Alcuni centri trasfusionali discriminano illegalmente i gay

  

Alcuni centri trasfusionali italiani vietano illegalmente ai gay di donare il sangue. La denuncia è partita da Bari, dove ben tre ospedali non consentono alle persone omosessuali di diventare donatori. Ma anche in altre città come Pisa e Milano si registrano situazioni analoghe. A Milano, è il Centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore, diretto fino al 2001 da Girolamo Sirchia, oggi ministro della Salute, ad escludere dalla donazione gay e lesbiche.

Sangue

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Questa esclusione è illegale, in quanto con il decreto n. 78 del 26 gennaio 2001 (G.U. 3 aprile 2001), l’allora ministro della sanità, Umberto Veronesi, cancellò il divieto di donazione del sangue per le persone che avessero avuto rapporti omosessuali, non considerando questi di per sé a rischio di contagio.

Ciononostante il questionario da compilare per donare il sangue al Policlinico di Bari, e in altri due ospedali della città, il “Di Venere” e l’ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII”, esclude espressamente chi abbia avuto rapporti omosessuali. Il centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Milano giustifica la propria scelta in base ad un documento del 1992 della Food and Drug Administration americana.

In base a questo documento un maschio che abbia avuto anche un solo rapporto omosessuale risalente, ad esempio, a cinque anni fa va escluso, mentre un maschio che fino ad un anno fa aveva rapporti sessuali frequenti con prostitute può donare sangue.

“La natura moralistica di questa discriminazione è evidente — commenta il responsabile salute di Arcigay, Paolo Ferigo — escludere i gay è illegale ma anche antiscientifico. Non si capisce perché avere rapporti omosessuali sia di per sé più a rischio che avere rapporti eterosessuali”.

“Il ministro Sirchia deve intervenire — è l’appello di Sergio Lo Giudice, presidente nazionale Arcigay — per far rispettare la legge e per richiamare i centri trasfusionali che continuano a discriminare le persone omosessuali. Ci attendiamo anche che corregga la posizione assunta dal Centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Milano quando lui stesso ne era primario.

“La gravità di quanto accade — continua ancora Lo Giudice – fa il paio con la cancellazione da parte del ministero della salute delle campagne di prevenzione dell’Aids rivolte alla popolazione omosessuale. Si tratta di una inquietante involuzione dei rapporti fra il ministero della salute e la comunità omosessuale del paese”.


La denuncia del’Arcigay di Bari
Tre ospedali vietanola donazione di sangue alle persone omosessuali

BARI – A Bari in tre ospedali viene vietata la donazione di sangue agli omosessuali: lo denunciano ‘Arcigay della Puglia e una interrogazione presentata da alcuni consiglieri di opposizione del centro sinistra alla Regione Puglia. La vicenda ‘ stata anche resa nota in una interrogazione presentata al ministro della salute da Franco Grillini, Alba Sasso e Giuseppe Caldarola, per sapere quali iniziative intenda assumere Sirchia per far cessare’questi comportamenti vessatori in atto nel Policlinico di Bari e in altri nosocomi italiani e ripristinare il sistema di garanzie previsto dalla legge consentendo a tutti i donatori di esercitare il loro diritto senza alcuna discriminazion’.
Nel policlinico di Bari ma anche nel’Di Vener’ e nel’ospedale pediatrico’Giovanni XXII’ per donare il sangue occorre compilare un modulo dove, tra i principali criteri di esclusione dalla donazione, viene inserito quello riguardante i rapporti omosessuali. Ci’ non avviene, invece, nel’ ospedale’San Paol’.
La denuncia ‘ stata fatta oggi in un incontro con i giornalisti dal presidente regionale del’Arcigay, Michele Bellomo, dal’ avv.Enrico Fusco, componente del’ Arcigay della Puglia, dai consiglieri regionali Michele Losappio (Prc), Mimmo Lomelo (Verdi) e Michele Ventricelli (Ds), firmatari del’interrogazione, e da un rappresentante del movimento studentesco di Bari, Antonello Antonicelli.
Quanto avviene nei tre ospedali baresi – come ‘ stato spiegato nel’ incontro – fa riferimento’ad una indicazione non sorretta dalla normativa nazionale, anzi in contrasto con la stessa in quanto il decreto ministeriale del 26 gennaio del 2001 n.78 indica tre domande nel questionario da compilare sui comportamenti sessuali: quella su’comportamenti sessuali a rischio di trasmissione di malattie infettive e/o in cambio di denaro o drog’, quella su’rapporti sessuali con un partner risultato positivo ai test per ‘ epatite B e/o ‘; e quella su "rapporti sessuali a rischio di trasmissione di malattie infettive". Invece il modulo che il donatore deve sottoscrivere presso la Banca del sangue del policlinico di Bari, del’ ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari e del’Ospedale Di Venere, esclude dalla donazione colui che’ha avuto rapporti omosessual’,’evidentemente considerato – ha detto Bellomo – di per s’ ad alto richio di infezion’.
La denuncia parte da un episodio avvenuto qualche giorno fa, quando un giovane omossessuale barese di 25 anni, anche sulla base di segnalazioni anonime giunte al’ Arcigay, si ‘ presentato alla Banca del sangue del Policlinico di Bari per donare ma gli ‘ stato detto che ci’ non era possibile in quanto gay. ‘ tornato due giorni dopo accompagnato dai protagonisti della trasmissione televisiva’Ien’ e – secondo il racconto – gli ‘ stato consentito di fare un test in quanto soggetto a rischio e ora dovr’ attendere 40 giorni per sapere se tutti i valori sono a posto e potr’ diventare donatore.’Per fortuna – sottolinea Bellomo – non succede in tutte le strutture sanitarie, ad oggi per’ si parla ancora di categorie a rischio e non di comportamenti. A livello scientifico ‘ sbagliato e a livello umano si tratta di discriminazioni totalmente deprecabile: non si pu’ parlare di categorie ma di comportamenti. Le persone omosessuali sono persone che hanno il sangue nella stessa misura di quelle eterosessuali. ‘ un atto ‘ amore che viene vietat’.’Ancora una volta – ha proseguito – la normativa nazionale viene elusa, perch’ per fortuna questa volta ” una normativa nazionale, ma un atto ‘ amore viene negat’. Per ‘ avv.Enrico Fusco si tratta di’vera e propria omofobia e quindi ” una evidente disinformazione che danneggia gli omosessual’.’Non ‘ possibile – ha affermato Losappio – accettare ‘ idea che gli omosessuali non possano donare sangu’.’Si tratta – ha detto Ventricelli – di far applicare un decreto ministeriale esistente che dice in maniera chiara cosa far’.” assurdo – ha aggiunto Lomelo – attuare una intolleranza nei confronti di chi vuole fare solo un atto di amore e invece va a sbattere contro un mur’.
Bellomo ha annunciato che il problema parte da Bari ma tutti i circoli nazionali del’ Arcigay sono stati mobilitati per produrre una mappatura su quello che avviene in tutti gli ospedali italiani:’Ci risulta – ‘ stato detto – che situazioni come quelle di Bari sono anche a Milano, Siracusa e Roma".

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