Cara Patty Pravo, aiutaci ad ottenere il PACS

  

Patty Pravo ha risposto a Paolo Ferigo, presidente dell’Arcigay Cig di Milano, smentendo nei fatti le affermazioni riportate dalla rivista musicale Rolling Stones. Ma anche la risposta, che personalmente ritengo positiva, contiene una buona dose di disinformazione, che stupisce perché da una delle cantanti più amate e idolatrate dai gay italiani, ci si attenderebbe ben altra sensibilità. Puntare l’attenzione sul tema delle adozioni significa non conoscere affatto quali sono le attuali battaglie in cui è unitariamente impegnato il movimento glbt italiano. Infatti, la Strabelli non fa riferimento alcuno alla proposta di legge sul Pacs, ma si concentra solamente sulla sacrosanta richiesta da parte anche dei single di poter accedere all’istituto dell’adozione. Anche su questo tema però, la cantante entra in contraddizione: sì alla possibilità per i single di poter adottare, ni per i gay, in ogni caso meglio che un figlio sia allevato da un uomo e da una donna (implicitamente eterosessuali visto il ragionamento della diva).

La materia è così delicata che andrebbe affrontata con tatto e non con battute goliardiche! Ne vale l’affermazione di avere intorno a se tanti amici gay, perché è la medesima che tanti omofobi (persino La Russa) utilizzano per dire: sono tanto buoni, sensibili e cari, ma non hanno alcun diritto.

Insomma i gay italiani pretendono giustamente di più. Vorrebbero percepire una vicinanza concreta che, invece non si è mai manifestata. D’altronde Nicoletta Strabelli è in buona compagnia: la quasi totalità dei cantanti e delle cantanti italiani (tra cui tanti velati/e gay e lesbiche) quando si tratta di esporsi si rendono irreperibili e, si rifugiano nel comodo pretesto che “il mercato ha le sue regole, non posso aiutarvi se no perdo fans e non mi fanno più andare in tv”. Va in scena quell’italietta ipocrita e disgustosa, che con movenze e parole tanti artisti italiani contestano, salvo poi non impegnarsi mai direttamente.

La prova l’abbiamo avuta al tempo della manifestazione Kiss2Pacs: delle decine di contatti avuti con artisti e cantanti alla fine si è concretizzato poco, proprio perché se si fa a spintoni per ottenere una comparsata nelle innumerevoli iniziative caritatevoli, meglio non compromettersi con i gay, salvo poi utilizzarli (e quanti si fanno colpevolmente strumentalizzare!!!) nei fanclub, come P.R., come organizzatori d’eventi e di capillare diffusione dei propri cd…

Per tutte queste ragioni, nonostante le precisazioni indirizzate a Ferigo siano soddisfacenti, rimane un senso profondo di diffidenza, che potrà essere superato solamente quando artisti del calibro di Patty Pravo, si spenderanno a favore delle nostre rivendicazioni, prima fra tutte quella del Pacs. Non ci sembra una richiesta esosa, visto che in tanti anni i gay hanno garantito a lei, come a tanti altri, la possibilità di riempire teatri e di vendere diverse migliaia di cd! E’ un opportuno dare e avere di cui sempre più gay e lesbiche nel nostro paese si rendono conto debba essere messo in campo: il tempo delle bambole ebeti è da tempo finito.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay


La polemica tra il Circolo Arcigay CIG e Patty Pravo sulle dichiarazioni rilasciate a Rolling Stones

La lettera di Paolo Ferigo, Presidente del CIG

Buongiorno,
a seguito di numerose segnalazioni abbiamo provveduto a verificare la correttezza delle citazioni tratte dall’intervista della Signora Strambelli apparsa nel numero di settembre del mensile Rolling Stone, in occasione della presentazione del suo ultimo album, relativamente alla tematica "GAY" e circolate all’interno della comunità GLBT

http://www.coltempo.it/stampa/rollingstone110804.htm):

"La mia ambiguità sessuale è una leggenda. Se ci fosse, me la vivrei tranquillamente. Però mi da fastidio quando i gay rompono le palle. Vogliono adottare i figli. Intanto fateli adottare a quelli che sono più umani. Io non credo che loro possano dare, come hanno dato a me, una disciplina di un certo tipo, mica stiamo giocando con le pallette. Poi, gli danno le case e magari non le danno a due ragazzi che vogliono sposarsi. Io ho avuto uno zio splendido: faceva il corazziere, amato e rispettato da tutti per la sua bellezza ed intelligenza. Era un frocio. Un giorno torno a casa e dico:"Zio!". Non vidi nulla di particolare a parte che poi era morto." (!!!)

La comunità gay, che è sempre stata vicina alla Signora Strambelli, è rimasta shockata da tali affermazioni.

Le asserzioni contenute nell’intervista sono notevolmente offensive per tutte le persone omosessuali, definite meno umane degli altri, pertanto, a nome della comunità milanese e lombarda, chiediamo urgentemente un chiarimento ed una smentita ufficiale di questo "Patty-pensiero".

Paolo Ferigo
Presidente del C.I.G. Centro di Iniziativa Gay
ARCIGAY MILANO Onlus
Via Bezzecca, 3 – Milano


La risposta di Patty Pravo

Carissimi amici,

Patty Pravo

Patty Pravo

voglio ancora chiamarvi così…

Scelgo le pagine del mio sito per rivolgermi a voi. Con alcuni l’ho fatto personalmente, ma visto la quantità di mail ricevute, penso sia meglio rispondervi attraverso internet.

Vi dico subito che mi dispiace moltissimo avervi messo in questa situazione, non certo perché qualcuno di voi non comprerà più i miei dischi o non verrà ai concerti, ma perché ho involontariamente urtato la vostra sensibilità.

Non mi sembra in tutti questi anni di avere rilasciato dichiarazioni contro i gay. Per mia bocca le avete mai sentite? Non credo proprio. Ho detto più volte che i miei migliori amici sono gay, e chi mi conosce personalmente può darvene conferma.

Ma venendo a Rolling Stone, vi dico che l’aver sintetizzato in capitoletti dei concetti, mi ha decisamente penalizzato. Voi tutti sapete che quando io rispondo a qualche domanda non ho il dono della sintesi, e forse è meglio, perché certi concetti hanno bisogno di molte parole. Allora analizziamo il capitolo "gay" insieme:

– "La mia ambiguità sessuale è una leggenda. Se ci fosse me la vivrei tranquillamente" Già questa frase mi sembra che dimostri che non ho niente contro le scelte sessuali.

– "Però mi dà fastidio quando i gay rompono le palle" Questa frase l’ho detta, più o meno e non così secca ma spiegando che hanno gli stessi diritti in tema di adozioni degli altri. E qui viene il nodo. Ritengo che la legge sulle adozioni sia da rivedere nella sua totalità. Vi ricordate il caso di Dalila Di Lazzaro? Perchè a una come lei, sensibile e senza problemi economici le è stato negato il diritto di adottare un figlio? E a me? Sapete quante volte ci ho provato (e senza mai renderlo pubblico)? Ecco allora che ho detto alla domanda: figli ai gay? Intanto mettiamo a posto la legge, alzando anche l’età, quarant’anni sono pochi, visto che con la fecondazione artificiale c’è chi diventa mamma a oltre 60… poi pensiamo, magari contemporaneamente, anche alle adozioni di gay. Poi ho espresso una mia opinione, ma non credo sia giusto per questo essere crocifissa: ho detto "mi sembra meglio che un neonato venga adottato non da gay, almeno finché è piccolo, poi da grande può scegliere in che direzione andare. Ma questo sempre per tutelare, secondo me, il piccolo. E non certo perché considero i gay meno umani (mai detto né pensato!), anzi, ma perché per un neonato avere due figure, una maschile e una femminile mi sembra meglio". Quanto alle case… ho detto che anche qui bisogna estendere i diritti a tutti. Non credo che solo i gay debbano avere diritti, deve essere per tutti uguale, la legge. Gay o etero, che vuol dire, sempre persone sono. Tutti uguali.

Nel capitoletto "libertà" vi è sfuggito quando dico "sono stata nel loro bar, pieno di trans e travestiti, e li baci, abbracci, è stato bellissimo…" Per me, ripeto tutti sono uguali. (Sono amica anche di trans, di uno in particolare, e non perdo occasione per stargli vicino quando entra in crisi). Non sono le scelte sessuali ad indicare le qualità e l’intelligenza di una persona. E chi mi conosce personalmente sa, che non faccio differenze, chiedete al webmaster del sito che ho scelto come ufficiale. Lui mi conosce bene.

Quanto alla smentita… Rolling Stone non fa questo tipo di cose, non intervista lo stesso personaggio due volte di seguito. Qualcuno mi ha detto perché non mi faccio leggere le interviste prima della pubblicazione. Non si fa, non è corretto deontologicamente tra professionisti. Ho già detto che alla prima occasione, chiederò all’intervistatore di rivolgermi una domanda sui gay, spiegherò tutto e questa volta pretenderò che la mia dichiarazione sia riportata per esteso.

Per tutto questo sto soffrendo quanto voi, credetemi. Anch’io sono una ipersensibile.

Vi abbraccio tutti, sperando di essere ricambiata… magari alla prossima intervista…

Nicoletta Strambelli


La replica di Paolo Ferigo

Gentile Nicoletta,

non posso annoverarmi tra quelli che assiduamente la seguono, anche se non posso dimenticare alcune sue interpretazioni che nel corso della mia vita ho avuto la fortuna di apprezzare, unitamente al suo stile anticonformista e praticamente unico.

Non posso quindi valutare il senso che le parole pubblicate avrebbero potuto avere contestualizzandole rispetto al suo carattere intimo, le sue frequentazioni, le idee ora che mi esprime.

Ho letto quelle parole scritte, e ora da lei negate, come avrebbe fatto un qualsiasi lettore che conoscesse la sua fama senza conoscerla personalmente. E sono state parole che mi hanno indignato.

Ma io sono fortunato, vivo felicemente la mia omosessualità. E quindi quelle parole mi hanno "solo" fatto indignare e reagire.

Ma non tutti hanno la mia fortuna e parole di quel genere altro non fanno che far soffrire ancora di più persone che si sentono emarginate, disprezzate, private della dignità. E questo non posso accettarlo.

Quando esprimendo pensieri personali si va ad insinuarsi nella vita altrui si dovrebbe essere mille volte attenti, in particolare se chi parla è un personaggio pubblico le cui parole vengono considerate e valutate in maniera diversa da quelle di una persona comune.

Un proverbio giustamente dice che "Ferisce più la lingua della spada!"…

Se poi la colpa è dell’intervitatrice… allora dovrebbe farlo notare lei stessa alla signora Alberti, protestando per il danno subito da lei e da molti suoi lettori e ammiratori.

La ringrazio pertanto per le parole che mi/ci ha voluto dedicare in queste mail, e ancora di più saremo felici di leggerle nelle future interviste che vorrà rilasciare, seppur una smentita all’interno dello stesso giornale che ha divulgato a suo nome quelle orribili affermazioni e diffamazioni, potrebbe indubbiamente dare un miglior segnale a tutti noi.

Prima di chiudere e salutarla vorrei portare la sua attenzione su un paio di argomenti a cui lei ha fatto riferimento chiarendole alcuni concetti.

Gli eterosessuali possono avere dei diritti "limitati" o "condizionati", gli omosessuali NON HANNO ALCUN DIRITTO RICONOSCIUTO, semplicemente per la Legge NON ESISTONO.

L’omosessualità non è una "scelta" sessuale. La scelta è se farlo a letto o sulla lavatrice, non se si è attratti sessualmente ed affettivamente da persone dell’altro o dello stesso sesso.

Sfatiamo infine il luogo comune della maggiore "sensibilità" gay, ci sono persone omosessuali la cui sensibilità è pari a 0, se non peggio, al pari degli eterosessuali. Non è un merito particolare e non definisce la personalità gay tout court.

Cordialmente la saluto.

Paolo Ferigo
C.I.G. Centro di Iniziativa Gay – Arcigay Milano


  •