostacolare, una minoranza che ha cercato, attraverso un itinerario di lavoro e di riflessione sul tema, durato un anno, di lottare contro il pregiudizio e 'ignoranza che sono state per secoli, e in parte lo sono ancora oggi, ragioni della stigmatizzazione e del'isolamento delle persone omosessuali. 'auspicio che può venire dal gesto di civiltà degli amministratori di Bari è che anche a Padova, per il futuro, ci sia una maggiore sensibilità, da parte delle istituzioni e del sindaco, sui temi concernenti 'orientamento sessuale, le discriminazioni sul posto di lavoro e i diritti civili. Auspicio condiviso anche dalle migliaia di cittadini padovani che erano presenti '8 giugno.


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