Il PACS Day aspetta Prodi

  

27/04/2005 Da "Corriere del Veneto" di Francesca Visentin
LA MANIFESTAZIONE – Coppie gay a Roma per firmare la convivenza
Il consigliere Zan guida il «Pacs Day». Entro ‘estate in consiglio ‘anagrafe delle unioni di fatto

Un bacio al Kiss2PACS del 2004

Un bacio al Kiss2PACS del 2004

PADOVA — Mirko e Davide il loro amore vogliono mostrarlo. Arrivare in Campidoglio mano nella mano, salire le scale, firmare ‘unione di fatto, renderla ufficiale come un matrimonio, vivere il sentimento che li unisce da dieci anni senza nascondersi.

In città Mirko e Davide hanno dovuto combattere per amarsi alla luce del sole. Per vivere insieme e lavorare, dichiarandosi omosessuali e coppia fissa. Sognano le nozze, il precedente della Spagna è il loro punto di riferimento. Il viaggio a Roma, la firma del « Pacs » davanti al consigliere comunale e coordinatore Arcigay del Veneto Alessandro Zan, sono il primo passo verso il diritto di amarsi.

Con Mirko e Davide, trenta coppie gay andranno in Campidoglio a Roma il 21 maggio, guidate da Alessandro Zan, che è anche responsabile nazionale del Pacs (Patto civile di solidarietà). Firmeranno un vero contratto di unione di fatto, come se il « Pacs » fosse già una legge dello Stato. Un atto simbolico, che vuole sollecitare il Parlamento ad affrontare il tema dei pari diritti. ‘evento potrebbe svolgersi quasi in contemporanea con la discussione in consiglio comunale a Padova del’avvio del registro delle coppie di fatto, una sorta di anagrafe che riconoscerebbe anche le unioni omosessuali. Alessandro Zan, consigliere eletto come indipendente nelle liste dei Ds, ha organizzato il « Pacs Day » di Roma e sta ultimando il documento sulle coppie di fatto, che a breve approderà in consiglio comunale a Padova.

« Il Pacs è una proposta di legge attualmente ferma alla Camera, che vuole mettere fine a tante discriminazioni al limite della violazione dei diritti umani — spiega Zan — producono gravi e inutili costi sociali. Da Padova, dal Veneto e da tutta Italia si mobiliteranno le coppie per salire in Campidoglio e smuovere la politica » .

Oltre a calare su Roma, le coppie gay vogliono incontrare Romano Prodi. « Dopo le sue dichiarazioni a favore delle coppie di fatto, anche omosessuali, vogliamo che Prodi dia voce ai problemi quotidiani di chi convive » , sottolinea Alessandro Zan.

La testimonianza di Mirko e Davide, padovani, invita a riflettere: « Alle coppie gay che hanno vissuto insieme per tanti anni — dicono — oggi può essere negato perfino il diritto di assistere il proprio partner morente in ospedale. Le famiglie di origine hanno la possibilità di impedire a uno della coppia ‘accesso al luogo di cura, escluderlo da ogni decisione riguardante il partner malato e incapace di agire » .

U’altra coppia padovana, che il 21 sarà a Roma, denuncia: « Agli omosessuali, che come tutti gli essere umani non hanno scelto il proprio orientamento sessuale e affettivo, oggi è vietata qualsiasi regolamentazione giuridica dei rapporti famigliari e di coppia, nonostante la Costituzione vieti ogni discriminazione » .


27/04/2005 Da "La Padania"
L’Arcigay allunga le mani su Prodi
IL PROFESSORE INVITATO AL “PACS DAY”

Roma – L’invito è ufficiale: Arcigay ha chiesto al leader dell’Unione, Romano Prodi, «dopo le ultime sue dichiarazioni a favore di una tutela delle coppie di fatto, anche omosessuali», a incontrare le coppie che si uniranno in Campidoglio, a Roma, il 21 maggio prossimo, nel “Pacs day”, la manifestazione indetta per sollecitare l’adozione in Italia della legge sul patto civile di convivenza. «Apprezziamo le aperture del leader dell’Unione – afferma Alessandro Zan di Arcigay – e per tale ragione lo invitiamo a incontrare le coppie che hanno deciso di unirsi in Pacs per dare voce ai problemi che insorgono nella vita di ogni giorno, a scapito della serenità e della qualità della vita di quasi un milione di coppie di fatto sia etero che omosessuali».

Il 21 maggio in Campidoglio, ricorda Zan, una trentina di coppie provenienti da tutta Italia firmeranno un vero e proprio contratto come se il Pacs fosse già legge dello Stato. A officiare la cerimonia, consiglieri comunali – provenienti anch’essi da tutta Italia – con al braccio una fascia arcobaleno, simbolo gay ma anche delle lotte civili. La proposta di legge sul Pacs, attualmente ferma alla Camera, sempre secondo l’Arcigay «porrebbe fine a molteplici discriminazioni, che sono al limite della violazione dei diritti umani e che producono gravi e inutili costi sociali».

Poteva mancare sulla questione il pensiero dei radicali? Certo che no ed ecco allora che il segretario della Rosa nel pugno, Daniele Capezzone, ha voluto dire la sua nonostante su un noto quotidiano nazionale. «Penso a un contratto – ha detto – Mi piacerebbe che a due o più persone, indipendentemente dal sesso, dall’orientamento sessuale e dall connotazione sessuale della loro unione, fosse consentito di regolare per via contrattuale alcuni profili della loro vita in comune». È questa la formula magica che Capezzone ha proposto per regolarizzare le unioni gay in una intervista. «Potrebbe trattarsi – spiega – di due gay, tre studenti, quattro pensionati o cinque suore».

Quanto alle posizioni dell’Unione sul tema e alle dichiarazioni di chiusura rilasciate da Romano Prodi, che ha detto di non essere d’accordo con i matrimoni gay, ma con le unioni di fatto sì, Cappezzone commenta: «In realtà, vedo grande continuità. Prodi è l’uomo che ha detto no all’ospitalità ai radicali, ponendo il veto su Luca Coscioni, simbolo della battaglia per la libertà di ricerca. E non scordo che l’Ulivo nella precedente legislatura ebbe uno straordinario ministro della Sanità, come Umberto Veronesi, che si espresse su coppie di fatto, droga, ricerca scientifica. Ma il lunedì lo insultava Rosy Bindi, il martedì Castagnetti, il mercoledì Mastella, il giovedì tutti assieme e il venerdì se n’è andato. Fu un’occasione persa».


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