Mamma, sono gay

  

In un giovedì universitario, al centro del tavolo di un locale semivuoto c’è un piatto pieno di patatine. Antonio, 22 anni, capello scuro vaporoso, occhiali rettangolari e faccia un po’ lunga, ne assaggia una prima di iniziare a raccontare della sua vita omosessuale. Una verità interessante perché è raro trovare chi sia disposto ad aprirsi così facilmente sull’argomento con un estraneo.

La Storia di Antonio sul QN

La Storia di Antonio sul QN

Antonio, quando hai capito per la prima volta dove si indirizzano i tuoi gusti sessuali?

«Provai per la prima volta attrazione per dei ragazzi, miei coetanei, già verso i 18 anni. All’inizio, però, cercai di convincermi che era sbagliato. Ho avuto anche alcune ragazze prima di allora. Dunque è stato circa a 20 anni, quando mi sono lasciato alle spalle la mia realtà locale, per viaggiare e lavorare all’estero, dove ho potuto realizzare ciò che sono».

Allora cos’è successo?

«In un villaggio vacanze ho conosciuto un ragazzo. Anche lui si trovava a fare la mia stessa esperienza per la prima volta. E’ avvenuto tutto in modo molto tranquillo. Bisogna immaginare che il mondo gay è uguale e diverso rispetto a quello eterosessuale».

Cosa intendi precisamente?

«E’ un ambiente vario in cui convivono, come naturale che sia, tanti tipi di persone, dai caratteri diversi. Io stesso non lo conosco ancora a fondo. Per esempio, ci sono quelli che si sentono donne e fanno di tutto per sembrarlo. Ma, di norma, un gay è una persona come le altre, solo che ha una tendenza sessuale diversa rispetto agli eterosessuali».

In una coppia gay, ci sono dei ruoli?

«Non ci sono ‘l’uomo’ o ‘la donna’ come si potrebbe pensare. Però, spesso, esiste l’uno dei due che è più attivo e l’altro più passivo».

Ne hai parlato con i tuoi genitori?

«Non subito. In un secondo tempo, e con un po’ di timore per la reazione. In particolare, l’ho detto a mia madre. Che però mi ha meravigliato, perché non si è per niente scandalizzata e, anzi, mi ha subito rincuorato, spiegandomi che mi comprendeva. A mio padre invece non l’ho ancora detto. E neanche alla nonna».

Con i tuoi coetanei invece ne parli, o trovi che l’argomento sia ancora tabù?

«Solo con gli amici più intimi. Semplicemente perché è ancora molto radicato un certo pregiudizio negativo nei riguardi dei gay. Si fanno battute, non è raro che la parola e le degenerazioni correlate siano tuttora utilizzate come insulti. E’ ora di dirlo che sono, siamo ragazzi come tanti altri. Niente di più, niente di meno».

E’ vero che molte ragazze desiderano avere un migliore amico gay?

«Sì. Almeno alcune mie amiche intime me lo dicono. Per loro è una piccola vittoria sul maschio, che avvertono più vicino a loro. E poi non si sentono in pericolo. Non temono di essere guardate da un uomo ‘interessato’ ma da un amico, un amico sicuro».

Ma una ragazza non ti interesserebbe per niente in quel senso?

«Tra un bel ragazzo e una bella ragazza sceglierei il primo. Però… anche la seconda non la butterei via. In fondo, non ci si dimentica mai di ciò che si è stati».


Numeri

100 mila – gli iscritti al’Arcigay, la principale organizzazione italiana per la promozione della parità di diritti degli omosessuali
315 mila – le persone che sono state tesserate per ‘Arcigay dal 1998 a oggi
35% degli iscritti dai 18 ai 30 anni


Sondaggi

Se sei gay che difficoltà incontri?
27,5% – Trovare il partner adatto
18,9% – Nessuna difficoltà
17,7% – Sensazione di vivere una vita sdoppiata
8% – Solitudine
6% – Altro
5,6% – Frustrazione per non avere figli
4,5% – Difficoltà di autoaccettazione
2,5% – Paura
2,3% – Vergogna
2,3% – Difficoltà sessuali con lo stesso sesso
2,1% – Difficoltà affettive con ‘altro sesso
1,7% – Mancanza di identità

Quando hai avuto il primo rapporto con una persona del tuo stesso sesso?
21,6% – A meno di 14 anni
24,7% – Tra i 14 e i 18 anni
28,3% – Tra i 18 e i 25 anni
8,5% – Tra 25 e 30 anni
5,3% – Oltre i 30 anni

Ti senti difeso e rappresentato dal movimento gay?
8,9% – Molto
21,2% – Abbastanza
29,9% – Poco
12,3% – Pochissimo
28,4% – Per niente


  •