Unioni civili: un atto di civiltà

  

Non si ferma la protesta delle organizzazioni omosessuali per una legge sulle Unioni civili, l’istituto giuridico distinto dal matrimonio che possa dare riconoscimento pubblico anche alle coppie omosessuali che la legge italiana esclude dal matrimonio.

L’appuntamento è sabato 18 febbraio alle ore 12 a Roma in piazza Santi Apostoli, sotto la sede nazionale dell’Unione

Alla manifestazione “Unioni civili: un atto di civiltà”, indetta da Arcigay e Arcilesbica, parteciperanno rappresentanze di altre organizzazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e di forze politiche che condividono questa richiesta.

In piazza!

In piazza!

Proseguono anche gli incontri dei rappresentanti delle due associazioni con i leader del centrosinistra. Dopo Fassino e Diliberto, sabato pomeriggio è previsto quello con il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. Lunedì mattina sarà la volta del segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti.

“Il programma dell’Unione — spiega Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay — si limita a prevedere una legge che riconosca singoli diritti degli individui che fanno parte di una coppia di fatto. È una formula assai diversa dalle nostre richieste: senza dare un preciso status giuridico alla coppia non si potranno risolvere questioni legate alla disciplina previdenziale e fiscale, all’eredità, alla tutela in caso di separazione. Soprattutto, le coppie gay e lesbiche chiedono un riconoscimento giuridico pubblico delle loro relazioni d’amore, sulla base dell’art. 2 della Costituzione: la dignità dei nostri rapporti familiari non può essere oggetto di contrattazione”.

“Chiediamo alle forze dell’Unione di dire in modo chiaro se riconoscono valore sociale alle coppie gay e lesbiche — aggiunge la presidente di ArciLesbica Francesca PoloAl centrosinistra chiediamo anche una legge contro le discriminazioni di omosessuali e transessuali, una seria ripresa della lotta contro l’Aids, la possibilità che le persone transgender possano cambiare i loro dati anagrafici a prescindere da un intervento chirurgico, la modifica della legge 40 sulla fecondazione assistita, una legge sul diritto d’asilo per i perseguitati nel mondo a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Il governo Berlusconi ha ridotto all’osso gli spazi di libertà nel Paese: l’Unione si impegni a voltare pagina sui diritti civili.


  •