Svizzera, sfida contro il PACS

  

Non molti ne sono informati, ma una delle battaglie più importanti per il Patto civile di solidarietà si combatterà tra meno di due mesi, e ai confini dell’Italia. Il prossimo 5 giugno si terrà infatti il referendum promosso dai gruppi razzisti della Svizzera contro il partenariato registrato, la versione elvetica del Pacs. Si tratta del primo referendum popolare su una legge per il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso mai organizzato in Europa. Voluto dai nostri avversari, per cancellare con la forza dei numeri una legge di civiltà, uguaglianza e libertà come quella per il riconoscimento e la tutela giuridica delle coppie gay e lesbiche. Il parlamento elvetico l’ha approvata lo scorso 12 giugno ma è ancora in attesa di entrare in vigore e, adesso, rischia di essere abrogata ancora prima di dare frutti.

Si tratta di una battaglia cruciale anche per il movimento gay italiano, forse ancora più del referendum sulla procreazione medicalmente assistita che si terrà in Italia nello stesso periodo. Se i nostri avversari l’avranno vinta, non solo il Pacs non si farà in Svizzera, ma sarà sconfitto al primo banco di prova con l’opinione pubblica di uno stato europeo. I bigotti conservatori italiani saranno ancora più determinati a promuovere un referendum abrogativo in Italia non appena dovesse essere approvata anche da noi una legge sulle coppie dello stesso sesso. Ma anche negli altri paesi europei potrebbe innescarsi una reazione a catena: in ogni stato si invigorirebbero gli sforzi dei gruppi conservatori per promuovere consultazioni referendarie contro le coppie omosex.

Lo schiaffo che riceverebbe il movimento per la parità di diritti di gay e lesbiche in Europa sarebbe sonoro e dolente. Potrebbe essere la prima tappa di un’inversione di tendenza nel continente che, più di ogni altra area geografica del pianeta, ha saputo finora rappresentare un baluardo per la dignità delle persone omosessuali. Ma cosa possiamo fare per contribuire a scongiurare questo scenario? Non potendo dare una mano organizzativa sul territorio svizzero, potremmo aiutare economicamente i nostri amici delle associazioni gay d’oltralpe, raccolte nell’associazione Sì all’unione registrata, che ad oggi ha raccolto la metà dei fondi rastrellati da quelle che si oppongono al Pacs.

Ciascuno di noi può dare una mano in questa battaglia con una donazione personale, di un gruppo di amici, o di un’associazione. Possono bastare anche pochi euro. Ciascuno può fare la sua parte.

Le donazioni possono essere fatte con carta di credito sul sito dell’associazione Sì all’unione registrata

http://www.partnerschaft-ja.ch

oppure tramite versamento sul conto postale 30-687893-7
intestato a Sì al’unione registrata, 3001 Berna.


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