Il Parlamento spagnolo verso il riconoscimento delle coppie gay

  

Da Apc
SPAGNA: IL PARLAMENTO DI MADRID DISCUTE IL RICONOSCIMENTO DELLE COPPIE GAY
Saranno riconosciute in ambito legge su coppie di fatto

Roma, 30 giu. (Apcom) – Il parlamento spagnolo ha avviato la procedura per l'approvazione di una legge che sancirà le coppie di fatto, tanto eterosessuali che omosessuali. Attualmente sono quattro le proposte di legge sulla questione formulate rispettivamente da Ciu, Erc, Iu-Icv e dal Gruppo Misto.

Il Partido Popular (Pp) per la prima volta ha accettato di avallare le coppie di fatto, appoggiando la proposta del Ciu che non prevede l'adozione per le coppie omosessuali. Il Partito socialista (Psoe) ha dato il suo appoggio alle quattro iniziative e ha annunciato che ne chiederà l'inclusione nei progetti di legge che saranno presentati al governo.

La portavoce del Pp, Ana Torme, citata dall'edizione digitale del quotidiano El Mundo, ha dichiarato che è il momento di affrontare in maniera globale la regolamentazione di queste forme di convivenza perché è "una questione sociale e giuridicamente matura" e perché le leggi devono riconoscere quello che la società spagnola accetta nella vita quotidiana.


Da "La Stampa" del 30.06.04 di José Antich
Intervista a Zapatero

JOSÉ Luis Rodríguez Zapatero festeggerà il prossimo 4 agosto il suo primo compleanno da premier. Al potere da meno di cento giorni, il leader socialista ripassa in questa intervista il suo breve ma intenso mandato, progetta i suoi piani futuri ed espone nitidamente la rotta che desidera per il suo Paese, la cui linea maestra è il progresso economico e sociale, accompagnato da riforme che diano grande stabilità, per una generazione, a questa «Spagna Plurale».

Jose Zapatero

Jose Zapatero

Sono passati due mesi da quando lei è diventato premier. Non è molto tempo, ma basta per guardarsi intorno e farsi un'idea di ciò che è più urgente, di ciò che sarà più difficile e di quello che forse non si potrà fare.

«In questi 75 giorni mi sono concentrato sul progetto del partito socialista, ho cercato di metterlo in moto sia in politica estera sia nella rotta economica e sociale interna per instaurare un clima di dialogo politico aperto».

Lei si è iscritto al partito socialista molto giovane, nei primi anni della transizione (dalla dittatuta franchista alla democrazia, ndt). Come militante ricorderà che nella memoria collettiva della sinistra c'era un’attenzione ossessiva per i cosiddetti «poteri di fatto». Ora le sue due prime iniziative da premier sembrano averne irritati due: gli Stati Uniti, per il ritiro delle truppe spagnole dall'Iraq, e la Chiesa, per la sua decisione di limitare l'insegnamento della religione cattolica, legalizzare i matrimoni gay, riconoscere agli omosessuali la possibilità di adozione e ampliare le condizioni per l'aborto.

«In una società democratica avanzata, l'unico “potere di fatto” è il popolo. Ci sono diverse istanze che hanno rappresentatività e influenza, ma la sovranità dei cittadini si esprime nel Parlamento e nella sua maggioranza, che prendono le decisioni e indicano le relazioni sociali e la posizione della Spagna nel mondo. E’ curioso che a considerarsi più patrioti siano proprio quelli che si sono sentiti inquieti e hanno criticato una decisione autonoma e sovrana del governo, quella del rimpatrio della truppe dall'Iraq. Naturalmente, in questi due mesi e mezzo dacché sono al governo, ho preso le decisioni in piena libertà e autonomia».

Nel caso concreto delle adozioni da parte delle coppie omosesessuali, lei certamente sa che l'opposizione non arriva solo dal Vaticano. Importanti politici di sinistra e laici, come l'ex premier francese Lionel Jospin, si oppongono a tale riconoscimento. Qual è la sua opinione personale a questo proposito?

«La mia posizione è chiaramente favorevole e si inserisce all'interno di quello che potremmo chiamare diritto alla libertà personale, a una concezione della famiglia pluralistica e aperta. Perciò sono decisamente favorevole a una cornice legale per le persone con un orientamento sessuale gay che vogliano vivere in coppia. Ignorare questa realtà significa ignorare il diritto di molte persone a essere felici. E’ un diritto che non provoca alcun problema a chi fa un’altra scelta sessuale e ha un altro modello di famiglia. Non c’è imposizione di convinzioni non condivise. Questa è precisamente la garanzia di una convivenza libera, ovviamente in una prospettiva di laicità».

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