Mussolini: “Conosco etero molto più volgari”

  

Alessandra Mussolini: «Omosessuali osceni? Io conosco eterosessuali molto più volgari»

BARI — Alessandra Mussolini è a Roma, in macchina con i figli che ha preso da scuola: come milioni di altre donne si divide in due, tra famiglia e lavoro che, nel suo caso, è quello di parlamentare di An. Appartenere a questo partito, che ha nel proprio Dnala sacralità della famiglia fondata sul matrimonio, non l’obnubila di fronte a quelle che sono le complessità del vivere d’oggi. E, dunque, per Mussolini è assolutamente normale che si svolga a Roma – peraltro durante il Giubileo – o a Padova o a Bari il Gay Pride e che la Regione Puglia nella personea del suo presidente abbia patrocinato la manifestazione del prossimo 28 giugno.
«Ha fatto bene Raffaele Fitto – commenta Mussolini – è inutile come tanti altri. Non capisco proprio la volontà di cambiare le regole». C’è chi dice che bisognerebbe rispondere no in base a una questione di buon gusto. Le chiedo: chi codifica le regole del buon gusto? «Appunto. La questione del buon gusto riguarda tutti, anche gli eterosessuali. Sapesse quanti ne conosco di eterosessuali volgari. Direi che il buon gusto non ha sessualità».
Chi esprime posizioni di chiusura è il suo collega di partito, nonché sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. Problemi? «È giusto che anche il mio partito ospiti questo tipo di battaglie. In An c’è gente che la pensa come me e chi la pensa diversamente. E, dunque, non è un problema se ci sono posizioni come quelle espresse da Alfredo Mantovano. Del resto lo conosco bene, conosco le sue posizioni. Non a caso ho lottato aspramente contro di lui a proposito della fecondazione assistita. Lui ha idee diverse dalle mie e ci vuole tolleranza per tutte. Del resto siamo o non siamo la casa delle libertà?».
Ro. La.


La sindaca di Padova Giustina Destro: «Nella nostra città è andata benissimo»

BARI — «A Padova non abbiamo avuto problemi con il Gay Pride. Tutto è andato bene e la sfilata oscena di Roma non c’è stata. Certo, le tensioni prima dell’evento non sono mancate ma le strumentalizzazioni politiche oscurano i contenuti interessanti di iniziative simili». A parlare è Giustina Destro, 57 anni, sindaca forzista di Padova, la città dove l’8 giugno scorso è stato organizzato in ordine di tempo l’ultimo Gay Pride. Che aggiunge: «Non voglio entrare nella polemica polemica pugliese ma credo che il presidente Fitto per concedere il patrocinio avrà avuto le sue ragioni».
La sindaca di Padova spiega, poi, perché al Gay Pride padovano il patrocinio non ha voluto concederlo. «Per regola non concediamo il patrocinio alle sfilate. E il Gay Pride è presentato come tale. Se gli organizzatori ci avessero presentato un convegno su temi specifici, anche sull’omosessualità ovviamente, io non avrei avuto alcun problema a concedere il sostegno dell’amministrazione comunale». E ancora: «Prima dell’evento ci sono state molte frizioni con gli organizzatori perché a loro avevamo chiesto di rinviare di qualche settimana la sfilata per evitare la concomitanza con i festeggiamenti di Sant’Antonio, il patrono della città. Sa che cosa ci hanno risposto? Sì allo slittamento ma in cambio del patrocinio. Io non ho ceduto a questo ricatto».
La sindaca Destro alla fine ha «aperto» al Gay Pride con una lettera inviata agli organizzatori poche ore prima dell’evento. Racconta : «Ho ricevuto in Comune le mamme dei gay. Ho parlato con loro a lungo ed ho provato sentimenti molto forti. Ecco perché ho deciso di scrivere il messaggio nel quale invitavo quei giovani a sfilare nel rispetto della democrazia e degli altri». E conclude: «A Padova hanno sfilato non più di tremila giovani. Non ci sono state oscenità, qualche problema ce lo hanno creato solo i centri sociali che hanno organizzato una contro-manifestazione. Glielo assicuro, il Gay Pride di Padova non è stato come quello di Roma».

Salvatore Avitabile
Giustina Destro


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