Torino, capitale del cinema gay

  

Da "La Stampa" del 19.04.04 di Sergio Trombetta
Il cinema gay parla arabo
DAL 22 AL 29 APRILE A TORINO LA DICIANNOVESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL «DA SODOMA A HOLLYWOOD». Per la prima volta un italiano in concorso

Da Sodoma a Hollywood 2004

Da Sodoma a Hollywood 2004

TORINO – Cinema arabo e omosessualità. O perlomeno ondeggiamenti di genere, travestimenti, sessualità. Si intitola «Miraggi. Sconfinamenti di genere nel cinema arabo» la retrospettiva più attuale e coraggiosa di «Da Sodoma a Hollywood» il diciannovesimo Festival Internazionale di Film con Tematiche Omosessuali in programma al Teatro Nuovo dal 22 al 29 aprile. Sono quindici film in arrivo soprattutto dall’Egitto, nei decenni passati importante centro di produzione, con titoli che vanno dagli Anni 50 a epoche più recenti. Vi si parla di turismo sessuale, amicizie femminili, travestimenti. C’è anche il mitico regista Youssef Chahine che nell’autobiografico «Alessandria ora e per sempre» balla come Ginger Rogers con il giovane attore che nel film interpreta il suo doppio.

Diretto da Giovanni Minerba, il festival quest’anno presenta 228 film, settanta in più rispetto allo scorso anno, con 52 in concorso. Fra questi, per la prima volta, un lungometraggio italiano: «Anime veloci» di Pasquale Marrazzo. Fra gli altri titoli «Walk on water» il nuovo film di Eytan Fox, il regista di «Jossy &Jagger», «Proteus», vicenda di marinai nel Sudafrica del 700, «Beautiful Boxer», la storia di un boxeur thailandese che sale sul ring travestito da donna, «Night corridor» thriller in arrivo da Hong Kong. I film in gara si dividono in lungometraggi, cortometraggi, video e documentari. Al migliore lungometraggio sarà attribuito il Premio Ottavio Mai. Poi ci sono panorami, omaggi, retrospettive. E come sempre un’icona del festival, un grande personaggio femminile, che quest’anno è Katharine Hepburn, diva di buona famiglia che amava i pantaloni.

La sezione «Europa Mon Amour» ha per tema «Teens in love» e ripercorre le tematiche omosessuali che hanno come protagonisti gli adolescenti nei film europei negli ultimi dieci anni. Grandi registi: omaggi a John Schlesinger, allo spagnolo Eloy de la Iglesia e a Derek Jarman, che moriva dieci anni fa. Di Jarman, oltre a «Sebastiane», saranno proiettati videoclips e due titoli mai visti in Italia: «La tempesta» e «War Requiem», ispirato alla composizione di Benjamin Britten con Laurence Olivier e Tilda Swinton.

La cinematografia a tematica gay è cambiata, hanno spiegato gli organizzatori, ora non ci sono soltanto film in arrivo prevalentemente dal mondo anglosassone. Anche per il cinema omosessuale i riflettori sono puntati sull’Asia. Una sezione è intitolata «South-East Adian Delights» e presenta pellicole realizzate in Indonesia, Malesia, Singapore, Tahlandia. Molti i titoli italiani. Oltre ad «Anime veloci», ecco gli «Amici di Oskar», puntata pilota di un progetto di fiction gay (Oskar è un pesciolino rosso); i documentari «Appunti su una giornata particolare» e «Cuori di Pietra»; molti i corti: per esempio «Giallo samba», «Medusa», «Non ci sarebbe niente da fare», «Sembra … Stupido!», «Sesso, sauna e fantasia», «Summertime», «Telegomorra».

L’apertura, il 22 sera, è nel nome delle notti newyorchesi con «Party Monster», protagonista l’ex bambino prodigio Macaulay Kulkin. La chiusura, la serata del 29, vede di scena le drag queen tailandesi campionesse di pallavolo, le Iron ladies di «Sa tre lex», impegnate in un seguito del fortunato e divertentissimo film presentato al festival pochi anni fa e di prossima distribuzione nelle sale. Ci saranno Vladimir Luxuria e Pino Quartullo a presentare l’appuntamento finale, durante il quale sono previsti uno spettacolo di drag queen storiche torinesi, un’anticipazione del nuovo musical «Calamity Jane» e un omaggio di Raffaella De Vita a Gabriella Ferri, alla quale inoltre è dedicato il catalogo del Festival.

Di contorno come sempre, feste, presentazioni di libri, ospiti (Arnoldo Foà, Leonardo Treviglio, l’interprete di «Sebastiane») e una giuria che annovera fra gli altri Moritz De Hadeln, appena smessi i panni di direttore di Venezia. Da oggi tutto il programma del festival è visibile on line nel sito www.tglff.com.

Da "La Repubblica" del 21.04.04 di CLARA CAROLI
La svolta omo di un eroe bambino
Le notti newyorkesi di Macaulay Culkin inaugurano il Festival. Prende il via domani la diciannovesima edizione di "Da Sodoma a Hollywood". Stavolta Minerba ha scelto Hepburn come nume tutelare. Al Nuovo fino al 29 aprile un cartellone come sempre denso vasto e variegato

Da Sodoma a Hollywood 2003

Da Sodoma a Hollywood 2003

Un boxeur transessuale, una diva del passato che voleva i pantaloni, un´ex piccola peste made in Usa, un grande regista morto di Aids. E ancora. Il mondo arabo che ammicca e quello asiatico che dichiara esplicitamente, il cinema italiano che ritorna, i teenagers che reclamano. Con oltre duecento titoli sparsi nelle varie sezioni, il festival Da Sodoma a Hollywood propone per la sua diciannovesima edizione un cartellone ricchissimo, sintesi nelle intenzioni del suo storico curatore, Giovanni Minerba, di tutte le «diversità» possibili. La rassegna internazionale di film con tematiche omosessuali, che in questo quasi ventennio si è conquistata con un lavoro sempre coraggioso e coerente fama e credibilità planetarie, si apre domani sera al Teatro Nuovo, dove prosegue fino al 29 con un cartellone denso, vasto, variegato (il programma completo è visibile on line sul sito www.tglff.com).

Un concorso con 52 titoli (dei quali ben 17 sono italiani), un´importante retrospettiva, «Miraggi», curata da Davide Oberto e dedicata agli «Sconfinamenti di genere nel cinema arabo», una sezione asiatica con dieci pellicole provenienti da Indonesia, Malaysia e Singapore raccolte sotto il titolo promettente di «South-East Asian Delights» e una sezione europea, «Europa Mon Amour», che quest´anno è dedicata agli adolescenti. E poi eventi speciali ed omaggi: a grandi registi come Derek Jarman, di cui quest´anno ricorre il decennale della morte, e John Schlesinger, ma anche ad autori meno classici e più particolari come lo spagnolo Eloy De La Iglesia e il videoartista francese Brice Dellsperger. E inoltre conferenze, presentazioni di libri, incontri con autori e personaggi, feste e sorprese. Madrina, o meglio nume tutelare del Festival, Katharine Hepburn, diva raffinata e androgina ante litteram amatissima dalla comunità gay, scelta come icona per questa edizione 2004. Che avrà un pensiero per un´altra, in questo caso sfortunata signora cui l´ambiente omosessuale vuole rendere omaggio, Gabriella Ferri, alla quale è dedicato il catalogo del Festival.

Apertura dunque domani alle 20.30 al Teatro Nuovo con Party Monster, omaggio alle notti newyorkesi e alla strana trasgressiva umanità che le popola. Protagonista l´ex bambino prodigio del cinema americano, Macaulay Culkin, con la drag queen Marilyn Manson e la groupie Chloe Sevigny. Il film, di Fenton Bailey e Randy Barbato, viene proiettato in anteprima italiana e uscirà nelle sale il prossimo 30 aprile. A seguire ,nella serata inaugurale, che sarà presentata da un personaggio a sorpresa del mondo della comicità televisiva, un´altra pellicola fuori concorso, D.e.b.s. della regista californiana Angela Robinson, assistente di Spike Lee, che già l´hanno scorso ha lasciato il segno al Festival con le sue finte ragazze per bene.

In concorso ci sono 52 film inediti, divisi in quattro sezioni, lungometraggi, cortometraggi, video e documentari. Per la prima volta è presente un lungometraggio italiano, Anime veloci di Pasquale Marrazzo, mentre è nutrita la rappresentanza nazionale tra i corti. Fra i film in competizione sono da segnalare Beautiful Boxer, vicenda vera di un boxeur thailandese transessuale, Proteus, tragica storia d´amore tra galeotti nel Sudafrica del ?700, Cammina sull´acqua del regista israeliano Eytan Fox, quello di Yossi & Jagger, e il thriller orientale Night corridor, targato Hong Kong. Al miglior lungometraggio andrà il Premio Ottavio Mai. Il pubblico attribuirà il premio alla migliore opera per ciascuna sezione. Della giuria fa parte tra gli altri Moritz de Hadeln, ex direttore di Venezia e di Berlino, dove istituì i Tweddy Awards per i film gay.

Da ADN Kronos del 21.04.04
SENATORE GHIGLIA (AN): NO A FESTIVAL DEL CINEMA GAY

Da Sodoma a Hollywood 2002

Da Sodoma a Hollywood 2002

”E’ inaccettabile che il Comune continui a mantenere il festival del cinema gay, un evento che non porta alcun riscontro economico alla citta’…O e’ il festival della pornografia o e’ quello dell’ipocrisia”
”E’ inaccettabile che il Comune continui a mantenere il festival del cinema gay, un evento che non porta alcun riscontro economico alla citta’ e che, anzi, si trasforma anno dopo anno nel festival del cattivo gusto”. Lo ha affermato in una nota il deputato di An, Agostino Ghiglia, a proposito del Festival del cinema gay di Torino, spiegando di aver ”rivolto al sindaco un’interrogazione, per sapere quanto questa rassegna incida sul nostro bilancio e sulle tasche dei cittadini”.

”Perche’ non utilizzare quegli stessi fondi -si e’ chiesto Ghiglia- per portare avanti una politica per la famiglia seria e responsabile?” ”Forse il nostro sindaco -ha aggiunto- vuol farsi perdonare da tutti coloro che lo hanno criticato per non aver speso abbastanza soldi a favore della comunita’ gay”. ”Altro che gita fuori porta -ha concluso Ghiglia- una rassegna vietata ai minori di 18 anni, di propaganda all’omosessualita’, senza alcuna rilevanza artistica e culturale. O e’ il festival della pornografia o e’ quello dell’ipocrisia”.


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