Spagna, sì alle adozioni gay

  
Spagna gay

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La Spagna di Zapatero apre all'adozione per le coppie omossessuali. L'idea era già presente nel programma elettorale dei socialisti ma venerdì sera è stata ripresa e rilanciata da Amparo Valcarce, segretaria di stato per i servizi sociali, la famiglia e i portatori di handicap. «Vogliamo rendere legale ciò che già è reale», ha affermato Valcarce. Il ragionamento si inquadra nella più ampia strategia di «piena equiparazione dei differenti modelli di famiglia sotto il principio di uguaglianza e non discriminazione per nessuna ragione, incluso il sesso», uno degli obiettivi del Piano integrale per la famiglia che il governo ha lanciato questo fine settimana per il periodo 2004-2008. Il Piano è articolato in tre momenti. Il primo riguarderà la nuova legge sulla coppie di fatto, il secondo i matrimoni omosessuali – ora permessi solo in Olanda e Belgio dove però le coppie gay non possono adottare figli e già previsto in alcune regioni della stessa Spagna. Infine il diritto all'adozione. Su questo punto, Valcarce ha precisato che verranno stabilite condizioni chiare per «preservare i diritti individuali e anche quelli di terzi» in relazione a questioni come l'eredità e le pensioni. In Spagna alcuni omosessuali hanno già adottato dei bambini grazie alla legge che permette l'adozione ai single, ma hanno dovuto farlo celando i propri costumi sessuali.

Matrimonio ed adozione gay non saranno comunque approvati automaticamente: il ministero le ha infatti vincolate all'esistenza di «una forte domanda sociale». In sostanza «non c'è alcun impedimento» – come ha detto la stessa Valcarce – ma bisogna aspettare che i tempi siano maturi. E potrebbero esserlo a breve. Già la Navarra si è espressa a favore dell'adozione per le coppie omosessuali, anche sulla base di una sentenza del Tar locale. E prevedono il medesimo diritto pure gli statuti dei vicini Paesi baschi e della Catalogna. Anche l'Aragona si sta attrezzando per l'adozione.

L'iniziativa del governo verrebbe così a legalizzare in ambito nazionale le norme regionali, riproponendo quel modello iberico che sostiene i diritti degli omosessuali.

A metà degli anni Novanta era il comune di Vitoria, capitale dei Paesi Baschi, ad aprire i registri civili per il riconoscimento delle coppie omosessuali, seguita poi a ruota da tantissime città spagnole mentre il governo centrale taceva. Adesso l'esecutivo di Zapatero mira a riempire il vuoto legislativo che permane in ambito nazionale. E la cosa – nella cattolicissima Spagna – non sorprende più di tanto, nemmeno a destra. Alberto Ruiz Gallardòn, attuale sindaco di Madrid per il Partido popular (e con tutta probabilità prossimo leader del Pp), si dichiarava favorevole all'adozione nella campagna per le amministrative dell'anno scorso. Una mossa sicuramente dal sapore elettorale (Madrid conta su una comunità di 400.000 omosessuali) ma che dimostra come il tema dei diritti dei gay trovi appoggio all'interno dell'intero spettro politico. E persino i quotidiani iberici non davano ieri troppo spazio alla notizia: sintomo questo di una vicenda vissuta con sostanziale normalità.

Le associazioni per la promozione dei diritti degli omosessuali hanno salutato con entusiasmo la notizia ed ora attendono l'evolversi dell'iniziativa. Valcarce ha precisato che il Piano integrale per la famiglia verrà presentato prima della fine dell'anno.


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