Venezia60. Ecco la pattuglia dei film gay

  

Il 2003 potrebbe segnare una piccola rivoluzione nella storia della Mostra del Cinema, è in queste settimane infatti che si sta cercando una formula per creare, sin dal prossimo anno, un premio gay che segnali il miglior film a tema.

Di ieri la notizia, diffusa oggi anche dal quotidiano “La Repubblica”, che Moritz de Hadeln, Franco Grillini e Daniel N. Casagrande si sono incontrati per dare inizio ai lavori di un progetto ambizioso quanto irto di ostacoli e difficoltà, ma ne riparleremo.

La Sessantesima edizione non è stata comunque avara di titoli a tematica gay. Nel Concorso ufficiale è stato presentato il capolavoro di Tsai Ming Liang “Bu san”, che ha affascinato per i suoi densi 82 minuti di amore – non per il cinema in sé – ma per lo spettacolo cinematografico, la fruizione, la sala come luogo mitico che ha ormai perso la sua antica funzione (nel film vissuta anche come luogo di incontro).

E la sala è il luogo in cui tutto ha inizio anche nel bel film di Bertolucci “The Dreamers”. I giovani protagonisti prima di lasciarsi andare alla ricerca di sé, in un trinagolo ricco di variabili, verranno rapiti dalle immagini di Fuller, Tashlin, Bresson, da Marlene a Greta, da Fred Astaire e Ginger Rogers, che dallo schermo della Cinémathèque parigina rimandono la loro grandezza.

I ragazzi dallo sguardo triste e ormai vuoto di ogni speranza di “Twist” di Jacob Tierney, presentato nella Settimana della Critica, hanno lasciato il segno tra i più impressionabili spettatori del Lido, non abituati a farsi trascinare in una livida Toronto, sfondo di una amara esistenza tra droga e prostituzione di un moderno Oliver Twist.

E ancora: il coraggio di Jean Senac, poeta omosessuale pronto a lottare per un paese libero nel’Algeria post coloniale del 1972 in “Le soleil assassiné” di Abdelkrim Bahloul. La rassegnazione di Selim, giovane alla deriva che per sopravvivere si traveste e si prostituisce, nel film “Un fils” di Amal Bedjaoui. La quotidianità di Arturo e Franco, coppia gay in “Paquena Paloma Blanca” di Christian Barbe. Ed infine il coraggio di Daniel e Zach, di età e mondi diversi, che cercano di vivere un amore difficile nel cortometraggio “The Time We Lost” di Tommaso Cammarano.


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