La piccola soluzione è possibile

  

Nella giornata odierna, con commosso e fervido orgoglio invitiamo tutt* a celebrare, idealmente unit*, il ventitreesimo anniversario della Legge n. 164 del 14 aprile 1982.

Con il varo di questa disciplina giuridica sulla “riattribuzione anagrafica del sesso e del nome” il nostro Ordinamento, grazie ad una coscienza politica libera e consapevole, accoglieva in seno al suo sistema una innovazione degna dei tempi; essa era infatti foriera di nuovi principi e norme che attuavano quelli già assunti in diversi atti di natura politico-giuridica sia in ambito internazionale che nazionale risultando, nel tempo, anche la pratica traduzione di molti degli intangibili “Principi Fondamentali” scolpiti nella nostra amata Costituzione Repubblicana del 1948, figlia del lucido dolore dei nostri Costituenti.

Nel testo normativo, di cui ricorre oggi il fausto anniversario, trovano infatti applicazione immediata molti dei fondamentali diritti posti a tutela della persona umana e della sua dignità come:

– il diritto ad un’esistenza consapevole ed autodeterminata;
– il diritto al nome;
– il diritto all’identità sessuale e specificamente di genere;
– il diritto a partecipare ad un contesto socio-culturale libero e pluralista;
– il diritto al lavoro;
– il diritto a formare un nucleo famigliare idoneo ad una serena crescita spirituale e materiale della persona.

Da tempo ed oggi sempre di più i Liberi Cittadini dei Liberi Stati, emancipandosi dai lacciuoli di una asfissiante cultura moralistica, stanno acquisendo maggiore consapevolezza circa la propria essenza e la propria dignità chiedendone, a mano a mano, riconoscimento e rispetto; su questa scia, grazie soprattutto al tenace e difficilissimo impegno delle persone che crearono e parteciparono ai primi movimenti di liberazione sociale e culturale cui va tutta la nostra riconoscente simpatia e solidarietà, stiamo inesorabilmente scardinando e superando, su svariati versanti, i rigidi ed abietti schemi imposti, specie in materia sessuale e di genere, da una cultura millenaria violenta e prevaricatrice la quale, pur risultando oramai pateticamente anacronistica, specie nei momenti contemporanei è ancora vitale e coriacea nei suoi ultimi rantoli.

Abbiamo comunque coscienza del fatto che la legge di cui oggi celebriamo un maturo anniversario non soddisfa ancora ogni esigenza che viene postulata dai diversissimi temi/problemi concernenti l’identità di genere; il nostro pensiero va specie a quelle persone che da troppo tempo attendono una regolamentazione che istituisca anche in Italia la cosiddetta “piccola soluzione” ossia la possibilità di poter chiedere legittimamente ed umanamente la riattribuzione di un nome adeguato rispetto al genere di arrivo a prescindere dall’assolvimento dei gravami medico-chirurgici previsti dall’attuale normativa; ecco perché l’odierno omaggio vuole essere, nelle nostre intenzioni, anche uno stimolo a che tutt* noi ci impegniamo compatt* e fort* per trovare il modo di poter dare a ciascuno le opportune risposte tenendo anche presente che i frutti del nostro impegno hanno anche un elevato valore morale ove risultano come una realizzazione in concreto di quei principi universali sui quali si incardinano le nostre cosiddette democrazie occidentali e le nostre società evolute.

Sia quindi la L. n. 164/’82 un approdo per una nuova partenza alla conquista di nuovi diritti e, oltre che normativa vigente, venga considerata anche come un preziosissimo documento a testimonianza dell’abbattimento lento ed inesorabile dell’orrido muro ideologico che ancora intralcia lo sviluppo pieno e sereno della persona umana.

Vi invitiamo a diffondere questo comunicato a quante più persone conoscete per sottoscrivere
l’orgoglio di tutt* noi di essere, esserci e partecipare

Diciamo coralmente:
– agli onorevoli membri del Parlamento ancora italiano
– agli onorevoli membri del Consiglio dei Ministri nazionale, qui sait?!,
– agli operatori mediatici
– ed a quant’altri leggono

“LA PICCOLA SOLUZIONE E’ GIUSTA, UMANA E POSSIBILE. GRAZIE”

per il M.I.T. — BOLOGNA
Maria Ornella Serpa


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