Al Gay Pride 15.000 presenze: record ogni sera

  

Da "Il Tirreno" del 19.08.03 di Roy Lepore

TORRE DEL LAGO. Chiusura con polemica e strascichi giudiziari per il Gay Pride 2003 che, comunque, chiude con un record di 15mila presenze a sera. Dato che fa dire ad Arcigay di voler iniziare un dialogo con la circoscrizione prima di emigrare con la manifestazione in qualche altro Comune della Versilia che si è già fatto avanti per ospitare l’evento. Le polemiche degli ultimi giorni sono soprattutto interne e hanno già lasciato un cadavere (politicamente parlando) sull’asfalto: Giacomo Andrei, ex segretario di Arcigay Toscana, è stato appena sostituito (dalla segreteria regionale riunitasi a Torre del Lago) con lo studente 24enne Davide Buzzetti, attuale presidente del circolo di Grosseto. La defenestrazione è arrivata come risposta all’accusa di Andrei ad Arcigay Pride di aver discriminato un iscritto al circolo di Siena. Inoltre la segreteria regionale ha anche approvato una mozione che invita la segreteria di Arcigay Nazionale a valutare in tempi brevi la possibilità di sospendere cautelativamente il socio Giacomo Andrei. Gli strascichi giudiziari sono quelli che vedranno Arcigay in tribunale contro Alexia, che all’ultimo momento ha annullato il concerto di chiusura del Gay pride. «Non mi aspettavo proprio un comportamento del genere – commenta Fabio Canino presentatore e direttore artistico di Gay Pride – visto che Alexia era venuta di persona a vedere dove avrebbe tenuto il concerto. Oltretutto domenica Alexia si è rifiutata anche di parlarmi per telefono: abbiamo cercato anche di averla per un’esibizione ridotta con cinque o sei canzoni, ma il suo entourage si è rifiutato». Deluso anche Alessio de Giorgi presidente del comitato organizzatore: «Alexia non l’ho proprio capita, ma per fortuna il bilancio della manifestazione è soddisfacente: abbiamo avuto circa 15mila presenze per sera e non sono poche. Tutto è filato liscio grazie a un servizio d’ordine perfetto, alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco». Questo fa essere cauto De Giorgi di fronte alle proposte di altri comuni della Versilia di ospitare il Gay pride 2004: «Prima di tutto – conferma – vogliamo incontrarci con la circoscrizione. Da settembre, anche con il Comune, vogliamo valutare anche la possibilità di anticipare la manifestazione a luglio, se necessario. Qualora ci fossero, però, impedimenti o le solite polemiche, anche se a malincuore non escludiamo di prendere in esame la possibilità anche di emigrare». Di sicuro – conclude De Giorgi – da rivedere gli accordi con Sea «che non ha tenuto la zona pulita come volevamo».


Da "La Nazione" del 19.08.03 di Rossella Battista
Espulsioni e rinunce E il «Mardi gras» finisce in polemica

TORRE DEL LAGO — ‘è chi ‘accusa di essersi trasformato in una gigantesca macchina da soldi, un p’ banalotta e senza più quel pizzico salace di trasgressione e chi invece la guarda ancora di sottecchi, con diffidenza e con imbarazzato distacco. Resta il fatto che il Gay Pride mantiene alto il livello dello scalpore. E oltre alla polemica mai doma della vigilia, ci si sono messe anche le faide intestine a tener alto, anche per ques’anno il livello del dibattito. Più clamorosa di tutte ‘accusa del presidente di Arcigay di Siena Giacomo Andrei a quello di Pisa Riccardo Gottardi reo, a suo dire, di non aver fatto entrare un volontario disabile. «Il disabile è entrato e ha potuto partecipare ai banchi dei volontari benché Siena non avesse organizzato nulla», ribatte Gottardi che sta pensando anche a muoversi per vie legali, ma intanto la testa di Andrei cade rovinosamente nel giro di 48 ore. U’esagerazione? Roba da epurazioni staliniane? «No — spiega Gottardi —, solo che lui in quanto segretario regionale di Arcigay ha il dovere di essere una garanzia e non fare accuse infondate». Ma anche Alexia dà forfait poche ore prima del concerto. Motivo: il palco di 45 centimetri più piccolo. U’inezia, ma non per la regina di Sanremo. Alla versione ufficiale data dallo staff della cantante nessuno crede, ma è sufficiente per tentar causa. «Devolveremo parte del risarcimento alla Misericordia di Torre del Lago», annuncia il presidente di Arcigay Toscana Alessio De Giorgi. E gli fa eco poco dopo dal palco Fabio Canino «facciamo anche senza Alexia», mentre presenta la sostituta e applauditissima Dolcenera. Il pubblico non fa una piega e si lascia trascinare nelle danze. In fondo il concertone era più per ringraziare i torrelaghesi che non per i «frendley» presenti. Tra i 15mila e i 20mila fuori e dentro ‘area Pride, comunicano gli organizzatori. E benché in molti sostengano che ‘era meno gente degli anni passati le cifre degli incassi direbbero il contrario: oltre 700mila euro tra manifestazione e indotto. Nessuna flessione anche se la chiusura anticipata alle 2 (con allunghi fino alle 3 e oltre) e la ridda di polemiche non ha giovato alla manifestazione che dopo cinque edizioni forse necessita di qualche correttivo. Non a caso gli organizzatori stanno pensando al’offerta di qualche comune limitrofo che attratto dai guadagni non avrebbe dubbi ad accogliere la carovana. Per la sesta edizione tuttavia sono annunciate star di fama internazionale e dichiaratamente gay. (il ventaglio delle possibilità è ampio, ma le bocche son cucite).

Torre del Lago. SEMPRE FESTA non si può

SEMPRE FESTA non si può. Oltre al’abbuffata di musicha e danze, oltre al’elezione ironica e dissacrante del mister Frendley, oltre alle drag qeen e agli emuli dei ragazzi di vita di pasoliniana memoria, la kermesse del gay Pride è stata anche ‘occasione per approfondire una serie di argomenti scottanti. Come il diritto alla famiglia. O meglio, il diritto a quel «Pacs», il patto civile di solidarietà, che dovrebbe garantire anche in Italia le coppie di fatto, sia etero che omo. Sono state raccolte più di 3500 firme ed è stato eletto a furor di popolo personaggio gay del’anno ‘ex parroco di Pinerolo Franco Barbero, considerato dalla chiesa una sorta di nuovo eretico. Ma lui va avanti con la sua comunità di base accettando anche le coppie gay. Tante le testimonianze anche in diretta, in una sorta di liberazione sessuale collettiva, al dibattito sulla maternità lesbica. E il prossimo anno? Un pizzico di trasgressione in più non guasterebbe.


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