Da grande voglio essere un po’ bisex

  
Sharon Stone

Sharon Stone

Non solo etero. Ma neppure troppo lesbo. Con marito o fidanzato, magari con frequenti turnazioni di boy friend. E attratte pure dalle donne. La generazione «Bi» si fa largo. Non solo tra le post adolescenti che, con la scusa del’identità sessuale incerta, indossano boxer come i loro coetanei e ‘abbracciano in discoteca e per strada scambiandosi naturalmente bacetti e baci più arditi. Bisex sono soprattutto le donne mature. Persino un sex symbol come Sharon Stone non disdegna. Annuncia il ruolo di una bisessuale in Basic Instinct 2 Risk Addiction. E mentre è in cerca della girl friend del film ammette che se può amare una donna sullo schermo non è detto che non possa farlo pure nella vita. «La mezza età è un periodo di esplorazioni e menti aperte», ha dichiarato in u’intervista durante lo show tv Access Hollywood, «non escludo di avere. un giorno, una relazione con u’altra dorma». E non è la sola. Da qualche tempo riviste omosex come il diffuso The Advocate pullulano di ammissioni di signore per le quali lui e lei pari sono. Compromesso con ‘omosessualità o nascita di un nuovo esercito che afferma il primato della libertà di scelta?

«’è sempre un innamoramento anche fisico nella più profonda amicizia femminile», dice Drew Barrymore, due matrimoni, quasi tre e qualche chiacchiera su presunte love story femminili. «Complicità, vera confidenza e aiuto, in certi periodi, sono più facili da trovare con u’amica che con un uomo. Sono legami fatti anche di attrazioni che si sviluppano su registri diversi». Innamorate di lui, appassionate di lei. Relazioni emotive e sensuali con il proprio sesso che Angelina Jolie, sciupamaschi di lungo corso, non ha mai nascosto. «La complicità, ‘amicizia sentimentale con le donne fa parte del mio carattere non competitivo», afferma. «La curiosità per il mio sesso il piacere di guardare e ammirare la bellezza femminile sfociano sicuramente anche nel bisogno di confidenza e contatto fisico. Come si vivono e si esternano è poi qualcosa che riguarda ognuna di noi».

Se etero e omo sono categorie che incastrano e definiscono nel copione erotico, essere bisex è soprattutto un punto di arrivo personale che non ha bisogno di invocare diritti. «La stanza da bagno del mio appartamento è quella in cui trascorro i momenti più rilassanti e di cura della mia femminilità e di confidenza con le amiche», dice Queen Latifah. «Per me ogni donna può vivere momenti emozionanti e di abbandoni fisici senza distinzioni di sesso ma non vanno confusi con esibizionismo di moda o provocazione». Non ha dubbi Marcia Cross, protagonista di Desperate Housewives. «La bisessualità fa parte delle libere scelte ed esperienze di ognuno», dice. «Con il successo un coro di voci mi ha dato per lesbica. Smentire avrebbe significato negare una libertà ‘attrazione e di esperienze che ognuna può decidere di sperimentare come le pare».

Essere un p’ «Bi» è anche chic. Per questo piace alle bianche, ricche e privilegiate. Bandiere, per dirla con il sociologo Zygmun Baumann, del’«amore liquido»: in un mondo senza certezze vince il desiderio di tenere aperte tutte le opzioni possibili. Visto che quella verso il maschio sembra languire di asfissia. Non diverso è in Italia. ‘ nella maturità che le donne realizzano quanto imbecilli siano gli uomini», dice Lucrezia Lante della Rovere (in tournée con Scoppio ‘amore e guerra, di Duccio Camerini). «Magari fossi bisessuale, sarebbe un regalo della natura». Alla dichiarazione di Sharon Stone risponde u’eco di «Perché no?». Tiepidi come quello di Hanna Schygulla (dal 30 di marzo a Firenze per Voci ‘Europa, festival ideato da Maurizio Scaparro): «Se una cosa ci dà piacere prendiamocela». E di Domiziana – Marcia Cross – Giordano: «Sono u’impulsiva di natura e non escludo niente; e poi, come ognuno, è tutta la vita che cerco la mia identità sessuale». Senza pudori e dettagliato come il racconto della giovane Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti. «Mi sento attratta da una lei come da un lui, ma soprattutto mi lascio sedurre da ragazze che hanno la mia stessa apertura mentale: con una bisex ci vado, con una lesbicona no», dice. ‘ cominciato per gioco, per compiacere il mio compagno. Ho invece scoperto un nuovo mondo. Trovo le donne più eccitanti degli uomini. La donna mi può prendere solo fisicamente, ‘uomo deve coinvolgermi anche di testa. Rapporti solo al femminile ancora non ne ho avuti, ma non lo escludo». Sessualità esplicita a parte ‘intimità fra donne non è poi così rara. «Da piccole facciamo la pipì insieme, da adolescenti ci guardiamo e tocchiamo le tette per confrontarne la crescita», dice Jane Alexander. «Pure da adulte proviamo abiti spogliandoci una di fronte al’altra. Il rapporto anche fisico diventa più normale che con un uomo. Io bacio sulla bocca le mie amiche: è u’abitudine. E in un locale può capitare che tocchi le tette del’amica appena rifatta. Non lo farei con il pisello». E Piera Degli Esposti delle audaci amicizie ne ha fatto un romanzo, Piera e gli assassini (Rizzoli), scritto a quattro mani con Dacia Maraini. «Ho avuto storie importanti con uomini e con donne, mai negato», dice Piera che del coming out bisex è u’antesignana.

«In alcuni periodi della vita ho avuto più voglia dolcezza e morbidezza. Con un uomo è sempre un duello, con una donna trovo serenità. Dormo meglio accanto a un corpo femminile. In questo momento sono civettuola e gioco con alcune lei e con alcuni lui. ‘età me lo consente».

Vicinanza come residuo del post femminismo e libertà in cui ‘erotismo può non essere obbligatoriamente sesso. «La bisessualità è un atto di intelligenza, coraggio e indipendenza, pure economica», dice Michi Gioia, navigata signora dei salotti milanesi e romani che sta portando alle stampe il suo terzo romanzo, Un amore di plastica. «Una donna arriverebbe meglio al punto G o forse si fermerebbe prima. Una cinquantenne ferita sul campo, come me, cerca viaggi meno sessuali e più giocosi. E un rapporto bisex potrebbe essere un grande gioco. Sarei pronta. Peccato cheu’educazione borghese e cattolica mi blocchi». Meno freni inibitori per Laura Gancia, frequentatrice del’alta società e assidua di casaSavoia che dopo qualche ammiccamento socio-culturale («Bisogna avere la cultura per farlo e cultura vuol dire conoscenza anche di se stessi e delle proprie pulsioni») si lancia: «Sharon Stone? Con lei andrei subito, anche solo per curiosità».


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