Unione Europea, a rischio i diritti omosex

  

«Rocco Buttiglione, in qualità di commissario europeo alla Giustizia come pensa di difendere i diritti fondamentali compreso il diritto a non essere discriminati sulla base dell’orientamento sessuale?», «Come tutelerà il diritto alle unioni gay, lesbiche, bisex e trans?»: il 5 ottobre il comitato Libe, competente per Libertà civili, Giustizia e Sicurezza, sottoporrà per oltre due ore Rocco Buttiglione, le cui posizioni sono in linea con il dettato delle gerarchie cattoliche, a un fuoco di fila di domande. Il parere espresso dai 100 membri, una sorta di pagella, sarà rilevante. Le domande saranno mirate a valutare le posizioni del commissario su alcuni principi fondamentali. Quali? La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea prevede per tutti i cittadini il diritto a sposarsi e a costituire una famiglia e il diritto a non essere discriminati sulla base dell’orientamento sessuale. Ne consegue che tutti i cittadini, sia etero, sia omo, hanno il diritto alla tutela delle proprie unioni.

Un'Europa più gay

Un’Europa più gay

Il commissario in pectore Rocco Buttiglione (Ppe), designato su indicazione del governo italiano da José Manuel Durao Barroso, attuale presidente della Commissione Europea, come responsabile della Giustizia e degli Affari interni agirà in linea con la Carta dei diritti? Sul fronte degli omosex le dichiarazioni rilasciate fino adesso sembrano andare in ben’altra direzione. Lo ha denunciato Arcigay più volte ed è stato ribadito in questi giorni dal segretario parlamentare del gruppo socialista all’europarlamento, l’austriaco Hannes Swoboda. «Vogliamo sapere se Buttiglione è pronto a cambiare le proprie idee o no», ha dichiarato Swoboda ricordando, tra le altre, le affermazioni del professore contro le unioni gay ispirate a «un fondamentalismo cattolico che noi respingiamo, come tutti i fondamentalismi».

IL DOSSIER

Il segretario del gruppo socialista non ha comunque escluso che Buttiglione possa adeguarsi agli «standard europei», aggiungendo, però, che se la sua posizione dovesse restare «problematica», gli eurosocialisti potrebbero chiedere al presidente designato della nuova Commissione (che è – lo ricordiamo – il «governo» dell’Unione europea) l’attribuzione di un diverso portafoglio. Se ciò non avverrà e se Buttiglione manterrà le posizioni espresse fino qui, sul fronte dei diritti di gay, lesbiche e trans l’Europa rischia di fare un brutto passo indietro. Ma che cosa ha detto in passato Buttiglione?

A ripercorrere le dichiarazioni di Buttiglione è un dossier di Ilga – Europe, la sezione europea dell’Associazione Internazionale Lesbica e Gay. Il co-presidente di Ilga, Riccardo Gottardi, sottolinea i compiti del neo commissario sul fronte degli omosex. «Buttiglione dovrà occuparsi di operare per evitare le discriminazioni in generale – precisa Gottardi – di garantire il diritto a manifestare, di tutelare il diritto alla libera circolazione dei cittadini all’interno della Unione Europea, di contribuire a monitorare la piena applicazione da parte dei singoli stati della direttiva europea contro le discriminazioni sul lavoro». Qual è la posizione di Buttiglione in merito alle discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale? Il dossier ricorda che alla Convenzione incaricata di redigere la Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue Rocco Buttiglione presentò un emendamento con il quale proponeva di togliere l’«orientamento sessuale» dall’elenco dei motivi sulla base dei quali non si deve discriminare (emendamento documentato in Charte 4360/00). Come si comportò invece il suo predecessore, cioè il portoghese Antonio Vitorino ex commissario Ue alla Giustizia e agli Affari Interni? Ricorda Gottardi: «Nella passata legislatura, Vitorino fu uno dei due commissari che in occasione del discorso di presentazione al Parlamento Europeo parlò esplicitamente, a proposito della salvaguardia dei diritti umani, di contrastare le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale».

DIRITTO DI MANIFESTARE

Queste le posizioni di Buttiglione sul Pride. Il 26 maggio del 2000 a proposito del World gay pride dichiarò all’Ansa: «Si deve salvaguardare il diritto alle manifestazioni delle proprie idee, ma allo stesso tempo impedire provocazioni contro i sentimenti non solo dei cattolici ma di tutti coloro che credono in una sessualità orientata all’amore». Lunedì 10 luglio 2000, al Giornale di Brescia Buttiglione dichiarò che il World Gay Pride era stata «una provocazione» e che si deve avere sì un «atteggiamento di compassione» per i gay, ma accompagnato dalla condanna per l’omosessualità, che resta un peccato. Il 5 maggio del 2001 dichiarò all’Ansa in relazione al Pride di Milano: «Una cosa è tutelare il diritto civile di tutti a manifestare liberamente, altra cosa è promuovere cortei evidentemente provocatori» e ha aggiunto «tutti sono liberi di chiamarmi bigotto e intollerante, ma io, altrettanto liberamente, posso definire il comportamento omosessuale tecnicamente indice di disordine morale». Veniamo al diritto dei cittadini Ue a circolare liberamente. «Facciamo l’esempio di una coppia di gay italiani che si sposa in Olanda e che adotta un bambino in un istituto. Senza il diritto alla piena circolazione all’interno dell’Unione che ne è del bambino se la coppia decide di tornare in Italia?», si chiede Gottardi. Ed ecco la dichiarazione del professore documentata nel dossier. Il 3 giugno 2002, in qualità di Ministro delle Politiche Comunitarie Buttiglione è stato intervistato sul caso di una coppia di uomini gay italiani sposatisi in Olanda che volevano ottenere il riconoscimento del loro matrimonio dalla Repubblica Italiana.

In quell’occasione ha dichiarato: «Non c’è nessun margine di successo. Questa è materia di competenza esclusiva delle legislazioni nazionali e tale deve rimanere. Quindi, quello che fanno in Olanda non ha influenza in Italia» (registrazione disponibile su www.RadioRadicale.it). Arriviamo alla direttiva europea contro le discriminazioni sul lavoro. Il 9 luglio 2003 il ministro per le Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione firma insieme agli altri ministri il decreto n. 216 di attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro di cui è uno dei principali autori. Ma il decreto si discosta dalla direttiva, non recepisce infatti l’«inversione dell’onere della prova». La direttiva europea impone al datore di lavoro, denunciato perché avrebbe operato la discriminazione, di provare la sua non colpevolezza. Invece il decreto italiano impone di esibire le prove della discriminazione subita a colui che se ne dice vittima, operazione difficilissima se non altro perché spesso si ha bisogno della testimonianza di altri colleghi ovviamente reticenti per timore di ritorsioni (vedi «liberi tutti» on line su www.unita.it: «Discriminato perché gay? Provalo se ce la fai»). Non solo, il decreto italiano dopo aver citato le «caratteristiche connesse alla religione, alle convinzioni personali, all’handicap, all’età o all’orientamento sessuale di una persona» afferma che «non costituisce atto di discriminazione la valutazione delle caratteristiche suddette ove esse assumano rilevanza ai fini dell’idoneità allo svolgimento delle funzioni che le forze armate e i servizi di polizia, penitenziari o di soccorso possono essere chiamati ad esercitare». Ci si chiede: l’attuale governo italiano ritiene che un etero sia idoneo a fare il poliziotto e un gay no? E, se sì, perchè? Rocco Buttiglione, che da ministro italiano ha firmato questo decreto lontano dalla direttiva europea, deve ora adoperarsi da Commissario Ue a farla rispettare.

Non solo: «Dovrà introdurre procedure di infrazione a carico di quegli Stati che non hanno recepito a pieno la direttiva – aggiunge Gottardi – Comincerà dallo stato italiano?». Buttiglione commissario contraddirà Buttiglione ministro? La partita è aperta. Al momento il parlamento europeo appara diviso in due: la sinistra e il centro liberale sono tendenzialmente pro-gay, il Ppe e il resto della destra sono in genere contrari. Il ruolo del comitato Libe, degli eurosocialisti, dei verdi e dei «comunisti/sinistra», nonché dell’Alleanza dei democratici e liberali, sarà determinante. La posta in gioco: i diritti dei cittadini europei gay, lesbiche, bisex e trans.

L’associazione europea di omosex Ilga

Ilga-Europe, la sezione europea dell’Associazione Internazionale Lesbica e Gay (Ilga), è un’Ong europea (Organizzazione non governativa) che comprende più di 200 organizzazioni lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) nazionali e locali di 40 Paesi europei. I suoi co-presidenti sono Riccardo Gottardi e Jackie Lewis. Ilga-Europe lotta, a livello europeo, a favore dei diritti umani e contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, sull’espressione di genere e sull’identità di genere.

Uno dei suoi principali obiettivi è giungere ad un’Europa inclusiva ed egualitaria, che rispetti i diritti fondamentali quale base della democrazia, e che assicuri che ognuno possa vivere da eguale e libero da ogni forma di discriminazione. Ilga-Europe gode di status consultivo presso il Consiglio d’Europa ed è regolarmente accreditata presso le istituzioni dell’Unione Europea.

INFO www.ilga-europe.org, [email protected]

Ciò che ha detto sui gay il neo-commissario

– Il 26 maggio del 2000 a proposito del World gay pride di Roma Rocco Buttiglione dichiarò all’Ansa: «Si deve salvaguardare il diritto alle manifestazioni delle proprie idee ma allo stesso tempo impedire provocazioni contro i sentimenti non solo dei cattolici ma di tutti coloro che credono in una sessualità orientata all’amore».

– Il 5 maggio del 2001 dichiarò all’Ansa in relazione al Pride di Milano: «Una cosa è tutelare il diritto civile di tutti a manifestare liberamente, altra cosa è promuovere cortei evidentemente provocatori» e aggiunse «tutti sono liberi di chiamarmi bigotto e intollerante, ma io, altrettanto liberamente, posso definire il comportamento omosessuale tecnicamente indice di disordine morale».

– Alla Convenzione incaricata di redigere la Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue presentò un emendamento con il quale proponeva di togliere l’«orientamento sessuale» dall’elenco dei motivi sulla base dei quali non si deve discriminare (emendamento documentato in Charte 4360/00).

Il comitato Libe che valuterà Buttiglione

Gli italiani membri del comitato Libe presso cui si svolgerà l’audizione a Buttiglione sono Angelilli Roberta (Unione per l’Europa delle nazioni), Borghezio Mario (Indipendenza/Democrazia), Gruber Lilli, (Gruppo socialista), Giusto Catania (Sinistra unitaria europea), Lombardo Raffaele (Ppe), Mussolini Alessandra, Musumeci Sebastiano (Unione per l’Europa delle nazioni), Lapo Pistelli (Alleanza dei democratici e liberali), Santoro Michele (Gruppo socialista), Sartori Amalia (Ppe), Sbarbati Luciana (Alleanza dei democratici e liberali) Cesa Lorenzo (Ppe), Di Pietro Antonio (Alleanza dei democratici), Pannella Marco (Alleanza dei democratici), Antonio Tajani (Ppe) Zappalà Stefano (Ppe). I membri sono in tutto 100. Tra i rappresentanti non italiani, sono strenui sostenitori dei diritti di gay, lesbiche e trans Michael Cashman, Gruppo socialista, gay dichiarato; la baronessa Sarah Ludford (Alleanza dei democratici e liberali), in ‘t Veld Sophia Melena (Alleanza dei democratici), Katheljine Buitenweg (Verdi), Jean lambert (Verdi).


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