Dove sono gli olimpionici gay?

  

Atene – L’unico a dirlo apertamente è Robert Dover, già campione olimpico di dressage e presente ad Atene per vincere un altro titolo.

Atene 2004

Atene 2004

Sì, ma gli atleti sono 10500 da tutto il mondo. Davvero non esiste nessun altro atleta che abbia il coraggio di ammettere la sua omosessualità. Il motivo ufficiale è che gli atleti sono concentrati sul loro obiettivo e non hanno tempo da perdere in poleniche giornalistiche. In realtà il fatto è che nei pochi paesi dove l’omosessualità è accettata culturalmente (tutti occidentali guarda caso) esiste comunque un pregiudizio di base tra allenatori e compagni di squadra che alla fine premia chi l’omosessualità la vive di nascosto , a meno che non dimostri di essere un campione imbattibile come una Navratilova o una Mauresmo (presenti ai giochi di Atene) o un Greg Louganis. Per gli altri, che devono ancora dimostrare il loro talento le pressioni emotive possono essere troppe da reggere nel completo scherno e isolamento.

Tra gli atleti del passato che sono stati campioni olimpici e hanno rivelato la loro omosessualità ricordiamo Tom Waddel, morto nell’87 di AIDS e fondatore nell’81 dei gay games e Mia Hundvin di Norvegia e Camila Andersen di Danmarca, giocatrici di pallamano che hanno combattuto una contro l’altra nella finale di Sydney ed erano una coppia sposata in Danimarca.


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